┌TWELVE┐

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┌SARÒ IL TUO ANIMALE┐

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┌SARÒ IL TUO ANIMALE┐

8.39 PM. Seoul,
Corea del Sud

"Ho bisogno che tu sia onesto con noi. Non per il nostro bene, ma per la tua stessa sopravvivenza."

Jimin strinse un sopracciglio e sbuffò, succhiando il lecca-lecca che aveva in bocca, e si sedette sulla sedia di legno dall'altra parte del tavolo, di fronte alla giovane donna al portatile, che muoveva frettolosamente le sue agili dita sulla tastiera.

Accavallò le gambe, per dare un'occhiata alla piccola stanza buia che aveva come fonte di luce solo una lampadina sopra di loro. Sembrava una noia mortale.

Ma Jimin non ci fece caso e si concentrò sulla donna davanti a lui, nella stanza degli interrogatori.

"Dov'è Ky e cosa gli è successo?" La voce della donna si fece più profonda e altre persone entrarono nella stanza; quando la porta si aprì, creò un piccolo scricchiolio che suonò fastidioso alle orecchie di Jimin.

Jimin aveva le labbra serrate, portò le dita sopra il grembo e iniziò a giocherellare con i pollici. C'era una sensazione sorda in cima alla sua mente, un pensiero che preferiva non ricordare.

L'onestà. Qualcosa di cui Jimin aveva dimenticato l'esistenza da tempo, fino a quando Jungkook non gli dimostrò il contrario—con le sue parole gentili e il suo dolce sorriso—ironico il fatto che Jimin sapesse perfettamente di essere andato lì all'Università del Crimine Greenleaf di Seoul solo per nascondersi dalla polizia, celando le sue azioni perniciose, e non per farsi degli amici o altro, eppure non ci riuscì.

Aveva dimenticato la sua missione e aveva finito per sciogliersi per un certo ragazzo dagli occhi da cerbiatto e dai denti da coniglietto, che lo seguiva sempre e gli alleggeriva la giornata con la sua presenza.

Una brezza quantica che faceva tremare il cuore di Jimin ogni volta che Jungkook lo guardava con i suoi begli occhi da Bambi. Prezioso. Quella era l'unica parola che Jimin riusciva a trovare per descrivere il ragazzo che considerava il suo migliore amico.

"Ospedale." Rispose Jimin in modo preciso, ma breve.

La risposta colse di sorpresa l'agente—che rimase spiazzata, divertita, sorpresa, scioccata. Gli occhi le si spalancarono e gli occhiali le caddero sul naso. Sembrava incredula. Jimin prestò attenzione ai suoi lineamenti tesi, notando ogni singola particolarità. "Cosa? C-Come? E cosa è successo esattamente?"

"L'abbiamo trovato mezzo morto in un tunnel. Supponiamo che lo stessero inseguendo." Rispose Jimin affondando i denti nel lecca-lecca che aveva in bocca e riducendolo in pezzi. Il suo sguardo era illeggibile e sembrava esausto. L'agente segreto che aveva davanti lo capiva troppo bene.

Era un agente segreto, dopotutto. Conosceva tutto e tutti. Anche Jimin non faceva certo eccezione in questo caso.

"Qualche idea sul perché sia stato inseguito e da chi?" Continuò un altro agente.

MONSTER | VKOOK [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora