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La musica risuonava così forte da essere sentita nelle case vicino al locale. Le sue mani piene di anelli e smalto in tre sole unghie passavano lungo il suo bellissimo corpo, allenato, un culo da favola e labbra così tentatrici.
I capelli biondi erano tirati indietro, il velo di trucco che si vedeva tramite i led rossi lo faceva sembrare perfetto, e magari lo era. I clienti lo amavano, soprattutto quando mettere un filo di Eye liner sugli occhi, facendolo sembrare ancora più scopabile agli occhi di tutti. La maggior parte dei vestiti di scena erano a terra, la musica era perfetta e l'ormone impazzito arieggiava. Una volta finito lo spettacolino, scese dal palco, restando con degli slip color oro aderenti, che gli facevano un culo pazzesco e un cazzo niente male, poi fece un giro per i tavoli, dato che molti gli stavano offrendo soldi. Quando era a lavoro amava solo quello, essere guardato e desiderato da tutti, fissato con una certa profondità negli occhi. Per contratto, non era consentito ne toccarlo né fare sesso con qualcuno dei clienti, ma per lui non era un problema.

Lavorava lì da ben cinque anni, ma quando adesso era fisso, prima andava solo qualche fine settimana o quando comunque avevano bisogno di lui. Divenne famoso nella serata di natale, dove era anche il decimo anniversario del locale. Fece uno spettacolo studiato da lui stesso, aveva un cappellino di natale classico, reggicalze bianche e una sciarpa rossa al collo, semplici bretelle al petto nudo sotto e tatuaggi ben visibili.

Raccolse i soldi e poi andò nel backstage.
Si tolse subito le scarpe scomodissime e si accomodò nella sua poltroncina.

« sono stanco morto, non ne posso più »
« sei stato eccezionale! Dovresti dare lezioni di ballo sai» disse la sua manager.

Lei aveva avuto una cotta per lui, non sapeva se era ancora presa, ma sin da quando era arrivato in quello staff, lei non smetteva di fargli complimenti e stargli addosso. Aveva saputo della sua cotta perché era stata lei stesso a dirglielo, una notte in cui entrambi erano ubriachi e avevano fatto sesso.
Lui era attratto dalle ragazze, ma anche dai ragazzi. Andava con le donne quando si sentiva più romantico, e con i maschi quando aveva più bisogno di brio. Anche se, a dire la verità, amava molto di più gli uomini alle donne.

« grazie.. oggi vado subito a casa » disse.

Vide un velo di tristezza negli occhi della donna, ma a lui non importava.
Si vestí infretta e dopo aver messo apposto i suoi soldi, uscì di lì. Non aveva la macchina dato che aveva un appartamento vicino al luogo del lavoro. Si incamminò a piedi, erano le quattro del mattino e stava sopraggiungendo l'alba. Durante il suo tragitto, vide un gruppo di ragazzi intenti a fumare erba, si sentiva lontano un miglio l'odore.
Però a volte la fumava anche lui, perciò non lo aveva infastidito.
Gli passò davanti e loro subito si zittirono, forse stavano parlando di cose serie che solo loro conoscevano. Guardò a terra e li solpassò, sentendosi un po' in soggezione dato che lo avevano squadrato dalla testa ai piedi.

Poco dopo gli squillò il telefono.

« si? Sto tornando a casa » disse Jimin.
« smettila di dire cazzate, lo sai che non mi piace lei»

I ragazzi risero nel sentire Jimin incazzato, poi però tornarono ai loro affari.

Rientrato in casa, Jimin si mise vestiti comodi e si tolse tutto il trucco. Era una soddisfazione toglierlo, ma per lui era importante averlo, lo faceva sentire più al sicuro con sé stesso.
Non ci mise molto prima di addormentarsi, dopo aver messo in carica il suo telefono.







Il mattino seguente, Jimin si svegliò a mezzogiorno. Dopo essersi preparato, si diresse in centro per vedersi con un suo caro amico, Taehyung.
Andarono in un ristorante di ramen molto buono e Jimin andava matto per il ramen.

« come è andata ieri? » chiese tae
« come sempre, molto bene »
« mi fa piacere » rispose.

Mangiarono in silenzio qualche minuto.

« credo che tra poco fuori dal locale si riempirà di gente che fuma erba»
« e ti preoccupa? »
« un po', l'ultima volta abbiamo perso dieci clienti perché hanno fatto a botte»
« Rob saprà gestire tutto, come suo solito» tae lo rassicurò.
« non ne dubito »

Jimin odiava tutti quei ragazzi che non entravano nei locali, ma si limitavano a stare là fuori e dare fastidio a chi invece faceva la fila. Bevevano per conto loro, fumavano erba e tabacco e giravano sempre in gruppo. Quei ragazzi che vide la sera precedente non li aveva mai notati prima, forse ne aveva riconosciuto un solo volto, quello di Eren style..
Non aveva mai conosciuto persona più cattiva di lui. Forse però dovette ricredersi dato che quelli attorno a lui pendevano dalle sue gesta, perciò aveva addomesticato altra brutta gente. Sospirò al sol pensiero.

« perché te ne preoccupi così tanto?» chiese tae quando notò Jimin stare su un'altro pianeta.
« non lo so, sono passato davanti a loro e ho sentito una fitta al petto non indifferente» di conseguenza, toccò il suo petto.
« magari eri solo stanco »
« no, non ero solo stanco.. »

In the name of love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora