Jungkook uscì dal locale alle due di notte. Camminò fino alla macchina ma qualcuno lo fermò di scatto. Si voltò.
« che ci fai qui? » chiese.
« ero qui per caso e ho visto la tua macchina, sono io che devo chiederti cosa ci fai qui»
« vado dove voglio » rispose.Rise nervosamente, Eren.
« Eren, che ti prende? Stai forse impazzendo?»
« no, il problema è quel tizio » indicò la porta del locale. Nervoso.Jungkook era preoccupato per il comportamento del suo amico. In tutti quei anni non aveva mai fatto così, ed era strano.
« Eren, perché odi così tanto Jimin? Non ha fatto niente di male»
« sei tu che.. che lo rincorri sempre »
« che!? Non è vero per il cazzo! Sei fuori di testa»
Eren stette zitto qualche istante.
« non ha niente di bello quell'essere di merda!»Jungkook, che gli aveva appena dato le spalle, si voltò di scatto verso Eren, con il sangue che gli ribolliva in corpo. Gli diede un pugno fortissimo sullo zigomo, facendolo cadere. Poi, iniziò a riempirlo di calci all'addome, mettendosi subito dopo a cavalcioni su di lui.
Aveva le mani di sangue dato che aveva anche continuato a colpirlo in volto.
Eren però si riuscì a staccare, di sorpresa diede un pugno sulle labbra a Jungkook facendolo mugolare di dolore, subito dopo uscì anche il sangue dal naso.« che cazzo ti prende!? » chiese kook, alzandosi un po' a fatica.
« siete tu e Jimin il mio problema! »Kook agrottò le sopracciglia cercando di capire. Da quando gli importava di chi frequentava?
Avvertì un forte dolore ad occhio, forse aveva la palpebra viola.
Eren gli andò addosso di nuovo, lo prese per la maglia e lo sbattè alla macchina con la schiena.
Jungkook fece una smorfia di dolore.« Jungkook, lascia perdere Jimin, te lo avevo già detto un po' di tempo fa! »
« io e Jimin non siamo un cazzo di niente! Datti una calmata!»Eren sembrò svegliarsi. Tolse subito le mani e lo fissò. Forse erano gesti che non aveva controllato. Se ne andò subito, quasi scappando.
Jungkook chiuse gli occhi e sospirò. Aveva ancora il sangue sulle labbra che gli davano un sapore di ferro irritante, un occhio messo male e nocche rovinate.
Aveva il fiato pesante, si sistemò i capelli ed entrò in macchina.Jimin uscì dal locale dato che il suo turno era già finito. Aveva come sempre il suo solito trolley con la sua roba.
Uscito dal locale, vide una macchina con fari accesi nel parcheggio, dentro c'era una sagoma nera quasi che sembrasse addormentata. Assottigliò lo sguardo, ma non capì di chi si trattasse, se non quando quel tizio aprì lo sportello e fece uscire solo la sua testa, iniziando a vomitare anche l'anima.
Sgranò gli occhi dopo che riconobbe Jungkook e gli andò incontro.« Jungkook, tutto ok? »
Disse.Aprì lo sportello e gli tenne la testa, aspettando che finisse.
Jungkook tossí e si pulí con la giacca, per poi tornare seduto sul sedile.« stai bene? » chiese Jimin di nuovo.
« si ... Credo » sussurrò ad occhi chiusi.Jimin, preoccupato, accese la luce della macchina e lo vide. Era ridotto piuttosto male, ma non sembrava avere molto dolore.
« Jungkook! Che ti è successo? » si preoccupò.
« niente, ragazzino » sorrise divertito. Nonostante tutto, amava punzecchiarlo.
« vieni con me... » disse con un notevole coraggio.Jungkook lo guardò sorpreso.
Jimin era visibilmente imbarazzato, ma dopo aver fatto sesso senza pudore, non poteva vergognarsi di una semplice medicazione.
Lo fece scendere e lo portò con sé fino a casa sua.« oh, ma io lo so dove vivi » disse kook.
« come mai? »
« ti ricordo che mia sorella e una tua amica»Jimin non rispose, erano arrivati.
Aprì la porta e lo fece subito accomodare in soggiorno, su di una poltrona singola.
Andò a prendere un kit di medicazione che aveva sempre per le emergenze e torno da lui.
Si chinò in ginocchio, aprì l'occorrente e iniziò dall'occhio.« dimmi se ti faccio male » disse, mentre tamponava l'occhio.
« non mi farai mai male » ridacchiò.Ci furono diversi minuti in cui regnò solo il silenzio. Jungkook fissava Jimin quasi in modo maniacale, senza un apparente motivo, mentre Jimin provava ad ignorarlo.
« sai Jimin, in questa posizione sembra che tu voglia serviziarmi» rise.
« ma pensi solo a quello? » sorrise.
« no, ma non sembreresti altro »Jimin prese un pezzo di cotone disinfettato per le sue labbra. Avevano un bel taglio verso destra.
Lo toccò leggermente, Jungkook strinse gli occhi qualche secondo per via della bruciatura, ma non durò molto. Istantaneamente, Jimin si leccò le labbra e non se ne rese conto.« Jimin.. »
« si? » lo guardò dal basso.Jungkook lo allontanò leggermente, si chinò con la schiena e lo baciò, di nuovo.
Era molto delicato dato che quel taglio lo stava divorando dal dolore, ma aveva troppa voglia di farlo.
Iniziarono a baciarsi, Jimin non poteva mentire dicendo che quelle labbra non fossero buone, lo erano e lui le stava amando.
Poi però, si staccò.« Jungkook, non mi sembra il caso » disse.
« perché? »
« perché no, non ci conosciamo » deglutí nervoso.
« va bene, come vuoi »Jimin non lo fece alzare fino a quando non lo aveva medicato per bene, inoltre voleva accompagnarlo alla macchina, ma Jungkook insistette di no.
« fidati, è pericoloso »
« ma io ci cammino tutte le notti »
Erano davanti alla porta di casa, già aperta.
« lo so, ma fidati di me.. vado da solo»Jimin lo fissò un po' preoccupato, ma poi annuì lentamente.
Jungkook non ricordava di aver mai avuto qualcuno che volesse fare così tanto per lui, infatti gli venne quasi da sorridere.« buonanotte Jimin »
« notte Jungkook »Jungkook lasciò l'abitazione e camminò fino alla macchina. Quella volta andò tutto liscio. Non c'era Eren in giro a rompergli il cazzo ne qualche malcapitato di turno.
Tornò in casa, sua sorella già dormiva.
Aveva intenzione di parlare di più con lei, magari poteva aiutarlo a capire diverse cose di Jimin.Si fece la doccia e si addormentò velocemente, anche se ebbe il tempo di pensare a tante cose. A ciò che era successo con Jimin e a ciò che stesse facendo Eren, il suo strano comportamento lo fece riflettere, ideare tante ipotesi. Nessuna però sembrava davvero corretta. Solo lui sapeva cosa pesnasse e perché.
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In the name of love
FanfictionPark Jimin non era mai stato un ragazzo che amava stare al centro delle attenzioni, non amava essere fissato per troppo tempo perché si imbarazzava.. ma non quando era a lavoro. Lavorava in uno strip club, molto famoso a Busan, pieno di gente e sol...