diciassette

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Jimin e Jungkook andarono a mangiare fuori insieme. Jimin credeva che il moro non avrebbe mai voluto farsi vedere con un ragazzo in giro come se fossero una coppia, ma invece non fu così. Nonostante certe voci sul suo conto giravano, lui le smentí quasi tutte, ed era un bene.
Jungkook poi lo riaccompagnò a casa e si separarono.
Jimin aveva una coreografia da ripassare e poi doveva riprendere i suoi allenamenti.

Jungkook invece raggiunse i suoi due amici del gruppo al solito parco.

« allora? Si è fatto sentire Eren? » chiese Jungkook.
« no, credo se la stia prendendo comoda » rispose Michael.
« facesse come gli pare » sbuffò il moro.
« dov'eri ieri notte? Siamo passati al night club ma stranamente non c'eri»

Jungkook sorrise sinistro.

« ero impegnato »
« dai avanti, con chi eri? » si incuriosí John.
« ho fatto di nuovo sesso con Jimin » ammise.

I due amici risero. Erano fieri del loro amico.

« non me la raccontate giusta voi due, sono già due o tre volte che lo fate» disse John.
« già, però ogni volta che ci vediamo succede, non possiamo farci niente»
« hai visto di nuovo quel bacio nascosto?» chiese Michael.

Jungkook annuì. Gli passò alla mente quella mattina quando lo vide. Era tutto perfetto e la situazione sembrava un dipinto.

« si però non incantarti » lo prese in giro John.
« fottiti »
« chi fa l'attivo? »
« dannazione, dacci un taglio John »

I ragazzi fecero i loro lavori come tutti i giorni. Avevano mandato un ennesima mail al ragazzo a Seoul e poi, John mandò diversi messaggi ad Eren.
Stettero tutti e tre insieme a vedere l'erba.

« ciao ragazzi! » arrivò un nuovo cliente.
« come ti possiamo aiutare? » subito si fece avanti John. Era quello che faceva meno paura con lo sguardo, perciò era adatto per adocchiare nuove persone.
« solo cinque grammi »
Tirò fuori i soldi.
Jungkook prese la bustina e gliela passò.
« grazie ragazzi » disse.
« miraccomando, se ci vedi in giro non ci conosci!» lo avvertì John.

Il ragazzo annuì e andò via.

« sai vero che era palesemente minorenne?» disse Jungkook.
« l'importante è guadagnare, per il resto sono cazzi loro»

L'orario era finito, a momenti molte persone si sarebbero accampate lì per fumare o drogarsi, perciò andarono via.
Si fermarono a mangiare una pizza.

« oggi vai al club? » disse John a Jungkook.
« credo di sì »
« c'è qualche bella ragazza? Sai, sentire te che scopi con Jimin già da un po', mi sta facendo sentire un po'.. nostalgico»
Jungkook rise.
« ce ne sono molte, avrai l'imbarazzo della scelta vedrai»
« ottimo! » urlò.






Jimin stava andando a piedi come sempre. Si sentiva osservato da tutto il viaggio, infatti poco dopo gli si piazzarono davanti tre ragazzi. Erano gli stessi dell'altra volta a guardarli bene. Jimin li aveva riconosciuti, e si ricordò anche che loro avevano detto che si sarebbero ripresentati.
Deglutí spaventato, cercando con lo sguardo qualcuno nei dintorni.

« dolcezza! Ti siamo mancati? »
« no » disse secco.
« e dai, ammettilo » rise in maniera decisamente fastidiosa.
« stammi lontano, coglione imbecille »

Il ragazzo indurì lo sguardo e con forza, lo spinse contro il muro. Si fece male alla schiena ma trattenne un verso di dolore. Aveva stretto con forza il trolley che aveva con sé, infatti poco dopo glielo tirò sulla faccia, facendolo girare ed allontanare.
I suoi due amici si guardarono un silenzio. Evidentemente non erano abituati a vederlo perdere.
Il ragazzo perdeva sangue dal naso, ma Jimin non si fermò, infatti gli diede altri due colpi al viso sempre con il trolley e poi, lo fece cadere a terra con una spinta.

« chi cazzo ti credi di essere!? Coglione!» disse, prendendolo per il collo della felpa.
« oh, sei anche aggressivo »
Continuaca a provocarlo.

Jimin fece per dargli un pugno, ma qualcosa lo fermò, anzi qualcuno.
Si voltò dietro di lui e c'era Jungkook. Gli aveva bloccato la mano con un gigno decisamente divertito. Jimin si come calmò d'improvviso, si fermò e poi si allontanò dal bullo.

« oh, di nuovo tu! » indicò Jungkook.
« chi si rivede! Che ne dici di andartene? Oppure vuoi che io finisca il lavoro di Jimin?»

I due complici lo portarono via con la forza, costringendolo a dire di no.
Quando rimasero soli, Jimin pulí velocemente lo zainetto.

« non mi serviva il tuo aiuto, lo stavo spaventando» Jimin riprese a camminare.
« lo hai spaventato lo stesso » kook lo seguì a ruota.
« che ci fai qui? »
« stavo accompagnando John a casa e ho sentito un urlo»
Jimin annuì.

Era raro che lui reagisse così, anche se ne era capace non lo faceva quasi mai. Era un po' confuso.

« ah dato che sei qui .. deve essermi caduto un orecchino in casa tua, potresti controllare? Mi piace molto non vorrei perderlo» disse Jimin quando si fermò davanti al night club.
« certo, va bene »

« assisterai oggi? »
« se me lo concedi.. » Jungkook sorrise provocandolo.
« tu, stronzo. Hai avuto sia spettacoli pubblici che privati» lo indicò.
« ei non è vero! Non ho avuto uno spettacolo privato! Però possiamo rimediare»

Era ovvio per entrambi oramai che gli piaceva fare sesso con l'altro. Infatti sembravano quasi più confidenti tra di loro. Nessuno dei due però sapeva se fosse davvero un bene oppure no.

« io entro, ci si vede Jungkook »
Jimin entrò.

Quella sera sarebbe stata tranquilla. I festeggiamenti per l'anniversario sarebbero passati al pomeriggio e quindi solo bere e divertirsi, senza fare particolari spettacoli. Le due sorelle ballerine si offrirono per ballare anche quella sera, a patto che avessero una paga extra. Il proprietario non poteva non dire di sì.

Jimin prese due shot da bere e poi si recò dietro le quinte.

« eilà » disse.
« Jimin, devo dirti una cosa » disse un collega, sedendosi accanto a lui.
« cosa? »
« mi dispiace dovertelo dire, ci conosciamo da una vita e ti voglio bene. Purtroppo devo lasciare il lavoro»
« che!? Non è possibile! » sgranò gli occhi.
« purtroppo la mia salute ne sta risentendo e oggi sarà il mio ultimo spettacolo.»

Jimin abbassò la testa, triste.

Lui era Kit, un suo amico d'infanzia. Si erano conosciuti perché le loro madri erano molto amiche e desideravano far conoscere i propri figli.
Sono stati migliori amici per tanto tempo e, crescendo, quando entrambi fecero una scuola di ballo e danza, si resero conto che lavorare in uno strip club sarebbe stato perfetto per non farli separare. Avevano paura che crescendo avrebbero perso i contatti e la soluzione migliore era fare lo stesso lavoro.
Purtroppo però, Kit aveva iniziato ad avere problemi a dei muscoli che lo privavano di energia per molti passi di danza, e quel lavoro viveva di quello.
Nonostante il capo l'avesse coperto, era stato lui a ritirarsi, perché quei dolori gli implicavamo il doppio della fatica.

« mi dispiace così tanto » disse il biondo.
« ei, non ci separeremo per sempre »
« speriamo »
« prometto che verrò a trovarti tutti i sabati, va bene? Nel mentre troverò un lavoro più tranquillo e una cura per me»

Si sorrisero. Dovevano essere forti e provare a staccarsi per un po'.

« va bene » rispose.














_________ autrice

Kit <3

In the name of love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora