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"Io esco! C'è qualche bolletta da pagare?"
"Ci sarebbe l'elettricità, ma tu non la paghi!" Mi rispose Fiona.
"Eddai, fatemi reintegrare nella casa"
"Come vuoi, ho...25 dollari, questa è la mia parte." Lasciò sul tavolo dei soldi stropiacciati trovati nelle tasche.
"Ok, pago io il resto"
"Sei sicura? Dove li troverai tutti quei soldi?"
"Fiona." Lei capì subito con uno sguardo.
"C'è qualcosa che posso fare per fermarti?"
"No, direi di no"
"E allora fai come vuoi, vedi solo di non farti beccare. Di nuovo." Puntualizzò.
Ghignai prendendo lo zaino e uscii di casa.
Nel giardino vidi Carl che provava a stare in bilico sulle stampelle.
"Carl, vuoi venire con me?"
"Dove vai?" Chiese.
"North Side, c'è un tizio che mi deve 1500 dollari, ma non si è ancora fatto vivo. Allora, vieni?"
"Magari, non posso fare un cazzo con queste stampelle di merda"
"Capisco, ci vediamo!" Iniziai ad incamminarmi nella direzione della stazione e intanto feci cadere un ragazzino da uno skate e me lo presi per arrivare prima.
Presi il treno senza pagare il biglietto, arrivando al North Side in poco tempo.
"Che posto di merda...Ehi, sapete dove posso trovare Thomas Lake?" Chiesi entrando nel locale dove conoscevo la maggior parte dei miei clienti del North Side.
"Black Becky? Ti hanno fatto uscire prima?" Domandò qualcuno.
"Cazzo...io ho un sacco di debiti" Mormorò qualcun'altro.
"Allora? Dov'è la puttanella?" Chiesi di nuovo sbattendo un pugno su un tavolo.
"È uscito dal retro appena ti ha visto entrare!" Confessarono.
"Grande, grazie" Ringraziai tirando un pugnetto sulla spalla all'uomo che l'aveva detto.

Corsi sul retro, che dava su un vicolo, urlando: "Thomas! Vieni fuori, figlio di puttana! Sono uscita, adesso voglio i miei soldi!"
Thomas, o Tom, aveva la mia stessa età, e da quello che mi aveva raccontato tempo fa era stato incaricato di portare l'erba a una festa, chiedendomi così 50 canne da 50 grammi d'erba l'una. E calcolando che una canna da 50 grammi fa 30 dollari lui mi doveva 1500 dollari. Tirai la mazza da baseball fuori dallo zaino e la battei su un cassonetto per fare rumore.
"Thomas!" Urlai.
"Ok, ok! Sono qui!" Uscì intimidito da dietro un angolo buio. Era alto e con i capelli neri, ricci e corti, non era più uno sfigato, ma rimaneva sempre una fighetta.
"Mi devi 1500 dollari, testa di cazzo" Mi avvicinai a lui puntandogli la mazza sotto il mento. Lui alzò le mani in aria.
"Va bene, va bene, scusami!" Disse rovistando nelle tasche.
"Ne ho...1000, ti darò il resto, te lo giuro!"
"Non mi mentire, lo so che mi stavi aspettando, Thomas, dammi i soldi adesso o diventeranno 1800, e la prossima volta mi porto una pistola!"
"Va bene!" Urlò singhiozzando e buttando per terra un mazzo di soldi arrotolati e tenuti insieme da un elastico. Subito dopo scappò via.
Io ghignai, contai i soldi e andai a pagare la bolletta, poi andai all'alibi.

Entrai all'alibi salutando tutti.
"Ehilà, Lip. Bolletta pagata, tutto apposto." Dissi sedendomi accanto a lui.
"Oh, ok. Grazie" Mormorò.
"Becky, hai 15 anni, è l'ora di pranzo e bevi la birra. Sicura che non stai prendendo la strada di Frank?" Mi chiese Veronica.
"Non contarci. Come va, comunque?" Domandai.
"Ah, non ne parliamo. Lo sai che adesso io e Kev abbiamo due figlie? Non c'è la faccio più, è un incubo" Io annuivo mentre sorseggiavo la mia birra.
"Ecco perché mi faccio solo le ragazze" Constatai alzando le sopracciglia. Lip girò lo sguardo verso di me.
"Sei lesbica?"
"Non mi piacciono le etichette" Alzai le spalle.
"Scusa, ma quanti anni hai?" Chiese poi Tommy.
"15" Risposi.
"Cazzo, certo che finire dentro ai 14 dev'essere una merda" Commentò.
"Non me lo ricordare, sarei uscita ai 16 se non ci fosse stata un'organizzazione di merda in quel carcere"
Iniziammo a fare conversazione, poi all'ultimo Lip mi informò che ci sarebbe stata una cena di famiglia al ristorante dove lavorava Fiona, quindi andai a casa a posare i soldi e a cercare Carl, che a quanto pare non era ancora rientrato.

Dopo qualche ora ci riunimmo tutti in due tavoli, dato che in uno non ci stavamo.
"A Lip, che ha finito il primo anno e a Becky che è uscita appena in tempo per l'estate!" Alzammo tutti i bicchieri e dopo Fiona chiese se volessimo la torta.
"Io voglio la torta alla passera" Disse Carl, che fece sbuffare Fiona, io invece gli battei il pugno.
"Questo è mio fratello" Dissi ridacchiando.

La serata continuò in pace, e poi tornammo tutti a casa tranquilli. Mi mancava la mia famiglia, la vita dei Gallagher.

Mi stavo fumando una sigaretta con Lip, quando sentimmo Fiona urlare: "Festa in piscina!" Così scendemmo tutti in giardino di corsa, buttandoci uno dopo l'altro in acqua. Facemmo la lotta sulle spalle, io e Carl contro Fiona e Debbie. Ovviamente vincemmo noi, anche se avevo fatto uno sgambetto a Fiona per farle cadere. Facemmo casino e ci divertimmo fino a tardi, venendo sgridati dai vicini più di una volta. Ecco cosa mi mancava.

Rebecca Gallagher. SHAMELESS STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora