𝙸𝚗𝚝𝚛𝚒𝚐𝚘.
ᴇᴅɢᴀʀ
17 ottobre 2005
Isola di Cillian,
Oceano Pacifico, giurisdizione USA
Ore: 20:22«Avrei dovuto sposarla.»
Attorno al tavolo da pranzo, nella giallastra luce della plafoniera appesa al soffitto, il silenzio divenne teso. Si sentivano le onde dell'oceano e il movimento lieve dello yacht faceva oscillare nient'altro che i pensieri discontinui della mia mente.
Quella sera, durante l'abituale cena di famiglia, mi sentii un impostare e rovinai la quiete, aprendo la bocca soltanto perché quel fatto nel mio cervello non voleva starci e tutti gli occhi furono su di me.
Avrei dovuto sposarla.
Mio padre, Elliot e mia madre, ognuno con il loro grande desiderio di capire la dinamica che intrecciava i fili dei miei ragionamenti, posero il loro sguardo su di me.
Non c'era nulla di complicato.
Nulla.
Avevo saputo del contratto di matrimonio con la figlia di Ivan Fagarò, Irina, poco meno di tre giorni prima. Il vecchio era morto da poche ore, molto probabilmente fatto fuori da qualche suo rivale, e sua figlia stava per essere data nelle mie mani, assieme a tutto l'impero che spettava a lei.
Un affare a cui diedi il mio interesse, intrigato dall'opportunità, dalle circostanze ma soprattutto dalle richieste dell'uomo.
Tuttavia, ogni cosa si dissipò.
Non ebbi il tempo di prendere il controllo che ogni cosa mi scivolò di mano.
Irina Fagarò era morta.
La ragazzina si era suicidata il mattino dopo il funerale del padre.
Quella che avrebbe dovuto diventare mia moglie, scelse la morte.
Incrociai gli occhi di mio padre, il suo fulgore velenoso era sempre più spento da quando gli affari della famiglia erano stati messi nelle mie mani, ma era ancora lì. Lui, l'uomo che aveva fondato la bellezza del brutto, non se ne sarebbe mai andato. «Perché non ci ha pensato lui, perché lasciare tutto il fardello sulle spalle di una ragazzina?»
C'erano molte incognite attorno a quella ragazza, alla sua morte e a quella del padre. Tutta roba che a forza di cercare di conoscere meglio assumeva la stessa forma e sostanza di un mela marcia.
Ero stato messo in mezzo per soltanto due fottuti giorni ed ero fuori di me pensando a tutte le cose di cui ero stato privato in così poco tempo.
Cose su cui non ho avuto alcun potere.
Mio padre non fece una piega. Corrugò leggermente la fronte, come se un pensiero gli fosse sfuggito all'improvviso. «Sii felice che non sia successo, figlio mio.» mi disse, «Forse la morte è stata la fine giusta per lei.» mormorò con quel suo tono da uomo saggio.
Una parte di me gli dava ragione, eppure non me ne capacitavo, non quella sera.
«Cillian.» la voce flebile di mia madre lo riprese, ma sapevo bene che non era ben diversa da lui e io da loro. Tendeva a dargli ragione quasi sempre e forse nemmeno quella volta lo credeva veramente nel torto ma non voleva ammetterlo.
Non davanti a me.
Mio padre tese la mano e strinse quella pallida, magra e malaticcia di lei.
Era migliorata molto negli ultimi tempi, la malattia, malgrado il danno permanente lasciatale, le stava dando tregua e i dottori erano sempre più ottimisti.
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Devotion // Famiglia e Lealtà //
ChickLit[La trilogia è completa] Un contratto di matrimonio. Un accordo terribile. Uno sconosciuto dalle mani gentili. Lei gli è stata promessa e lui ha fatto una promessa al padre per averla. Edgar Dutton e Irina Fagarò sono due opposti, due figli della ma...