quindici

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🌶️

Era passata una settimana e il loro collega non si era fatto sentire per niente. Hunter doveva essere incastrato e loro si fidavano di quel ragazzo. Quel giorno lo avevano chiamato tre volte, ma non ebbero risposta.

« perché non dovrebbe rispondere? » disse John.
« che ne so, magari stanno scopando» scherzò Michael.
« se fosse davvero così, avremmo già fatto bingo» rispose Jungkook.

Eren ancora non si era fatto vivo tra di loro. Era un ragazzo forte, grosso e sicuro di sé, ma con queste cose era molto vulnerabile. Le prima volta che conobbe Jungkook, lui era appena uscito da un momento molto duro per lui. Era stato innamorato di questo ragazzo per tre anni e mezzo, sembrava ricambiare anche lui inizialmente, ma poi lo prese in giro e lo ricattò con delle foto. Insomma, si era rivelato un ragazzo di merda ed Eren ci era rimasto altrettanto di merda. Per lui provava un sentimento davvero forte e credeva che sarebbe durato per sempre. Invece no, per colpa di lui.
Jungkook era quello che gli aveva dato confidenza prima degli altri due, infatti si era messo a disposizione per aiutarlo e farlo sfogare.
Eren lo chiamava tutti i giorni e si vedevano a casa dell'altro a volte e parlavano.

« eravamo così confidenti un tempo..» disse Jungkook un po' sotto voce
« mi ricordo » disse John.
« non capisco »

Jungkook non capiva niente infatti, doveva a tutti i costi parlare con Eren e farsi spiegare.

« ti ha per caso lasciato un indirizzo? » chiese a John.
Lui scosse il capo negativamente.
« però ha una seconda casa »

Jungkook se lo ricordava bene. In uno di quei giorni in cui parlavano fino a notte fonda, Eren gli disse di avere una seconda casa, dove ci andava solo quando voleva sparire dal mondo. Però, non ricordava l'indirizzo.

« allora John, se dovesse richiamarti fatti lasciare un indirizzo. Assicuragli che non lo dirai a nessuno, e poi mi presenterò lì. Voi più di tutti sapete che ora come ora dobbiamo parlare per forza»

Erano in un parco, quando sentirono delle voci passare vicino a loro. Si voltarono e videro una folla di ragazzi e ragazze intenti ad andare all'università.
Erano un bel gruppo unito e anche abbastanza numeroso.
Jungkook ne approfittò per cercare Jimin con gli occhi, ma non funzionò.

« Jimin non c'è kook, inutile che lo cerchi » disse John ridendo
« non lo stavo cercando »

Poco dopo però, vide un ragazzo in bicicletta che scese poco più lontano da loro. Era Jimin, e se ne rese conto quando si tolse il berretto rosso dal capo. Era così vestito in modo semplice e normale, con uno sguardo neutro..
Rimase a fissarlo, fino a quando non si ovattò tutto il discorso degli altri due compagni. Voleva parlare con lui.
Si alzò.

« scusate, io vado »

Li lasciò subito e seguì Jimin senza farsi vedere.
Si ritrovò in una grande libreria dove lì dentro c'era solo sui e il lavoratore. Attese un po' e poi entrò anche lui. Probabilmente uno dei suoi passatempi preferiti era leggere, infatti lo trovò seduto su un divanetto a leggere un libro .. particolare.
Era con tematiche omosessuali.
Rise.

« il tuo libro sembra molto interessante» si avvicinò.
Jimin alzò lo sguardo e lo chiuse di botto
« no e che ... Mi serve per il lavoro »
« si, certo »
Si sedette difronte a lui.
« che ci fai qui kook? » chiese Jimin.
« volevo parlare un po' con te »

Jimin voleva arrossire e anche sorridere, ma si trattenne.

« dimmi »
Jungkook restò un attimo in silenzio. Voleva parlarci ma non sapeva di cosa.
« come va il lavoro? »
« tutto bene, grazie »
Jungkook annuì. Non era bravo con certe cose.

Ad entrambi venne una nuova fitta al petto. Si toccarono all'unisono il petto con la mano, ma entrambi cercarono di non farlo notare.

« senti Jimin, riguardo all'ultima volta..»
Iniziò kook.
« oh non era niente, insomma, ci stavamo divertendo» continuò Jimin.
« si, ecco »

Non era lì che kook voleva arrivare. Per la prima volta si era sentito indifeso. Non sapeva di che parlare con lui ma gli bastava seguirlo e fissarlo per essere sicuro di sé.
A Jungkook fortunatamente squillò il telefono e, con una scusa banale lo lasciò lì da solo.
A Jimin fece piacere quell'approccio. Insomma, Jungkook era troppo sexy e non gli sarebbe dispiaciuto averlo un po' più intorno.








Quella sera, intorno al locale era pieno di piccole gang del paese. Era arrivato il giorno più affollato dell'anno, dove la gente entro quel giorno finiva gli affari e si concedevano del divertimento, soprattutto per gli occhi. Jimin era a conoscenza di lavorare nel locale più diffuso e che per ogni cosa si affollava, ma nonostante gli anni aveva sempre quella leggera ansia pre esibizione.
Quella sera però aveva intenzione di stupire tutti con un tocco in più. Avrebbe cantato.

Gli ospiti erano seduti nei tavoli, era mezzanotte e alcuni erano già ubriachi leggermente. Le due sorelle gemelle avevano fatto il loro turno ed erano state bravissime come sempre. Quando entrò Jimin sul palco, partì la base della canzone, l'aveva scritta lui ed era un piccolo pezzo solo per quelle esibizione. Ballava e poi, ogni tanto si fermava per cantare qualche pezzo. Jungkook era lì, ovviamente.
Aveva sentito la sua voce ed era rimasto incantato. Si era preso un tavolo infondo alla sala e isolato, ma aveva una visuale perfetta. Il modo in cui li si piegò a novanta per accarezzarsi lentamente la gamba, mentre intonava un pezzo di canzone, lo aveva mandato fuori di testa. Deglutí più volte cercando di non eccitarsi, ma non andò molto bene.

Jimin lo notò, era rimasto a fissarlo mentre continuava a ballare e cantare. Si erano come incollati.
Quella volta però lui non gli fece cenno di andare in bagno.

Quando finì tutto e Jimin uscì dal locale, Jungkook lo stava aspettando li fuori. Lo seguì per un pezzo e poi gli toccò la spalla di colpo. Jimin sussultò.

« cazzo mi hai fatto prendere un colpo » disse.
« scusami » sorrise.

Si guardò intorno e lo prese per un braccio, portandolo in un vicolo cieco poco più lontano da dove erano. Lo sbattè al muro e lo fissò.

« che fai Jungkook? » disse Jimin.

In quel momento vedeva il suo sguardo decisamente vivo. Era attraente e curioso, sapeva fare un buon sesso e poi, aveva visto il suo bacio nascosto .. in qualche modo, Jimin a volte rimaneva stregato da lui.

« sei stato fantastico oggi, sai anche cantare» sorrise Jungkook.
« si beh, diciamo »

Jungkook non lo lasciò finire che subito lo baciò. Gli prese il viso tra le mani e istintivamente gli venne da accarezzargli le guance.
Jimin invece si allacciò ai suoi fianchi stretti ed allenati, passando poi le dita sotto la felpa.
Gli venne una fitta al petto più lieve quando lo fece, quella probabilmente era l'eccitazione.
Si stavano mangiando di baci, ma erano entrambi eccitati e non potevano farlo lì.

« Vieni a casa mia » disse kook.
Jimin era preso alla sprovvista, ma accettò.

Presero la macchina di Jungkook e si diressero a casa sua.
Si prospettava una serata interessante.














_______ autrice

Eeei ma che fate ragazzi :)

In the name of love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora