24/03/2023. Ore 9.00.
Studio della psicologa Giannini.«Manuel, tu sai di non essere nella posizione per comportarti in questo modo?» la dottoressa Giannini, psicologa del comune di Roma, abbassa gli occhiali da vista mentre proferisce quelle parole. Manuel la vede giocherellare con le asticelle, ha lo sguardo accigliato, come se lo stesse scrutando per capire che idea si possa fare di lui.
Manuel vorrebbe solamente uscire di lì.
Tornare a casa sua, ad occuparsi di Anita.Se avesse saputo che sarebbe finita così, avrebbe accettato la proposta di Matteo e sarebbe rimasto a dormire da lui.
Avrebbe dovuto farlo, senza pensarci, eppure l'idea di lasciare Anita da sola, la notte, non lo faceva impazzire.
Quindi aveva rischiato.
Porta i gomiti sul bracciolo della poltrona, lasciandosi andare fino ad appoggiarsi sullo schienale, per poi incrociare le mani davanti alla pancia «'O so, dottore', ma er problema non so' i lavori socialmente utili. È 'sto diario» ed è vero. Cosa avrebbe dovuto farci con quei pezzi di carta? Con quel quadernino così freddo e impersonale.
«In qualche modo dobbiamo pur valutare il tuo percorso»
Il percorso, seh...
Manuel trova tutto quello inutile, che percorso avrebbe dovuto fare?
Di cosa avrebbe dovuto rendersi conto?
Metterlo a svolgere i servizi socialmente utili in un ospedale, solo per fargli capire cosa sarebbe potuto succedere se non l'avesse fermato la polizia, per lui non è poi stata una grande idea.
Quello che ha visto, nei primi quattro giorni in traumatologia, non lo ha fatto riflettere perché lui sa già.
Forse è anche per quello che non ha scritto nulla di quello che ha fatto in quei giorni. Lui le realtà ospedaliere le conosce fin troppo bene.Che cosa avrebbe dovuto scrivere?
«Ma io nemmeno alla scola media 'o scrivevo» commenta quasi sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
La dottoressa appoggia gli occhiali sulla scrivania e inizia a parlare «Allora, Manuel, noi la tua situazione la conosciamo. Con l'assistente sociale stiamo cercando di fare di tutto, però così non ci aiuti»
Né lui, né sua madre erano mai stati aiutati in quegli anni, quindi non ci crede molto a quelle parole.
«Mh»
«Non hai altro modo per scontare il reato e pagare la multa»
«Eh, penso de sapello quello, essendo qui» non c'era nessuna novità per lui che non riusciva a tenersi nessun lavoro fisso.
Non c'è mai stata una volta in cui sia stato ricontattato dopo i periodi di prova. Non perché non fosse adeguato al lavoro, ma perché la sua vita era ingombrante e nessuno sembrava vedere o capire. Quindi perché avrebbe dovuto credere che lo volessero aiutare?«Okay, quindi veniamoci incontro, va bene?» alla domanda della dottoressa, Manuel risponde con un'altra domanda «Come posso fa'?». Ha bisogno di tirarsi fuori da quella situazione per continuare ad aiutare sua madre, per sperare di riuscire a trovare un lavoro che non sia il cameriere a chiamata, perché con quel poco che guadagna non riesce nemmeno a pagare le medicine di Anita.
Per quello è disposto ad ascoltare.
«C'è un ragazzo, più o meno della tua età, che lavora come maestro nella scuola in ospedale. Pensavamo di affiancartelo, ti aiuterà anche a compilare il diario».
«Mh. Non sapevo ce fosse 'na scola».
«Nel reparto di pediatria». Questo significava cambiare reparto, ma Manuel era disposto a provarci se questo avesse cambiato le carte in gioco.
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Diario di bordo
Fanfic[Simuel!AU | pov Manuel | Tematiche delicate] Un diario di bordo letto da una psicologa e un'assistente sociale comunale. Il tutto intervallato da scene di vita quotidiana. ~ o di servizi socialmente utili, un maestro in corsia e un diario di bordo...