𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 2

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𝙼𝚒𝚊 𝚙𝚛𝚘𝚖𝚎𝚜𝚜𝚊
ɪʀɪɴᴀ

Quella voce mi straziò, si insinuò nella mia testa e per attimi frivoli mi sembrò di non essere più vigente per il mondo.

Che cosa scatenò tutto quel putiferio?

Il suono del mio nome.

Era rimasto tacito per così tanto tempo che mi suscitò un'incrinatura. Aprì uno spiraglio da cui vidi quanto ero stata lontana dal dimenticare. Quanto ero stata lontana dal piangere per davvero la morte di mio padre e la perdita del nome della famiglia a cui appartenevo.

Mi sentii intorpidita, schiacciata dal peso del tempo.

Vidi e sentii un altro velo nero in pizzo coprire il mondo che mi circondava. Mi paralizzò l'idea di correre incontro alla realtà, di correre incontro a Edgar Dutton.

Venni a meno delle parole e rimasi tacita più del dovuto, fin quando non mi accorsi che ero rimasta sola con gli italiani.

Dopo quella telefonata, quei quattro uomini ci portarono via da quella casa.

Sharon e Dabbie furono lasciate nelle prassi di un ospedale e tra quei pochi pensieri che avevano un minimo di senso dubitai che la prima sarebbe sopravvissuta al massacro subito da quel certo Domenico.

Non provai nulla.

Intontita lo ero per davvero.

Tutta la vita di Lily Cox si azzerò come se non fosse mai esistita e chissà, era forse quella una parte della verità.

Una parte della verità che esistette nella mia testa per tanto tempo. Avevo spazzato via le amarezze del mio passato per dare una vita migliore a quella ragazzina e ora che un dettaglio di quel passato, un dettaglio che andava sempre vaneggiando nella mia testa, aveva creato di colpo uno spiraglio nella sua vita, tutto di lei stava usando quel spiraglio per autoeliminarsi.

Diventai più conscia di quello che avevo fatto soltanto quando gli italiani mi portarono nella villa di De Facio. Nella sua grande casa a due passi dalla spiaggia di San Diego, dove mi rintanarono in una delle stanze senza rivolgermi la parola.

Mi venne un dolore familiare allo stomaco, un blocco che mi neutralizzò più del dovuto quando mi trovai tutta sola.

Ripensai alla voce di quell'uomo, camminando avanti e indietro per quella stanza, lo feci senza rendermene conto.

Non avrei dovuto, mi dicevo, non avrei dovuto!

Non desideravo per nessuna ragione al mondo incontrarlo. Non sapevo ancora chi fosse, non sapevo nemmeno per quale motivo al mondo mio padre avesse firmato quel contratto!

Imprecai fino allo sfinimento senza capire dove sbattere la testa.

E se il suo primo pensiero sarebbe stato quello di riportarmi indietro?

Di vendermi nuovamente alle grinfie della malavita?

Che cos'era quella paura che provai a quelle domande?

Perché mi sembrò così nuova e devastante?

Mi venne tanto affanno che pensai di perdere i sensi. Il cuore mi martellava forte nel petto e il terrore, quello che credevo di non essere in grado di provare si manifestò all'improvviso.

Dovevo far sparire le mie tracce...di nuovo, non potevo rischiare di andare incontro a quel destino incerto e non potevo far sapere a nessuno che Irina Fagarò fosse ancora viva.

Devotion // Famiglia e Lealtà //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora