Simone

346 45 3
                                    

30/03/2023
Reparto di pediatria. Ore 8:30

«Simò» Manuel entra in reparto quasi di corsa. È affannato, perché ha aumento il passo sulle scale sapendo di essere in ritardo.
Ha avuto difficoltà a lasciare Anita, quella mattina. Non si prospettava una bella giornata in casa Ferro, eppure Anita aveva fatto di tutto per rassicurarlo e farlo uscire, seppur in ritardo.

«Oh, allora non sei scappato a gambe levate dal reparto» dice, quasi ridendo, l'altro.

«Non è che abbia 'sta gran scelta, eh» no, non l'aveva, perché se ce l'avesse avuta, sarebbe rimasto accanto ad Anita quel giorno. Chiudere la porta di casa era stata complicato, fin troppo. Solo che sa di non poter saltare nemmeno un'ora di quelle programmate. Ne va del risultato positivo dei lavori e lui non ha un modo differente per pagare.

«Ma smettila che vieni qua solo due volte a settimana, mica sei sequestrato»

Sequestrato...
In effetti può sembrarlo.
Lui non ha scelto di essere lì.

«Mica de mia spontanea volontà, oh» ci tiene a precisare Manuel. Lui, che di ospedali in quegli anni ne aveva visti abbastanza, non avrebbe mai scelto di entrarci anche quando non doveva.

«Infatti... Chissà chi ti ha costretto a metterti alla guida ubriaco»

Ma lui cosa ne sa della mia vita? Perché ce sto ancora parlando?
I pensieri di Manuel arrivano come un uragano non appena Simone pronuncia quella frase.

«Te che ne sai?» Manuel si avvicina quanto più possibile al volto di Simone, per poi continuare «Cerchi rogne, Simò?»

Il ragazzo davanti a lui rimane impassibile e Manuel nota uno sguardo diverso rispetto alla volta precedente. Sì, gli ha fatto l'impressione di una persona precisa, quasi vicino al maniacale, però deve ammettere che con i bambini ci sa fare. Solo che quello che c'era negli occhi di Simone tre giorni prima, ora non c'è.

Possibile che sia per il motivo per cui Manuel sia in quel reparto?
Inizia a crederlo, Manuel, vista il sottile astio che ha percepito nelle sue parole poco prima.

Lui non ti conosce, Manuel. Non sa. Non rovinare tutto.
Manuel, che a rovinare tutto è abituato, cerca di prendere un profondo respiro.

«Vabbè, andiamo che il giro camera doveva iniziare dieci minuti fa» taglia corto il maestro.

Manuel annuisce, tira su la custodia con la chitarra precedentemente appoggiata al muro e segue Simone.

Quest'ultimo lo guarda e «M'hai dato retta allora?».

«Non eravamo rimasti così lunedì?» chiede Manuel.

«Sì, ma non credevo mi ascoltassi».

Manuel alza le sopracciglia titubante e si trattiene dallo sbuffare. Odia essere trattato in quel modo, ma forse se l'è cercato, visto che lunedì non si è proprio fatto ben volere dal ragazzo, anzi.

Oggi può rimediare, no?



Diario di bordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora