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POV: HARPER

Pochi giorni dopo, mi trovavo nel divano di casa mia a guardare un film con mia sorella.

Il solito, quello per far scendere le magnifiche lacrime: le pagine della nostra vita.

Io ovviamente avevo pure letto il libro, ed era in assoluto uno dei miei preferiti.

E con mia sorella, ogni tanto, quando non avevamo niente da fare, guardavamo il film.

Era domenica mattina e il giorno dopo sarei dovuta rientrare a scuola, soltanto il pensiero mi faceva provare la sensazione più brutta di sempre, come se delle lame mi avessero appena trafitta.

In questo film ci sono molte parti in cui i protagonisti spiegano cosa provano l'uno per l'altro, e di certo non era banale.

Poiché mi ritrovavo a sorridere non appena sentivo quelle parole, perché ero totalmente sicura di provarle per Jack.

Ma lo ero ancora?

Da quando Claire mi aveva detto del loro bacio non glielo chiesi mai, non tirai mai fuori l'argomento.

Perché avevo paura della verità, ero abbastanza insicura e certamente un tantino gelosa.

Poco dopo bussarono alla porta e andai io, non appena arrivai davanti non esitai ad aprire perché sapevo già.

«guarda cosa ti ho portato» disse Jack, non appena mi vide, abbandonandosi in un bellissimo e sincero sorriso.

Abbassai il capo e notai che tra le sue mani c'era un cestino, inizialmente non capì cosa significasse infatti rimasi a guardarlo sorridendo, cercando di collegare le cose.

«vuoi fare un picnic?» gli chiesi infine, non c'ero arrivata subito, lo ammetto, poiché di solito queste cose le vedevo soltanto nei film.

Lui continuando a sorridere annuì con il capo, così poi entro in casa e posò il cesto sopra il tavolo della cucina.

Io lo seguì e, nel momento in cui si rigirò verso di me, mi baciò.

Sapeva quanto adorassi questi baci, erano così carini che quasi quasi mi sarei messa a piangere.

«Oh, ciao Jack!» mia sorella lo vide non appena uscì dal salotto per andare a prendere qualcosa da bere.

«Ciao, Effy. Ti dispiace se oggi rubo tua sorella per un intero pomeriggio?» chiese Jack in modo sarcastico.

Mia sorella rise alle sue parole per poi scuotere il capo divertita.

«Che domande!» disse, guardandolo.

Jack allora sorrise e mi prese la mano, mi guardò dritta negli occhi e mi abbracciò.

In quel momento mi sentì molto in imbarazzo poiché mia sorella, quasi sicuramente, ci stava guardando e stava sorridendo con quel suo sorriso beffardo.

Ma sinceramente, non mi importò più di tanto, anche io lo abbracciai.

Posai la mia testa sulla sua spalla, cosicché il suo odore potesse invadere le mie narici.

Era l'odore di cui non avrei voluto mai al mondo liberarmi, lo amavo.

«Ti amo...» mi venne così spontaneo dirlo che neanche me ne resi conto, ero ancora tra le sue braccia e non avevo intenzione di dividermi.

Quello che poteva sembrare un semplicissimo abbraccio tra due ragazzi, in realtà era tutto.

Lo sentì sorridere alle mie parole e così mise le sue mani tra le mie guance, abbastanza rosse per essere notate.

«Ti amo.» disse deciso e leggermente a bassa voce, per poi baciarmi di nuovo.

Non potevo desiderare di meglio: mia sorella e Jack. Erano la mia famiglia.

«Bene, sono le tre del pomeriggio, non pensate di dover andare a fare questo magnifico picnic prima che mi mangi tutto io?» disse mia sorella, così distolsi lo sguardo da Jack per spostarlo su di lei.

La vidi mentre guardava ciò che c'era all'interno della cesta, scoppiai a ridere e così fece anche Jack.

«Tutto cucinato da me, sai, sono un ottimo cuoco» disse Jack alzando entrambe le sopracciglia in modo ironico.

Mi bloccai a guardare quel suo sorriso, lui, la sua persona, e iniziai a pensare a quanto fossi fortunata in quel momento.

Questo, pensai, è stato uno dei doni più belli che la vita mi avesse mai dato.

Ero felice, nonostante tutto.

Ero felice e lo sapevo.

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𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒍𝒊𝒎𝒊𝒕𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora