┌FORTY-SEVEN┐

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Jungkook si sfregò la tempia in preda alla frustrazione, ancora nell'aereo, accanto a Taehyung, nella business class con non molte persone intorno a loro. Nove in totale, in tutta sincerità, compresi Eunwoo e Jieun, che sedevano qualche posto di fronte a loro.

"Piccolo, smettila di piangere adesso. Sono passate ore." Disse Taehyung, accarezzando la coscia di Jungkook per calmare il ragazzo, ma non smise. Alcuni passeggeri lanciavano ai due sguardi preoccupati e apprensivi che a Taehyung non piacevano.

"Se pensi di convincermi del contrario piangendo, stai commettendo un grosso errore, mio caro." La voce di Taehyung si abbassò e si mise a borbottare nell'orecchio di Jungkook, che stava guardando fuori dal finestrino, verso le soffici nuvole sottostanti. 

"Stai zitto e non parlarmi!" Jungkook scattò, pizzicando il bicipite di Taehyung per la frustrazione e piagnucolando, distogliendo lo sguardo. Taehyung si inclinò di nuovo, lanciando uno sguardo intorno a sé, e vide che Eunwoo e Jieun guardavano i due con preoccupazione, come tutti gli altri.

"È morto qualcuno?" Biascicò una donna, a pochi posti di distanza da loro. Jungkook girò lo sguardo verso di lei, osservando la donna attraverso i suoi occhi lacrimosi. "Sta per morire!" Spiegò Jungkook e Taehyung gli afferrò la coscia, scavandola con le unghie.

Semplicemente noioso, desideri insoddisfatti che Jungkook conosceva, Taehyung non era contento del modo in cui il marito continuava a fare i capricci. Insieme a quei saluti omessi, faceva crescere l'insicurezza di Jungkook.

"Vuoi abbassare la voce, per favore?" Lo sgridò Taehyung, lanciando un'occhiata a Jungkook. Il ragazzo più giovane si schernì, incrociando le braccia contro il petto. "Non farmi pentire di averti dato il privilegio di rispondermi."

Jungkook aveva montagne di parole che avrebbe voluto dire, ma invece le teneva sigillate nel suo cuore perché qualcosa lo stava affogando, ma non ne era del tutto sicuro, stavano sgorgando dal suo cuore, esaurendolo. Non era nemmeno sicuro di come fosse riuscito a resistere fino a quel momento.

"Vaffanculo," mormorò Jungkook e Taehyung non esitò, limitandosi a lanciare a Jungkook uno sguardo di disapprovazione e a distogliere lo sguardo, non essendo dell'umore giusto per imbarcarsi in un'altra inutile discussione destinata a non finire. "Io- io non ho paura di te!"

"Sì, certo, piccolo, non ce l'hai. Ti credo." Gli occhi di Taehyung erano pieni di fastidio e le sue labbra erano serrate, incrociando lo sguardo con quello di Jungkook. "Se non hai ancora paura di me, posso sicuramente fartela venire, così starai zitto, bel ragazzo."

"Come vuoi. Ti odio." Borbottò Jungkook sottovoce e la testa di Taehyung si appoggiò sulla sua spalla, posando la mano sulla coscia di Jungkook, accarezzandola e sfiorandola dolcemente.

Passarono alcune ore e, non appena Jungkook mise piede in aeroporto, sentì una sensazione di paura scorrergli lungo la schiena e riuscì a ricordare vividamente l'ultima volta in cui con Ky aveva visto Taehyung trascinare il corpo deceduto di Jin.

"Vai a dormire." Sputò Taehyung non appena entrò nell'enorme villa che prima apparteneva al signor Kim. "Nel frattempo vado a cercare quei tuoi amici," disse Taehyung, girando sui tacchi e chiudendo la porta dall'esterno e Jungkook vi sbatté contro il pugno con forza.

"Apri questa cazzo di porta, Taehyung! Non osare abbandonarmi qui!" Gridò Jungkook, con voce arrabbiata e piena di rancore.

Jungkook non riusciva a sorridere e a sopportare tutto ciò che Taehyung diceva. Non era divertente, non era più uno scherzo. Taehyung stava rovinando la sua salute mentale. Il suo buonsenso era dannoso per se stesso, e Taehyung aprì di nuovo la porta, ricomponendosi , e affrontò Jungkook.

MONSTER | VKOOK [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora