Chapter 1.
Ottobre 1993.
Era una dolce serata autunnale, da pochi giorni il calore dell'estate era scomparso per far spazio ad un periodo più rigido e malinconico, ricco di abbondanti piogge e giornate di una lentezza estenuante.
Non amavo particolarmente le mezze stagioni, non mi piacevano le mezze misure e in particolare non nutrivo affetto nei confronti dell'inverno e dei mesi freddi, mi incutevano tanta tristezza e non sapevo come scacciarla via.
Mi piaceva l'estate e i sapori caldi che portava con sé.
Mi piaceva avere la luce del Sole per gran parte della giornata, mi aiutava a sentirmi meno sola e mi aiutava nei momenti di sconforto, dal momento in cui ne avevo parecchi da un po' di tempo.
Ero sola, completamente sola e non avevo nessuno al mio fianco, soltanto i miei figli.
Danielle e Benjamin erano le stelle del firmamento del mio cuore, erano le uniche luci in un buio che durava da troppo tempo, erano la mia felicità e la ragione del mio sorriso.
Ero sposata, ma in realtà il mio era un matrimonio complicato e pieno di problemi.
Non c'era più l'amore che io e Danny avevamo all'inizio, in realtà non c'era più niente di noi, di me e di lui, era tutto un qualcosa di inutile.
Il rapporto veniva spinto ogni giorno e salvato dall'orlo del fallimento soltanto per mia volontà.
Andava avanti così, un po' perché non mi andava di separarmi con dei bambini così piccoli e un po' perché in fondo speravo in un cambiamento.
Speravo che lui cambiasse.
Quando ci fidanzammo non avevo la minima idea di chi avessi davanti.
Un uomo bellissimo esteticamente, ma con così tanti demoni al suo interno da spaventare chiunque.
Non era mai a casa, tornava ad orari improponibili e la maggior parte del tempo lo trascorreva a bere e a divertirsi con le donne, ormai lo sapevo fin troppo bene e non ne rimanevo stupita.
Faceva male, così male da impedirmi una qualsiasi reazione.
Mi provocava soltanto dolore e non mi lasciava spazio per vivere la mia vita.
Ero ancora abbastanza innamorata di lui, ce la mettevo tutta per far sì che il nostro rapporto tornasse come prima, ma lui non accennava una minima ripresa e a me non andava di mantenere un matrimonio soltanto dalla mia parte.
Avrei fatto di tutto per tornare come prima.
Avrei dimenticato tutti i tradimenti, tutte le bugie e tutto il male che mi aveva fatto pur di continuare ad avere un marito, un marito presente, un uomo sul quale poter contare.
Il problema, però, si ripresentava di continuo.
Mi prometteva di cambiare, diceva di amarmi e che tutto si sarebbe aggiustato, ma alla fine quella che ci cadeva ero sempre io e, di nuovo, non c'era mai niente.
A farmi compagnia, d'altra parte, c'era la musica.
Erano un po' di anni che mi chiudevo nella mia camera a suonare e a comporre qualche melodia accompagnata dalle parole tristi che il mio cuore sprigionava, mi aiutava a sentirmi meno sola e abbandonata a me stessa.
Mi piaceva suonare il pianoforte e lasciarmi trasportare dalla musica, era una sensazione che sembrava porre fine alle responsabilità che mi sentivo addosso e alle negatività.
STAI LEGGENDO
Heroine.
Romance"Lui era come la mia ultima dose di eroina, la più potente e prelibata. Quella che avrebbe messo fine alle mie sofferenze. Quella che non mi avrebbe lasciato scampo." Una potente droga della quale non esiste una cura, un potente anestetico capace di...