┌THIRTY-NINE┐

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I ricordi sono sempre fastidiosi. 

Quando cerchi di pensare a uno di essi, pian piano ti tornano in mente tutti, uno dopo l'altro. 

Quanti cuori aveva calpestato Taehyung finora e quante vite aveva portato via senza alcun rimorso?

Beh, se ci si sedesse lì a contare, ci vorrebbe naturalmente un bel po' di tempo.

"Jungkook! Smettila di correre!" Scattò Taehyung, inseguendo il ragazzo. I piedi superarono la pozzanghera, con una pistola in mano mentre correva. La giacca bianca che indossava sopra la camicia bianca senza maniche urtò contro la finestra, cadendogli dalla spalla.

Jungkook stava iperventilando, girando la testa verso Taehyung che indossa un cappuccio per camuffarsi. I suoi polmoni in fiamme ansimavano in cerca di aria e detestava il modo in cui erano andate le cose.

Taehyung strinse i denti, sparando a tutti quelli che gli capitavano a tiro e il forte sparo arrivò dopo. Se lo ricordava. Ricordava che 10 anni fa la situazione era la stessa.

Ma al posto di Jungkook c'era Lei e al posto di Taehyung il signor Kim. E ora entrambi non c'erano più. 

Non che a Taehyung comunque importasse. Non gli erano mai piaciuti i suoi genitori, tanto per cominciare. Solo ricordi sbiaditi che bruciavano lentamente nella sua mente. 

Era strano come erano andate le cose, ma forse c'erano stati segnali che lasciavano presagire questo esito fin dall'inizio, quando il signor Kim e Lei stavano ancora insieme.

L'intero matrimonio o qualsiasi cosa ci fosse tra il signor Kim e Lei non era mai stato qualcosa che Taehyung era in grado di capire da bambino. Dopo tutto, erano stati innamorati, anche se per un breve momento. 

Le cose cambiarono quando la coppia iniziò ad avere dei contrasti. A quanto pare, tutti odiavano suo padre perché era un egoista, un impostore che voleva soldi e denaro per rendersi felice.

Beh, anche Lei era egoista. Taehyung non riusciva a capire perché tutti pensassero il contrario. Se il signor Kim era egoista perché il denaro lo rendeva felice, Lei aiutava gli altri perché l'azione di fare qualcosa di bello per gli altri La rendeva felice e La faceva sentire meglio.

In fin dei conti, entrambi cercavano la propria felicità, che si presentava in due forme. Se una era sbagliata, allora anche l'altra doveva essere sbagliata, giusto?

Ma chi lo avrebbe accettato? Avevano solo bisogno di etichette. Uno doveva per forza essere quello sbagliato, mentre l'altro doveva essere quello giusto, quando in realtà tutti avevano tecnicamente ragione, dal loro punto di vista, no?

"Jungkook!" Ringhiò Taehyung, correndo oltre i vicoli, tirando fuori dai suoi pantaloni bianchi della tuta una ricarica per la pistola.

Jungkook piangeva da solo, voltandosi di tanto in tanto per controllare il ragazzo dai capelli neri, con le lacrime che gli scendevano sulle guance rosee, ancora sotto shock per come erano andate le cose. 

In qualche modo, se Taehyung avesse espresso quei pensieri ad alta voce, sarebbe stato considerato quello strambo. O quello sbagliato, tecnicamente parlando. Ognuno aveva una prospettiva diversa, per questo esistevano i regolamenti, per far sì che tutti fossero uguali. 

Ma Taehyung non voleva essere uguale in una società di ipocrisia. Nascere come un bambino strano e non avere amici perché era diverso. 

I genitori poi si pentono di aver avuto un figlio per disperazione, pensando che avrebbero risolto i problemi che avevano iniziato ad avere tra di loro.

MONSTER | VKOOK [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora