Anita

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20/04/2023
Casa Ferro. Ore 15.30



I sacchetti della spesa sono ancora appoggiati sul tavolo, Manuel è rientrato da poco. Si è solamente tolto il giubbotto e lavato le mani, quando Anita, seduta al tavolo, gli chiede «Che c'hai, Manu?».

Manuel si alza le maniche della felpa e aggrotta la fronte «Niente, perché?».

Niente.
Niente quando in realtà vorrebbe dire tutto. Perché non c'è qualcosa che vada in quel periodo. Forse solo aver trovato Simone, può essere considerato qualcosa che va ai suoi occhi. Sì, perché probabilmente se avesse trovato una maestra di sessant'anni le cose sarebbero andate diversamente in quelle ore. Chi può dirlo.

«Sei mi fijio, te conosco» ribatte Anita.

Manuel non vorrebbe parlarne, quindi cerca di fare una battuta per smorzare la situazione «Se vede che me conosci male, mà». Le sorride leggermente.

«Che sei scemo» scuote la testa Anita.

Manuel sta per mettere a posto il barattolo di crema al cioccolato che ha tra le mani, quando si ferma e apre il tappo. Poggia il vasetto sul tavolo e il tappo accanto, poi guarda la madre e «Te la senti di provarci tu?» le dice, indicando il vasetto. Forse avrebbe dovuto chiederglielo prima di aprirlo, eppure non l'ha fatto. L'ha messa davanti alla scelta con il vasetto che attende solo una sua risposta. Anita alza lo sguardo verso Manuel e annuisce lentamente, senza dire una parola.
Manuel la vede cercare di alzare la mano destra, riuscendo a portarla a fatica sul tavolo. Manuel la vede prendere un respiro e «Piano, mà, non ce sta nessuno che te corre dietro» cerca di rassicurarla.

«'A fai facile te» sbuffa Anita. Manuel sa quanto sia esasperata da quella situazione, però lui cerca sempre di essere il più fermo possibile e di essere il suo sostegno.

«Mica 'a faccio facile, l'unica che te corre dietro sei te stessa» Lo dice perché lo pensa davvero. Lui non cerca di metterle pressione, sa che il suo recupero è lento e che, nonostante tutto, sta andando anche bene secondo i medici.

Qualche minuto dopo, Anita è riuscita a portare il tappo sul vasetto e a girarlo leggermente.

«Prova a vedere» gli dice.

Manuel stringe il tappo fino a chiudere completamente il barattolo. «Daje, meglio della scorsa volta. Brava» le sorride per poi abbassarsi alla sua altezza, poggiarle una mano sulla guancia e lasciarle un leggero bacio sulla fronte.
È un bacio pieno d'affetto e Anita si lascia cullare da quello.

Sorride a Manuel che riprende a sistemare la spesa. «Ora me dici che c'hai» gli chiede nuovamente, sperando che il vasetto sia stato sufficiente per fargli cambiare idea.

«Eh, che c'ho... C'ho che la vita è stronza, mà» le parole, a Manuel, escono fuori senza preavviso senza che lo volesse.

«Oh, questa è 'na novità, fijio mio» dice Anita ridendo, perché loro lo dicono da sempre per sdrammatizzare, perché sdrammatizzare è l'unico modo che si ha per sopravvivere alla vita.
«A proposito de novità» aggiunge Anita «Stamattina è passata qui 'na assistente sociale. Dice che se occupa del reinserimento nel lavoro».

Assistente sociale?
Che si occupa del reinserimento nel lavoro?

Come sarebbe venuta a sapere del fatto che sua madre non lavorava?

«Che le hai aperto?» chiede Manuel.

Anita alza le sopracciglia e «No, l'ho capito attraverso la porta che era n'assistente sociale, c'ho il radar che non lo sai?» si mette a ridere mentre scuote leggermente la testa.

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