𝙽𝚒𝚎𝚗𝚝𝚎.
ɪʀɪɴᴀ
Parte 2Il rimbombo fu netto.
La forza dello sparo assalì il mio corpo, salendomi lungo tutto il braccio, scuotendolo e percorrendo ogni centimetro della mia pelle.
L'avevo già fatto.
Avevo già sparato a bersagli fatti di carta, a latine di birra, piatti lanciati in aria.
Una volta, arrivavo persino a considerarlo un passatempo.
Ma quella fu la volta che innescò in me una sensazione di gelo.
Fissai senza ossigeno nei polmoni gli occhi di quel ragazzo. Vividi, pieni di terrore. La sua pelle era pallida, così pallida che le sue labbra sembravano bluastre come quelle di un cadavere. Mi guardava come se avesse visto un fantasma mentre il sudore gli colava da ogni parte della fronte, si mescolava alle lacrime e al muco che fuoriusciva dal suo naso. Gli zampillò un sospiro spezzato, mormorò qualcosa che non riuscii ad udire. La mia vista era sfuocata, a tratti metteva a fuoco quello sguardo e a tratti lo perdeva.
Respirava.
Respirava ancora.
Sconvolta, abbandonai i suoi occhi e mirai alle dita calde avvolte attorno al mio polso. Una mano grande reggeva la mia, se ne stava lì, ferma.
Mi servì ancora qualche secondo per capire quella situazione.
La mia mente non elaborava pensieri, era come avere la testa sotto acqua.
Passai gli occhi sul braccio teso di Edgar, mi persi tra le squame del serpente sulla sua pelle che copriva i rilievi delle sue vene fin sotto le maniche arrotolate della camicia e poi tornai di nuovo alla sua mano avvolta al mio polso. E poi più in là, finalmente appresi qualcosa che mi lasciò stordita.
La mia mira.
La punta della canna non era più impugnata per mirare alla fronte di quel ragazzo, era spostata appena appena di lato ma quei pochi millimetri avevano cambiato tutto.
L'orecchio di quello sanguinava, gli mancava la punta ma oltre a quello non aveva subito altri danni.
Vivo.
Era vivo.
Ma che...
A poco a poco, riuscii a farmi entrare nella testa che Edgar mi aveva impedito di ucciderlo ed ero a dir poco confusa se non scompaginata.
«Va bene così.» mormorò lui piano sopra la mia spalla, e poi procedetti a togliermi l'arma di mano. «Sei stata brava, micetta.» mi disse lasciandomi un bacio sulla tempia.
Va bene così?
Ero stata brava?
«Cosa?» riuscii a dire a stento mentre lui mi dava le spalle.
«Portatelo via e lasciateci soli.» asserì non badando minimamente a me, al mio stato palesemente scosso.
Nessuno obiettò.
La stanza fu svuotata in pochi attimi e io me ne rimasi bloccata nello stesso punto dove avevo premuto il grilletto mentre Edgar era tornato a sedersi sui divanetti.
Mi parve tutto surreale.
Ero stata sul punto di uccidere qualcuno.
No, non qualcuno.
Lì, davanti a me, c'era Abel.
Ero convinta di volerlo, ero pronta a guardare in faccia la mia prima vittima, il mio primo assassinio.
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Devotion // Famiglia e Lealtà //
ChickLit[La trilogia è completa] Un contratto di matrimonio. Un accordo terribile. Uno sconosciuto dalle mani gentili. Lei gli è stata promessa e lui ha fatto una promessa al padre per averla. Edgar Dutton e Irina Fagarò sono due opposti, due figli della ma...