4.Instabile.

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"Stanchezza, dice?" mi domanda il dtt.Sandrée. Io annuisco annoiata, e aspetto che mi dia il solito resoconto. Cioè che devo riposarmi, prendermi qualche giorno di pausa dal lavoro e stare con la mia famiglia. Se solo sapesse, penso mentre lo osservo.

"I suoi sintomi di stanchezza stanno diventando più frequenti e da quel che mi dice, temo che quello che la sta colpendo sia qualcosa di più grave che qualche ora di sonno mancata"

M'irrigidisco e sto ad ascoltarlo. Ho paura, ora.

"Credo che sia un bene per le frequentare questo medico.." mi dice allungandomi un biglietto da visita. Dtt. Louis William Tomlinson, c'è scritto in nero grassetto.

"E' uno psicologo" aggiunge.

"Perché?" chiedo.

"Prevenzione, signorina Montgomery"

"Ma prevenzione per cosa?"

"La depressione cronica" mi risponde secco. Io mi limito a rimanere in silenzio, poi ringrazio e me ne vado. Sapevo che quest'appuntamento non sarebbe mai dovuto diventare una cosa fissa. Sapevo che prima o poi avrei scoperto di essere afflitta da qualche problema.

Marcio in modo sicuro fino a casa mia, forse più arrabbiata che rattristata. Quando sono ad un passo dall'entrata, noto due dei miei vicini guardarmi male ed in silenzio, ma vado troppo di fretta per poter pensare a quale cattiveria stessero dicendo sul mio conto. Salgo le scale del condomino in tutta fretta, fin quando non intravedo la mia porta ed un foglio rosso appeso. Mi avvicino spaventata a quest'ultima, dalla quale posso leggere solamente 'AVVISO'. Milioni di parole noiose e poi..

contratto di sfrattamento

debiti ammontati

tasse non pagate

14 giorni

Sono totalmente fottuta. Mi porto le mani al volto e scoppio in lacrime, lasciandomi poi cadere a terra con la schiena contro la parete. Continuo a tirare su con il naso e l'unica cosa che vorrei fare è strapparmi tutti i capelli dalla disperazione. Come posso trovare un altro posto e portare via con me tutta la mia roba, in 14 giorni?

E poi vorranno ancora che recuperi tutte quelle tasse lasciate in debito per tutti quei mesi. Non ho assolutamente via di scampo. Sono fottuta.

Ho bisogno di una bella manciata di minuti, prima di asciugarmi il naso con la manica del maglione ed alzarmi in modo indeciso e barcollante. Entro nel mio (ex)appartamento e mi guardo intorno, non riesco a smettere di piangere. Non ho intenzione di continuare a stare sotto questo tetto con la consapevolezza di essere sul punto di essere sbattuta fuori.

Mi rendo conto di non possedere molte cose, oltre ai miei vestiti e qualche cibo precotto nel frigorifero. Butto tutto quel mangiare scaduto nel cestino. Racchiudo in due grandi borse tutto quello che mi appartiene e a cui tengo. Non mi spreco nemmeno di far trovare al proprietario il posto pulito, e me ne vado mordendomi il labbro, sforzandomi di non piangere.

Cammino per la strada sempre con passo più marcato e reggo a fatica tutte quelle borse pesanti. Non so dove sto andando, ma non voglio apparire una perfetta idiota senza meta, perciò continuo per la mia strada.

Non ne so nemmeno il motivo, ma l'unico posto in cui voglio stare in questo momento, potrebbe essere il meno opportuno in cui recarsi. Sbuffo, dando per una volta ragione al mio istinto di sopravvivenza che al mio intelletto. Infilo la mano nella tasca, poi afferro il cellulare e compongo il numero.

"Pronto?" una voce poco virile risuona dall'altra parte dell'apparecchio.

"Uhm, Dtt.Tomlinson?" chiedo incerta sulla pronuncia del cognome.

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