┌THIRTY-FOUR┐

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"Il posto è abbastanza bello, per certi versi, potrei iniziare a lavorare qui," disse Ryo ridendo, alleggerendo l'atmosfera. Lo spogliarellista, Chulwoo, si sedette sul letto, con le spalle rigide e l'espressione ferma, sembrava teso e nervoso.

"Non è così bello come sembra..." Sussurrò Chulwoo, abbassando la testa. Ryo strinse un sopracciglio, si tolse il cappotto e scrutò la stanza. Doveva esserci una telecamera da qualche parte nella stanza, come l'ultima volta. 

Trovata- proprio nell'angolo accanto all'appendiabiti. Ryo si avvicinò, facendo finta di non vedere nulla e si tolse il cappotto appoggiandolo sulla telecamera, poi la strappò via prima di gettarla a terra.

Chulwoo si sentiva nervoso, una patina di sudore gli imperlava le tempie, la bocca gli sembrava secca e lo stomaco gli cadeva per la paura. Ryo si girò, sbottonandosi la camicia, a causa del caldo, mentre gli occhi di Chulwoo lo seguivano per la stanza.

"Perché lavori qui, allora? Puoi andartene, no?" Ryo prese la sedia dall'angolo della stanza e vi si sedette sopra, all'indietro, con le braccia appoggiate sul poggiatesta e il mento in cima.

"N-Non è così facile! Io- non posso lasciare questo posto." Balbettò Chulwoo, con le lacrime che minacciavano di scendere, nell'urgenza di far uscire tutte le emozioni che si era tenuto dentro per tutto quel tempo. Il tintinnio degli stivali di Chulwoo sul pavimento era forte, essendo l'unico suono che si sentiva.

"Perché?" Continuò Ryo, con voce morbida e gentile, cercando di far proseguire la conversazione. Chulwoo annusò, il suo naso rosa acceso, che completava il rossore acceso sulle sue guance, con i capelli lilla disordinati che gli cadevano sugli occhi, arricciati in alcune parti. 

Quel ragazzo era bellissimo, molto, proprio come tutti gli altri del club che Ryo aveva incontrato fino a quel momento.

"Non è che non voglio, è- è solo che non posso. Il capo si arrabbierebbe molto altrimenti, e io conto molto su questo lavoro, sai. Per i miei fratelli più piccoli e per me stesso." Chulwoo si asciugò le lacrime con i palmi delle mani, respirando profondamente per calmarsi, ma non funzionò comunque.

"Ci sono molti altri lavori," sussurrò Ryo, e Chulwoo lo fissò, inspirando bruscamente. "L-Lo so, m-ma il signor Kim ha detto che non posso lasciare questo posto, a-altrimenti mi ucciderà. E- e i miei fratelli non hanno nessuno a parte me, non posso permettermi di mettere a rischio il loro futuro."

"Dannazione, quel vecchio si comporta come un moccioso." Ryo si irritò, alzandosi in piedi. "Se non ti dispiace, puoi accompagnarmi nella sala monitor?"

"Non credo che mi sia permesso farlo-" Chulwoo si tirò indietro, vedendo come gli occhi di Ryo si scurivano e lo stavano annoiando. Gorgogliò pateticamente, alzandosi anch'egli in piedi, e annuì. "V-Va bene."

"Grazie," disse Ryo, raccogliendo un piccolo sorriso. Chulwoo non rispose, ma si diresse verso la porta e la aprì. Ryo lo seguì da dietro e i due raggiunsero la piccola e squallida sala di monitoraggio con molte luci blu.  

"Non fare nulla- non po-possono essere toccati." Squittì Chulwoo, grattandosi il braccio con ansia, e Ryo si lasciò scappare una risatina, canticchiando, e si sedette sulla sedia mentre il ballerino chiudeva la porta in silenzio.

"Va bene, va bene," disse Ryo, concentrandosi su uno degli schermi e stringendo un sopracciglio. Le telecamere stavano sorvegliando tutte le persone all'interno del locale. Individuò i soldati, che si mischiavano al pubblico, e c'erano Kevin, che ci provava con una ragazza, e Ky, che stava parlando con un uomo.

Dov'è Jungkook? Ryo si mordicchiò la guancia interna, controllando i numerosi filmati. La sua bocca andò in frantumi quando vide anche i filmati di molti dei più ricercati spacciatori di droga e degli evasi dalle carceri, compresi i politici e alcuni altri ricchi ragazzi viziati e idoli di tutto il paese.

MONSTER | VKOOK [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora