due

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Jungkook era davanti al locale più conosciuto di Busan, insieme ai suoi tre amici che chiamava fratelli e il capitano Eren style. Avevano appena acceso la loro terza canna e se la smezzavano a coppie di due. Odiavano quei orribili strip club, li consideravano luoghi per morti di sesso e terribilmente affollati.

« che merda di posto, ma è fatto proprio bene» disse Eren.
« in effetti. Da quanto tempo è che non scopiamo? Un mese forse» disse uno dei fratelli.
« parla per te, non ti accontenti mai delle puttane, sei troppo sofisticato» rispose Eren.
« l'ultima volta che ho fatto sesso io sono stati due giorni fa» disse l'altro.

Risero.
Smisero di parlare quando un ragazzo sulla ventina, uscì da quel locale. Era biondo con dei capelli lunghi e lisci, gli coprivano gli occhi ma si intravidero delle lentine azzurre ghiaccio. Jungkook lo squadrò da capo a piedi e subito dopo che il biondo li solpassò, sentì una forte fitta al petto.
Se lo toccò con la mano e fece un ghigno dolorante.

« tutto ok? » chiese Eren.
« si, ho avuto una fitta al petto » se lo accarezzò per poco, poi tolse la mano.
« non dirci che stai morendo! Non c'è la faremo senza il nostro kookie» disse un fratello.
« allontanati dannazione. Nessuno si libererà di me e poi, ora che ci penso.. anche io ho voglia di scopare»

Disse quell'ultima frase con lo sguardo rivolto verso la strada che aveva percorso in precedenza il ragazzo biondo. Perché aveva avuto quella fitta? Eppure di salute stava benissimo, più o meno.
Tornò in se quando Eren gli passò un bicchiere con del rum dentro, fecero un brindisi veloce e poi tornarono a casa propria. Vivevano tutti da soli in parti diverse di Busan, ma non troppo lontani l'un l'altro.
Le loro giornate erano sempre le stesse, di giorno facevano lavoretti o vendevano erba, la notte spendevano i soldi guadagnati. Il mattino dopo, Jungkook aveva un nuovo tatuaggio da fare, infatti si diresse nel suo luogo di fiducia e subito iniziarono.

« cosa facciamo oggi? » chiese il ragazzo
« questa spada, la voglio a colori e sopra questo cuore un po' marcio»

Il ragazzo annuì e preparò tutto.

« come mai? Vuoi coprirlo? »
« il cuore? No, è un modo per dire che io mi so difendere anche dall'amore» spiegò.
« cazzo, mi sorprendo sempre. Ogni volta hai una spiegazione logica che rappresenta il tuo carattere»
« certo, non faccio tatuaggi a caso »

L'ago aveva ben oltre che perforato la pelle di Jungkook e lui amava quella sensazione. Sapere che da lì a poco avrebbe visto un nuovo disegno nella sua pelle lo eccitava. Quel suo tatuatore lo aveva conosciuto in una discoteca circa tre anni prima, avevano fatto sesso nel retro del locale perché nessuno dei due aveva ancora fatto coming out e non volevano problemi.
Era finita lì, nessuno aveva inserito sentimenti o affetto, avevano entrambi voglia e si erano soddisfatti a vicenda.

« non ci credi nell'amore » disse il tatuatore mentre colorava la lama della spada.
« mi hai mai visto crederci? » rise.
« no.. in effetti no »
« l'amore a volte è sopravvalutato. Ne parlano come se fosse il male assoluto»
« è vero »
Lui ne sapeva qualcosa...
« no, non è vero. L'amore è un emozione che ogni essere umano prova, quando si e deboli di cuore»
« non dire cazzate Jungkook. Dici così perché non ti ci sei mai soffermato, e poi non ti sei mai innamorato»
« caspita, non prenderla sul personale » rise.

Era vero. Jungkook non si era mai innamorato e forse per lui era meglio così. Non faceva mai sesso con qualcuno per più di due volte, e se capitava voleva dire che forse c'era quel pizzico di ossessione in più, ma non durava molto. Aveva gusti sofisticati e dei sogni erotici particolari, nessuno che avesse mai incontrato aveva quella personalità. Era attratto da quelle persone che all'apparenza sembravano angeli, ma poi in intimità erano dei diavoli.
Ahimè, nessuno era mai stato così. Aveva visto Eren innamorarsi e vedeva quanto facesse effettivamente soffrire e destabilizzare, perciò a lui stava bene la sua vita da single e libero di fare il cavolo che voleva.
Non avrebbe lasciato che qualcuno rubasse il suo cuore.

« fatto, tieni la pellicola sta volta. Ti ricordo com'è finita l'ultima volta?» lo avvertì il ragazzo
« no, questa volta lo terrò »

Lo pagò e uscì da lì. Subito accese una sigaretta e si incamminò verso la sua moto. Mentre metteva il casco, vide passare davanti a lui un gruppo di universitari, li guardò uno ad uno, soprattutto le ragazze che lo stavano guardando con occhi innamorati. Sorrise sinistro, ma svanì quando vide un ragazzo biondo con occhiali da sole sopra i capelli e una borsa tracolla marrone scuro.
Sembrava familiare, ma non ci si soffermò troppo. Mise in moto la vettura e partì, facendo un rumore assordante ma così soddisfacente per lui.







Jimin vide quel ragazzo in moto e con una fasciatura sul braccio, segno che c'era un nuovo tatoo su di lui.
Era in giro con i suoi amici e questi si erano fermati a fissare il ragazzo in moto.

« che figata! Voglio una moto simile» disse uno di loro.
« non è una figata, andiamo. È ovvio che lo ha fatto per apparire» disse Jimin.
« la voglio lo stesso » insistí l'amico.

Jimin alzò gli occhi al cielo e riprese a camminare, lasciando l'amico indietro finché non si decidesse a raggiungerlo correndo.

[...]


Quella sera Jimin tornò come sempre in quel locale per lavorare. Lui non faceva l'università, ma ogni giorno andava a prendere i suoi amici per passare del tempo con loro. Lo staff aveva solitamente l'entrata da dietro, ma quella volta visto che non c'era ancora nessuno, Jimin passò dall'entrata principale. Era vestito normalmente, però con una mini valigia a quattro ruote con dentro i suoi costumi di scena.
Non si accorse però che poco più distante dalla porta, in un buco di spazio tra il locale e un recinto, c'era seduto Jungkook.
Era arrivato in anticipo e stava aspettando li seduto Eren e gli altri.

Infatti, Jungkook agrottò le sopracciglia quando lo vide, seguì con lo sguardo il trolley e poi guardò il ragazzo. Lo aveva riconosciuto, era lo stesso che vide quella mattina. Perché aveva quella valigia?
Sorrise quando forse trovò tra sé e se la risposta.
Spense la sigaretta e si alzò, voleva seguirlo ma subito davanti a lui si piazzarono tutti e tre i suoi amici.

« da dove cazzo uscite voi » disse sorpreso.
« lascia stare, colpa di John »
« per quale motivo? Non ho fatto proprio niente!»
« sta zitto cazzo, sempre a lagnare » disse Eren.

Jungkook sorrise e poi, insieme si sedettero nel solito muretto vicino al locale.
Aprirono delle birre ed Eren si occupò delle canne.

« credo di aver visto un ballerino stripper poco fa» rise
« sul serio? Non hanno l'entrata vip? » disse John.
« si, ma visto che non c'era ancora nessuno è entrato da qui»
« e com'era? »
« un culo da paura.. solo questo. Ah, e delle gambe snelle e lunghe»
« eccitante » disse Eren ridendo.

Molto.. pensò Jungkook.

In the name of love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora