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| 𝘊𝘪 𝘴𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘦 𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘴ì.


POV: HARPER

Il giorno dopo mi svegliai di fretta, ero in ritardo per la prima volta nella mia vita.

La sera prima dimenticai di mettere la sveglia.

«Harp, non vorrai fare tardi il tuo secondo giorno di scuola» mia sorella oltre a fare un lavoro per mantenerci frequentava anche l'università e proprio quel giorno aveva un esame.

Faceva ridere la situazione.

Era molto nervosa, proprio per questo non le diedi tanto peso.

Arrivai a scuola con il fiatone, e con il tumore non aiutava per niente ma ci scherzai sopra.

Oggi si terrà la prima lezione nella mio nuovo corso che scelsi di frequentare: Letteratura Italiana.

Fortunatamente arrivai in classe ancora prima che arrivasse la professoressa, la quale arrivò pochi istanti dopo e fece subito la sua presentazione, dicendo di essere la professoressa Walter e altre cose che, sinceramente, non ascoltai.

Sembrava una professoressa seria ma, se vedeva l'impegno nella sua materia, ti premiava.

Fu interrotta da qualcuno che bussava alla porta, una volta che la professoressa diede il permesso per entrare lo vidi.

Vidi il ragazzo che ieri sera andava in bici e passava sempre da casa mia, fin quando non ebbe la geniale idea di presentarsi.

Vidi Jack.

Aveva i tutti i capelli fuori posto, era vestito con dei cargo neri e una maglietta nera con scritto 'Nirvana'. Be', aveva bei gusti.

Eravamo nella stessa classe.

Si girò verso la professoressa e fece un sorriso compiaciuto.

«E tu chi sei?» chiese la professoressa, del tutto infastidita del suo ritardo.

«Mi scusi professoressa...» fece una pausa per leggere il suo cognome alla lavagna «Wolter, Sono Jack Avery»

«Professoressa Walter» lo corresse ancora più infastidita.

«Walter, Walter» disse per accontentarla.

Lui raccontò che la sera prima la ruota della sua bici si bucò e che, di conseguenza, dovette arrivare a piedi.

Essendo il primo giorno la professoressa lo fece passare.

Non appena si girò verso la classe per salutare fui abbastanza sicura che mi riconobbe.

La sua espressione cambiò in un millesimo di secondo, non capii se in bene o in male.

In ogni caso non ci spesi molto tempo su.

Durante la lezione Jack fece vari interventi, pensavo fosse un ragazzo poco interessato alla scuola.

𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒍𝒊𝒎𝒊𝒕𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora