Chapter 2 - Sad man.

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Chapter 2.



Ottobre 1993.


"Lisa, sei bellissima con tutti gli abiti che hai provato fino ad adesso, non farti problemi!" - Disse Danny, osservandomi dalla poltrona sulla quale era seduto, alzando gli occhi al cielo, stufo.

Avevo cominciato a provare degli abiti e lui aveva insistito a prendere parte alla mia scelta, non lo avevo di certo obbligato e se ne sarebbe potuto andare comodamente.

Non lo costringevo a sbuffare ogni volta che indossavo un capo, per poi togliermelo da dosso subito dopo.

Era sempre così.

Ogni volta in cui dovevo partecipare ad una cena particolare o ad una festa cominciavo a riempirmi di complessi riguardanti il mio modo di vestire, anche quando non c'è n'era bisogno.

Quella sera avrei preso parte ad un party di beneficenza, si trattava, per meglio dire, di una cena nella quale avrebbe partecipato chiunque avesse effettuato una propria donazione ad un'associazione benefica.

Si trattava di gente dello spettacolo, persone costantemente sotto i riflettori e dovevo ammettere che, nonostante io non fossi un'estranea alla faccenda, mi trovavo leggermente a disagio.

Ero sicurissima di non conoscere nessuno e speravo almeno di poter scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, non volevo di certo annoiarmi fino alla morte e quelle situazioni spesso portavano a qualcosa del genere.

Ero stata invitata a causa della donazione che io e Danny avevamo fatto alla fondazione organizzatrice, in realtà lui si era occupato soltanto di inviare il versamento, le mani al portafogli le avevo messe io.

Avevamo avuto anche una pesante litigata per questo motivo, ma non era una grandissima novità dal momento in cui le nostre discussioni erano di routine.

Litigavamo per ogni minima cosa, anche la più stupida poteva causare una conversazione che ci avrebbe portati alla rabbia.

Per quella sera, però, ci eravamo promessi di essere una normale coppia come tutte le altre e che avremmo fatto a meno di farci del male.

La verità era che non ero un tipo da cene e feste varie, non mi attiravano quel genere di circostanze e quella era una delle sere nelle quali avrei fatto a meno di uscire e vedere gente.

Volevo rimanere a casa con i miei figli, volevo rilassarmi e stare sola, però non mi era possibile.

La cosa che più non sopportavo, era andare in un maestoso ristorante in compagnia di mio marito e fingere di essere la bella coppia che non eravamo.

Dovevo fingere, come sempre.

Mi ero stancata di quel comportamento, volevo essere me stessa e stando con Danny non ce l'avrei mai fatta.

Stare con lui richiedeva una finzione estrema e tanta interpretazione nel ruolo della moglie felice e innamorata.

Innamorata, si. Felice, no.

Quello non lo ero mai stata.

"Sono pronta, andiamo." - Dissi stirandomi addosso il vestito, lo feci scivolare con garbo lungo i miei fianchi e mi guardai un'ultima volta nello specchio.

Nel riflesso vidi una ragazza che non sapeva più cosa fosse la felicità, una ragazza che non sorrideva e non provava amore da tempo.

Era assurdo gettare una vita così per un motivo indefinito, il problema era tutto nella mia testa ed era raggruppato alla paura di lasciare quell'uomo.

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