𝙻𝚊𝚌𝚛𝚒𝚖𝚎 𝚎 𝚟𝚎𝚛𝚒𝚝à.
ɪʀɪɴᴀ
2 gennaio 2012
Summerlin, Las Vegas
Nevada, USA
Ore: 8:18Arrivare a mia madre non fu facile.
Sulle sue tracce ci si imbatteva in tanti vicoli ciechi.
Come avevo supposto, Frances Fagarò, non si trovava più negli Stati Uniti e ciò aveva costretto Edgar a spostare le sue ricerche fuori dallo stato.
Tutto suggeriva che quella donna non volesse essere trovata. Tutto, inclusi persino due certificati di morte che ne confermavano il decesso accertato dalle autorità di due contee diverse dall'altra parte del continente.
Mi era chiaro ormai che usasse quel metodo per depistare chiunque volesse arrivare a lei ed ero anche convinta che non fosse opera sua, ma di mio padre. Che fosse stato proprio lui a pianificare tutto nei minimi dettagli per tenere qualsiasi minaccia lontana da lei o chissà a tenere lei, la vera minaccia, lontana dalla famiglia.
Più i giorni passavano più desideravo parlarle.
Le domande e i dubbi sul passato della famiglia mi opprimevano. Troppe cose dette da zia Vera quadravano a perfezione e tante altre, volevo con tutta me stessa, che fossero smentite.
La mia vita a Las Vegas dopo il ritorno dai genitori di Edgar era diventata quasi a regola d'arte, non che sapessi che forma avesse una vita coniugale di tale portata ma la mia idea di perfezione era quella. Mi ero persino avvicinata a Sarah e avevo finalmente conosciuto anche Fiona. Le ragazze si fidavano di me e occupavano le mie giornate, soprattutto Sarah. Non mi temeva al contrario spesso cercava di sapere di più su di me e su Markus, ma io le impedivo di andare a fondo sulla persona che ero veramente.
I miei sentimenti per Edgar non erano cambiati al nostro ritorno in città eppure, per quanto il mio cuore cercasse di aggrapparsi al suo in ogni momento, non riuscii più a dirgli che lo amavo. Temevo quasi di rompere quel sentimento, di privarlo del suo valore una volta sfiorato le mie labbra. Non comprendevo a fondo quella nuova paura. La provavo fin dentro le ossa ma non la capivo.
Una mattina mi svegliai per la prima volta in un letto non vuoto. Ancora prima di aprire gli occhi, mi accorsi della presenza di Edgar, del suo fervore sotto le coperte, del suo respiro contro la mia nuca. Un suo braccio stava inerme sotto la mia testa e l'altro era cinto attorno al mio petto, con il suo corpo duro dalla pelle rovente, ad aderire alla mia schiena e le sue gambe intrecciate alle mie.
Non capii come mai fosse ancora lì.
Se ne andava sempre prima, lasciando dietro di sé una metà sempre fredda al mio risveglio e invece quel mattino mi stava ancora stringendo a sé.
Non fiatai e non cercai nemmeno di allontanarlo.
Era bello per una volta svegliarmi e non dover cercare di colmare il vuoto.
Mi lasciai avvolgere da quel momento, da quella sensazione nuova e desiderai che durasse in eterno.
L'abitudine mi costrinse a levarmi l'anello e a leggere di nuovo quella scritta. Ormai lo facevo così spesso da non rendermene nemmeno conto.
Mo Cuishle.
Mio sangue.
Mi sentivo così felice negli istanti in cui i miei occhi percorrevano quelle lettere. Per la prima volta mi sentivo importante, mi sentivo completa e non avevo alcun ripensamento.
Il braccio di Edgar mi strinse di più contro di lui e allora mi rimisi la fede, ascoltando il cambiamento del suo respiro man mano che si svegliava. Strofinò il suo volto tra i miei capelli, passando dalla nuca all'incavo del mio collo, dove inspirò l'ossigeno a grandi boccate.
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Devotion // Famiglia e Lealtà //
ChickLit[La trilogia è completa] Un contratto di matrimonio. Un accordo terribile. Uno sconosciuto dalle mani gentili. Lei gli è stata promessa e lui ha fatto una promessa al padre per averla. Edgar Dutton e Irina Fagarò sono due opposti, due figli della ma...