𝙿𝚎𝚝𝚊𝚕𝚘 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚘.
ɪʀɪɴᴀ25 settembre 2011
Summerlin, Las Vegas
Nevada, USA
Ore: 8:53L'immenso giardino di fronte alla loggia, quel mattino, irraggiava i suoi colori, verdi e floridi, rasentato dal sole. Aveva una nota di nostalgia, tanto che se mi capitava di chiudere gli occhi, solo per un secondo, mi sembrava di essere a casa. Mi sembrava di balzare nel tempo, piombando coi piedi nudi sul prato del giardino, che circondava la tenuta, verde e bagnato dalla brina che lo rivestiva al mattino nelle giornate autunnali e quelle primaverili.
Fu quasi un crimine andare addietro di anni e anni per un ricordo così elusivo eppure tutto risultava più facile che darsi in pasto ai ricordi della sera prima.
Fu un mattino molto insulso quello.
Qualche nuvola scheggiava l'orizzonte e il vento sembrava inesistente.
Celati dentro la mia testa, una marea di incertezze, mi prendevano a morsi l'anima.
Erano ancora tanti i tasselli che mi mancavano per vedere il principio su cui faceva leva la mia vita eppure non spesi un secondo del mio tempo a rimuginare.
Continuai a conoscere superficialmente quel presente con il timore che conoscerlo a fondo mi avrebbe fatto troppo male.
Alzata presto quel giorno, in un letto vuoto, la prima cosa che feci fu quella di levarmi di dosso le sue tracce e poi abbandonai quella stanza come se fosse un campo da guerra minato.
Mi aspettò una colazione abbondante sotto l'ombra di quella loggia e la calma che ci trovai, mentre sorseggiavo del tè nero, fu la cosa più spaventosa che avessi mai sperimentato.
Era un silenzio che dava spazio ai troppi pensieri ed era l'ultima cosa che volevo.
La notte passata con Edgar mi perseguitava, mi stava addosso come l'ombra di un abisso.
Ogni parte del mio corpo mi riconduceva a lui e a lui soltanto. Ebbi brividi per tutto il tempo tanto che volevo supplicare Edgar stesso a lasciarmi in pace.
Quel male carnale mi bruciava sulla pelle.
Era violento.
Ma le sue parole, quella conversazione prima che mi razziasse, furono più taglienti.
Ero furibonda.
La devozione.
Come aveva fatto ad arrivare fin lì?
Come aveva fatto ad avvicinarsi così pericolosamente alla verità senza commettere il minimo di sforzo?
In fondo, però, poteva anche capire che cosa mi stesse consumando dentro ma non avrebbe mai, mai, compreso tutto.
Dovevo iniziare a leggere i suoi occhi, pensai.
Ebbi l'assoluta certezza che capendolo a mia volta avrei potuto distruggerlo, avrei potuto fargli pagare un prezzo altrettanto salato per non avermi concesso del tempo.
Markus mi raggiunse una ventina di minuti dopo.
Quella colazione si stava dilungando, ma io non avevo alcuna fretta.
Si fermò accanto alla mia sedia mentre scrutavo, arresa ai pensieri, quella vista nostalgica.
«Signorina Fagarò.» richiamò la mia attenzione con un tono di voce basso e neutro.
Mi spuntò un sorriso amaro.
«Markus.» dissi dolcemente, «Lo sai che non vado più con quel cognome.» gli feci notare divertita.
STAI LEGGENDO
Devotion // Famiglia e Lealtà //
ChickLit[La trilogia è completa] Un contratto di matrimonio. Un accordo terribile. Uno sconosciuto dalle mani gentili. Lei gli è stata promessa e lui ha fatto una promessa al padre per averla. Edgar Dutton e Irina Fagarò sono due opposti, due figli della ma...