Jungkook andò a casa di eren. Aveva molta ansia e tremava, aveva gli occhi rossi dal pianto ma doveva farlo. Ad aprire fu il padre, che quando lo vide lo abbracciò subito.
« grazie a Dio tu stai bene! » disse.
Lo fece entrare, si accomodarono a poco dopo li raggiunse anche la moglie.
« ho delle notizie di vostro figlio » era improvvisamente serio, non poteva piangere davanti a loro.
« dicci, dicci! » disse la madre.
« la notizia è arrivata oggi.. purtroppo è morto insieme ad un nostro caro amico. Dicono che sia morto sul colpo»I genitori sbiancarono. La donna iniziò subito a piangere, mentre l'uomo ci mise un po' prima di realizzare davvero.
« hanno chiesto di avvertirvi e poi,dovreste andare in ospedale. Hanno portato i corpi li» spiegò ancora, fissando il terreno.
« mi dispiace .. » sussurrò.Gli occhi si fecero umidi di nuovo, la gola stava facendo malissimo, ma non c'è la fece a trattenere le lacrime.
Avevano avuto molte incomprensioni, ma erano stati più che semplici amici. Erano confidenti, soci, si fidavano l'uno dell'altro.« g-grazie Jungkook per avercelo detto, andremo subito in ospedale» disse la donna.
« Eren ti amava Jungkook, avrà scritto chissà quante cose nel suo diario.. ti diamo il permesso di andarlo a prendere»Jungkook si sorprese dalle parole dell'uomo. Eren aveva un diario?
Provò a dire qualcosa ma non riuscì. La coppia andò via e lasciarono la casa a Jungkook. Lui si diresse nella sua camera, era molto ordinata, c'erano molti cassetti ed alcuni avevano anche il lucchetto.
Trovò un libro nel suo comodino. Era proprio il suo diario.
Anzi, più che diario era un agenda dove lui scriveva delle frasi. Ne lesse qualche pagina.Oggi era così bello
Non ho voglia di fare niente, cazzo
Se mi troveranno?
Jungkook ha scoperto tutto, non avremo mai niente.
Sono un po' geloso di Jimin, ma sono certo che lui gli sa tenere più testa di me.
Deglutí nel vedere che anche qui lui parlasse di Jimin.
Sfogliò qualche altra pagina.Domani andremo a Seoul. Ho un brutto
Presentimento.Proteggerò io tutti gli altri tre
Era stata quella l'ultima frase.
Gli si strinse il cuore a rendersene conto. Non avrebbe più continuato il suo diario dei pensieri.
Si inumidirono di nuovo gli occhi, tirò su col naso e strinse il diario al petto. Non avrebbe mai superato la loro morte.
Poco dopo chiamò John, che era già andato dai genitori del migliore amico.
Era distrutto, visibilmente. Entrambi si presero del tempo per stare da soli. Non avevano coraggio ad andare in ospedale e vederli.
Jungkook prese il diario con sé, guardò un po' le sue cose nella camera e poi uscì da lì. Era abbastanza.
Per consolarsi, decise di andare a casa di Jimin. Gli aveva scritto e sapeva di averlo trovato lì.
Jimin stava dando dell'acqua a dei fiori che aveva li, quando lo sentì arrivare si voltò subito.Lo abbracciò forte come per fargli capire che gli dispiaceva. Jungkook si sentì subito consolato e protetto.
« mi dispiace molto Jungkook » gli sussurrò il biondo, per poi dargli un bacio tra i capelli.
« dovrò farci l'abitudine »
« è la cosa più giusta »Entrarono in casa.
Quando Jimin si sedette accanto al moro, subito lui gli diede un bacio. Prima Jimin non capì, poi ricambiò. Ma era un bacio lento e delicato, come se fosse un ringraziamento da parte di Jungkook. Questo fece crescere un migliaio di farfalle nello stomaco di Jimin.
Quando si staccarono, Jungkook uní le loro fronti.« Jimin, ti ringrazio così tanto per essere presente quando ne ho bisogno, davvero»
Jimin sorrise « con piacere »
« io.. provo molte cose differenti per te Jimin, tutte bellissime»Jimin avrebbe voluto urlare di gioia, la si trattenne.
« anche io Jungkook » gli accarezzò i capelli.
« Jimin, non separiamoci più »
« non lo faremo »Era una dichiarazione d'amore?
Jimin la optò come questa. Gli diede un bacio delicato e veloce, poi si abbracciarono. I suoi sentimenti erano evidentemente ricambiati e non poteva essere più contento.John uscì da quella casa totalmente distrutto. Pianse per tutto il viaggio verso casa senza smettere. I singhiozzi gli mozzavano il respiro e i suoi genitori gli stavano dando spazio. E vero che facevano cose non buone in giro, ma non significava che non avevano un cuore o che non gli importava di nessuno. Erano stati amici prima di tutto. Si era chiuso in camera tutto il giorno, anche nel computer avevano un sacco di foto insieme, questo perché John era un patito di foto ricordo, perciò ne faceva tantissime tutti i giorni. Pensò che fosse stata una fortuna, così aveva delle foto con loro.
Aveva ricomprato il telefono ma non aveva coraggio di vedere le notizie, non voleva rompersi il cuore ancora di più.
Sapeva che quell'incidente non era stato un semplice caso, e questo gli portava rabbia. Per colpa di quel coglione i suoi due amici erano morti e l'avrebbe pagata cara. Se lo giurò a se stesso.
Andò sulle email e lesse un po' di messaggi che si era mandato con Michael, l'ultimo prima di partire per Busan, era statoMuoviti coglione, ho voglia di ramen di Busan! Non ho voglia di aspettarti
Rise.
Era vero, mangiava di continuo ed era sempre impaziente.
Lui e Jungkook fecero tardi quella mattina e quasi persero il treno per il ritorno. Per un pelo non trovarono posto tutti vicini, infatti Michael lo cedette a lui e prese Eren con sé, portandolo a dei sedili più avanti. Aveva fatto un bel gesto.
Li vedeva che parlavano in modo tranquillo e gioioso, entrambi non vedevano l'ora di tornare a Busan. In realtà non sapevano che quelli erano i loro ultimi minuti.
Non lo sapeva nessuno in realtà. Ne loro, ne tutti gli altri che sono morti, autista compreso.« brutto bastardo » disse, chiudendo il computer di scatto e piangendo.
Con Eren non aveva molto dialogo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per entrambi. Se gli avessero fatto scegliere, sarebbe sicuramente morto lui al loro posto.
A forza di piangere, ebbe un forte mal di testa e poi si addormentò.
Era esausto. Era debole fisicamente ed ora, anche di cuore lo era.
Non lo avrebbe mai accettato.________ autrice
Mi dispiace troppo 💔
STAI LEGGENDO
In the name of love
FanfictionPark Jimin non era mai stato un ragazzo che amava stare al centro delle attenzioni, non amava essere fissato per troppo tempo perché si imbarazzava.. ma non quando era a lavoro. Lavorava in uno strip club, molto famoso a Busan, pieno di gente e sol...