Colpi Bassi (Simone)

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tw: morte personaggio inventato ai fini della ff






14/04/2023
Reparto di pediatria. Ore 13.30

Manuel sente la presa sulla chitarra mancare.

Non può essere.

Non deve essere vero.

Linda fino alla volta precedente era lì sorridente, che cantava con lui, seppur flebilmente, che lo abbracciava e gli regalava un disegno.
Com'era possibile?

Avverte la terra sotto i piedi iniziare a mancargli. La stanza farsi più stretta.

Deve uscire.
Scappare da lì.

Prendere aria, perché non crede ce la farà, non crede riuscirà a reggere.

Lascia cadere la chitarra e corre via, cerca la terrazza dell'ospedale, l'uscita più vicina, per scappare da tutto quello.

Schiaccia il maniglione della porta antipanico e si ritrova fuori da quell'incubo, almeno fisicamente.

È un mese che svolge i servizi socialmente utili in quell'ospedale. Ha anche iniziato ad intrattenere i bambini del reparto di pediatria con la sua chitarra.

Ha visto nascere sorrisi spontanei dietro la sofferenza.
Ha visto una luce accendersi negli occhi dei piccoli pazienti ogni volta che entrava nelle camerate con la chitarra stretta tra le braccia.

Ha imparato anche un sacco di canzoni dello zecchino d'oro degli ultimi anni, cosa che non credeva nemmeno possibile, ma soprattutto ha imparato che tra quelle mura ci sono una marea di realtà a lui sconosciute prima di quel momento.

Una di quelle è la scuola in ospedale con il maestro Simone, a cui è stato affidato, che ha un anno in meno di lui.

Sente una mano poggiarsi sulla sua spalla e quando si volta è proprio il maestro quello che vede lì.

«L-Linda» riesce a dire tra un respiro pesante e l'altro. Gli manca l'aria, nonostante ora si trovi all'aperto, nonostante possa respirare a pieni polmoni.

L'altro lo tira a sé, sembra quasi sappia cosa stia per succedere e gli porta una mano tra i capelli ricci.

Manuel si aggrappa a quella stretta. Si aggrappa con tutta la forza che ha perché ora, come non mai, non crede di riuscire a restare in piedi.

Nei suoi ventisei anni di vita può dire di essere grato perché non ha mai vissuto la morte di qualcuno a lui vicino.

L'ha temuta, quello sì. Vista no.

Linda è la prima.

La prima che gli ha messo davanti quella triste realtà.
La realtà che la morte è l'unica certezza della vita e, come tale, esiste sempre.
Esiste quando meno te l'aspetti, tra i sorrisi di persone innocenti che del mondo hanno visto solo la parte oscura, ma che nonostante quello hanno saputo guardare con le lenti giuste quel poco che la vita gli ha dato.

È Simone a spezzare il suo flusso di pensieri «Se c'è una cosa che ho imparato è che se devi piangere, fallo. Subito, non trattenerti» glielo sta sussurrando all'orecchio, tenendolo stretto quasi a non volerlo far crollare «Se devi prendere aria, fallo», continua poi.

Ed è in quel momento che Manuel inizia a lasciarsi andare, tra le braccia di un ragazzo che - fino a qualche giorno prima - gli era stato antipatico.
Piange disperato tra le sue braccia. Singhiozza perché non riesce più a trattenersi e si lascia completamente andare tra le braccia di Simone. Non si accorge nemmeno del fatto che gli stia completamente riempiendo il camice di lacrime. Percepisce solo il fatto che si senta mantenere a galla da quelle braccia.

«La vita è una gran bastarda tra queste mura e non ci si abitua mai, ma puoi scegliere di non sottostare ai suoi colpi bassi»
È dopo quella frase che Manuel sente le mani di Simone stringersi sulle sue guance e ascugargli le lacrime in eccesso per poi abbracciarlo di nuovo.

«Una volta usciti da qui, pomeriggio, andiamo a prenderci qualcosa insieme. Okay?» Manuel sorride leggermente a quella offerta. Vorrebbe ringraziarlo, ma i singhiozzi spezzano ancora la sua voce, quindi si limita ad annuire.

«Vado a recuperarti la chitarra. Stai un po' fuori con lei, vedrai che ti aiuterà»

E Manuel riesce ad essere grato, con tutto se stesso, perché quello che riteneva antipatico l'ha sorretto e non l'ha lasciato cadere nel momento in cui tutte le sue certezze sono completamente crollate.

Ora Manuel si ritrova sulla terrazza di un ospedale, con in braccio una chitarra, a cantare "Sei fantastica", per sentire un'anima - volata in cielo troppo presto - più vicina a lui.

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