𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 16

6.2K 239 57
                                    

𝙻𝚎 𝚝𝚞𝚎 𝚜𝚙𝚒𝚗𝚎.
ᴇᴅɢᴀʀ

«Otto Fagarò ha lasciato la città un paio d'ore fa e non era solo.», Elliot mi parlava sottovoce appena sopra la mia spalla. I miei occhi erano inchiodati sulla pelle pallida di mia moglie, sul suo laconico panico, che raggiungeva soltanto me in quella sala. I suoi occhi, lo sguardo del diavolo, mirava a suo cugino e al suo discorso da due soldi. «Il prete ha fatto salire lui, una ragazza e un bambino su un furgone.» continuò mio fratello, destando la mia ferocia incertezza che consumava il corpo e la mente di una donna che quella sera e nei giorni prima tramava qualcosa nel suo piccolo mondo, cospirava come se io non avessi occhi negli angoli più impensabili di quel cazzo di paese.

Avevo scoperto soltanto quella mattina che suo cugino non era tornato a casa, dal padre, per redimersi. Era andato diretto da quel prete, Tibor Berlioz, e aveva girato la città assieme a degli scagnozzi in cerca di qualcosa.

Qualcosa che si era rivelato una ragazza e un bambino.

«Dove sono diretti?» domandai senza staccare gli occhi da lei.

«Ancora non saprei dirti la meta esatta ma sembra che vogliano raggiungere il Messico.» rispose Elliot, «Che faccio?»

Che cosa stava succedendo?

Perché tutta quella segretezza?

«Niente.» asserii, «Continua a seguirli finché non scopri la loro meta finale.»

Il discorso di quel idiota finì con il brindisi di Irina e la sua attenzione si pose istantaneamente su Jospeh Fagarò. Quello si girava l'anello al mignolo, gonfiando il petto con un'aria gloriosa.

Allora capii.

Compresi lo scopo di tutte quelle parole. Irina Fagarò si preparava a rendersi la vita un inferno, avrebbe giurato fedeltà ai Fagarò.

Sciocca ragazzina.

Non l'avrei fermata.

Se era quello ciò che pensava fosse giusto, allora non mi sarei intromesso ma ne avrebbe pagato le conseguenze.

Camminò sicura di sé per raggiungere suo zio. Lo guardò con determinazione, ma fu tutto una finzione. Gli passò accanto e venne da me.

Rimasi di stucco.

Si fermò, fronteggiandomi. Osservò per un attimo i miei occhi con uno sguardo vuoto, privo di sostanza e prese la mia mano sinistra nelle sue.

Tremava.

Per paura?

Per ansia?

Per cosa?

Si portò la mia mano al volto e sfiorò l'anello al mignolo con le labbra. Sentii in sottofondo un insieme di sospiri brevi alzarsi in tutta la sala e poi un silenzio immane lasciò spazio a nient'altro che turbamento.

Lei rimase immobile, pallida, oserei dire sconvolta dalla sua stessa scelta, la mia mano grande stretta tra le sue, percosse da brividi non visibili ma percettibili.

Aveva appena sigillato una promessa.

Mi aveva dato la sua lealtà.

L'aveva fatto davanti a un numero consistente di testimoni, davanti a mio padre e davanti alla sua famiglia.

Quello che sembrava essere un gesto innocuo cambiava tutto. Irina stava voltando le spalle alla famiglia, al suo stesso sangue. Quel gesto avrebbe, a poco a poco, mandato tutti i Fagarò in rovina e non avrebbero avuto altra scelta che baciarle i piedi e chiederle perdono.

Devotion // Famiglia e Lealtà //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora