trenta

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Jimin andò a lavoro accompagnato da Jungkook. Essendo ancora un po' debole, gli aveva dato un pass per il suo privè e avrebbe assistito all'esibizione da lì sopra.
Quella sera era stranamente affollato, fin troppo. Non c'era nessuna festa o ferie, ma comunque era un buon profitto per tutti i dipendenti.
La coreografia di quella sera prevedevano dei pantaloni con bretelle incorporate, però il petto era sempre a nudo. Il trucco era più accentuato, le guance erano rosa e le labbra rosse fuoco. Mise sia la matita occhi nera che un Eye liner, così che gli occhi potessero risaltare più delle luci stesse. Era scalzo e portava una sciarpa lunga azzurra con pelliccia. Un po' con un fare romantico. Ma li di romantico c'era ben poco. Nessuno sapeva che quella mattina c'erano stati due conigli nascosti, dopo averci fatto sesso.
Quello era davvero eccitante.

Jungkook stava guardando tutto con una certa attenzione, vide lo sguardo degli spettatori e sembravano ipnotizzati, letteralmente. Rise a tale visione.
Quando Jimin finì il suo balletto, il moro applaudí e si sedette più comodo su quel divanetto, che ne aveva viste di belle. Da lì a poco il biondo lo avrebbe raggiunto.

Mentre Jimin si era vestito e lo stava raggiungendo, Jungkook vide una guardia che lo squadrò dalla testa ai piedi con una certa euforia e perversione negli occhi. Così tanta che quasi si ingelosí.
Appena lo raggiunse, non gli diede il tempo di parlare, che lo tirò a se facendolo sedere di colpo.

« che hai? » gli chiese il biondino.
« quel tizio ti ha guardato in modo strano» gli disse serio.
Jimin rise.
« dai Jungkook, tutti in sala mi guardano così, gli ho appena fatto uno spogliarello davanti» rise.
« no, perché gli altri lo fanno mentre balli, mentre lui lo ha fatto anche adesso»
« uh, come siamo gelosi qui » lo prese in giro.
« tz, non sono geloso »

Jimin sorrise e gli passò un drink.
Lo bevvero insieme, Jungkook per il fastidio lo finì subito, mentre l'altro lo sorseggiò con più calma.

« ei Jungkook, calmati. Sai quanta gente mi ha toccato il culo? Meglio che non te lo dico. A volte fa parte dello coreografia»
Jungkook lo guardò.
« Jimin, vuoi che faccia una strage per caso? No perché io sono pronto»

Jimin rise di gusto e lo spinse debolmente, come per dire di farla finita.
Quella sera, dopo tanto, si divertirono davvero. Rimasero spensierati tutto il tempo, non avevano esagerato con l'alcool e nessuno aveva fatto a rissa. Già, era importante anche quello lì dentro.

« Jimin, non metterti quel rossetto o potrei davvero eccitarmi» gli disse all'orecchio.
« un buon proposito per farlo più spesso » rise.
« malvagio »

Quella serata andò bene, Jungkook colle ospitare Jimin a casa sua. Quando varcarono la soglia della sua camera, subito si buttarono li sopra, ritrovandosi poco tempo dopo a fare sesso. Era un po' complicato visto il braccio di Jungkook, ma in qualche modo riuscivano a fare tutto senza preoccupazioni.
Jungkook amava quel trucco di Jimin, lo rendevano sensuale e cute allo stesso tempo, amava il fatto che si sarebbe rovinato per colpa o merito suo. Il fatto che Jimin fosse così timido e carino quando non lavorava, e poi a lavoro e post lavoro era un vero diavolo a luci rosse. Aveva sempre amato queste cose, e in lui lo aveva sempre notato. Sin dalla prima volta.

Jimin invece aveva da sempre amato i ragazzi a cui si faceva fatica scoprire cosa pensassero. Ai primi impatti Jungkook lo faceva impazzire, come se davanti agli occhi avesse un sipario, non ci capiva niente. Inoltre era sexy, alto e ben piazzato. Sapeva bene come fare le cose e lo aveva affascinato molto. Per lui era importante che il partner sapesse anche fare sesso e soprattutto in che modo e luogo. Con Jungkook invece era spontaneo e qualsiasi posto si rivelava perfetto. Questo lo aveva decisamente colpito, non gli era mai successo prima.
Avere una persona che rende qualsiasi posto perfetto e magico, non era facile da trovare. Era stato davvero fortunato.

Con il passare dei giorni, e soprattutto con l'incidente, si rese conto che perderlo sarebbe stato un dolore troppo forte che non reggerebbe, aveva capito di amarlo.

Anche per Jungkook era così, aveva capito che non avrebbe potuto fare a meno di Jimin, ma aveva paura.
Paura di molte cose, l'amore è malvagio e piano di sorprese, belle e brutte. Ma sapeva anche che era una cosa per cui vale sempre la pena mettercisi in mezzo. Doveva solo farsi un po' più di coraggio e dirgli cosa davvero pensava di lui.

Quando finirono, Jimin si offrì di medicare una ferita di Jungkook che si aprì.
Era sotto il ginocchio destro.
Jungkook lo stava fissando, sembrava davvero il momento esatto.

« Jimin » iniziò.
« si? » disse, però il suo sguardo era rivolto alla ferita.
« mettiamoci insieme »

A quella frase, Jimin si fermò di colpo e arrossí.
Sorrisero entrambi.

« dici davvero? » lo guardò.
Kook annuì in silenzio.
« assolutamente si Jungkook! »

Gli si quasi buttò sopra per poterlo abbracciare, Jungkook gli baciò la fronte e lo strinse a sé, facendolo poggiare al suo petto.

« sono così contento Jungkook » sussurrò il biondo.
« per cosa? »
« per tutto. Era da un po' che volevo sentirmelo dire.. da te»
« ah sì? Mi aspettavi »
« si esatto, sapevo che volevi dirmelo. Spesso capisco i segni del corpo»
« ma sentilo »









Passarono la notte a dormire assieme e poi, anche tutto il giorno dopo. Mentre Jungkook si fece controllare il braccio in ospedale, lui provava la coreografia per quella sera, si erano scambiati i compiti in maniera equa e precisa.
Jimin era contento come non mai, non aveva desiderato altro in quel periodo. Jungkook era tranquillo, si vedeva tutti i giorni con John e parlavano profondamente di eren e Michael.
Voleva stare con Jimin e desiderava non perdere più nessun altro. Non lo avrebbe retto.















________ autrice

Questo libro è finito, manca l'epilogo.
Devo ammettere che ho pianto.
Vi aspetto nell'ultimo capitolo <3

In the name of love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora