13

210 8 0
                                    

"Buongiorno, oggi non vado a scuola" Annunciai scendendo al piano di sotto. Sembra che Frank fosse di cattivo umore quel giorno, perché era morto 'l'amore della sua vita', una dottoressa. Quindi continuava a dire a tutti che ci voleva bene e stronzate simili. Mi sedetti a tavola con la mia solita birra per colazione. Ah, si, news: Debbie è incinta. E vuole tenere il bambino. Bella merda, eh? Era da un paio di giorni che Fiona e lei discutevano su questa cosa.
"Droga" borbottò sillabando Liam.
"Sei fatta?" Chiese Fiona.
"Dici a me?" Domandai confusa, riprendendomi dallo stato di tranche che il crack della sera prima mi aveva lasciato.
"No, chiedevo a Debbie...E tu?" Chiese di nuovo Fiona, dubbiosa. Io alzai le spalle. A un certo punto si sentì un rumore metallico, così ci girammo tutti verso Liam, che aveva appena aperto un coltellino da tasca.
"Oh, cazzo!" Fiona glielo levò subito dalle mani.
"Dove lo hai preso?!" Chiese Debbie.
"Sotto il cuscino di Carl" Rispose innocente Liam. Io ridacchiai, e Fiona mi rimproverò con lo sguardo.
"Si, Fiona, tu sbuffi adesso. Pensa quando tornerà che casino faranno. Si faranno arrestare di nuovo, ne sono sicura" Aggiunse Debbie, come se non fossi nella stanza.
"Nah...Carl capirà presto che non è la sua strada. Io l'ho capito fin da subito, fin da quando l'ho visto per la prima volta sotto il cavalcavia di G Dogg. Essere un criminale non fa per lui, fidatevi" Spiegai.
"Se lo dici tu"

Uscii di casa dal retro, dove trovai Jerome.
"Oh. Ehi, Jerome. Che mi dici?" Lo salutai. Jerome era uno dei G Dogg più fedeli, come me, quindi dovevamo comunicare parecchio noi due perché dovevamo occuparci delle cose che G Dogg era troppo occupato per fare.
"Oggi esce tuo fratello, dobbiamo andarlo a prendere" Spiegò sorridendo.
"Finalmente! Posso andare io con la moto, se tu hai da fare"
"Si, mi faresti un favore"
"Perfetto, allora sei in debito"
"Ptf. Non ci contare."
Io ridacchiai, poi raggiungemmo gli altri ragazzi e andammo a fare i soliti giri. Poi, quando fu ora, andai davanti al carcere dove stava Carl.

Appena ci arrivai davanti iniziai a sentire un coro che urlava "White Boy Carl!" Così lo chiamavano là, e anche fuori.
"Woho! Ho finalmente l'onore di incontrare il famoso white boy Carl, allora?" Dissi ironicamente.
"Il solo e unico" Rispose Carl, avvicinandosi a me e abbracciandomi.
"Come stai?"
"Benissimo. Te?"
"Tutto apposto. Dai, salta su" Lo incitai, indicando la moto.
"Wow! Che fico!" Esclamò esaminandola.
"Il casco?" Chiese.
"Sul serio?" Arricciai le sopracciglia.
"Mh, nah" Io risi, poi una volta tutti e due sulla moto iniziai sgasando e facendo rumore, poi partimmo, verso casa.

"Ehi! C'è nessuno? Ho portato un amico!" Urlai appena spalancata la porta di casa.
"Becky! Ne abbiamo già parlato! Nessuno dei tuoi amici spacciatori deve entrare in casa!" Disse Fiona, dalla cucina.
"Be', mi sa che ce ne dobbiamo andare allora, Carl!" Continuai ad alta voce.
"Carl!?" Sbottò Fiona, spuntando dalla porta della cucina.
"Carl! Oh mio dio! Quando sei uscito?" Chiese Fiona correndo ad abbracciarlo.
"Sta mattina" Rispose lui.
"E tu lo sapevi?" Mi domandò Fiona.
Io alzai le spalle. "L'ho saputo appena sono uscita si casa" Mi giustificai.
"Cristo...perché non avete avvisato!" Rimproverò Fiona, ma alla fine lasciò stare.
"Dovremmo fare una festa di bentornato, l'avevano fatta anche a Becky, dopo tutto" Propose Fiona.
"Si, perché no" Rispose.
"...Per me non eri così felice" Piangnucolai dopo un po' di silenzio.
"Ah, ma non rompere" Rise Carl tirandomi un piccolo spintone, poi io lo buttai sul divano e Fiona ridacchiò.

La sera facemmo la festa che avevamo programmato. Io, Ian, Carl, Liam e Frank eravamo seduti sul divano, mentre gli altri preparavano la torta.
Quando iniziarono a venire nel salotto con la torta, iniziammo a cantare.
"Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo....e nessuno lo può negar!!" Poggiarono la torta sul tavolo e Carl spense le candeline, e poco dopo si sentì bussare alla porta.
"Oh, questo è il mio amico" Andò ad aprire la porta, ed entrò un ragazzo alto e nero, gigantesco. Tutti avevano delle facce stupite, forse intimorite.
"Nick?" Dissi incredula.
"Lo conosci?" Chiese Fiona sbigottita
"Ehi, quanto tempo!" Lo salutai stringendogli la mano. Quello accennò un piccolissimo sorriso, quasi impercettibile.
"Dopo ti faccio vedere casa, sentiamo gli altri prima. Beck vieni?"
"Ahm, non ho tanta voglia, sono stanca" Riposi.
"Carl!" Lo richiamò Fiona, visto che se ne stava andando.
"Oh, si. Grazie per la festa. È bello essere a casa con tutti voi. Ci vediamo dopo" Disse, uscendo con Nick.
Tutti gli sguardi caddero su di me.
"Che c'è?" Chiesi.
"Be', allora? Chi è quel Nick?" Domandò Fiona incrociando le braccia.
"Ah, no. Tranquilli. Conosco la sua storia, è un bravo ragazzo. Ha solo qualche problema." Risposi.
"Problema di che tipo?" Chiese V.
"Non quel tipo di problema. È entrato in carcere a nove anni, non sa né scrivere né leggere."
"Cristo, perché?" Domandò poi Fiona. Io alzai le spalle.

La mattina dopo mi svegliai con Nick che si allenava.
"Buongiorno Nick" Dissi, scendendo le scale.
"Wo...E voi chi siete?" Chiesi appena vidi due persone nel salotto.
"Siamo i genitori di Derek. Vorremmo parlare con Fiona, se è possibile" Disse la donna.
Diedi una piccola gomitata a Carl che era a fianco a me, facendogli capire di chiamare Fiona, così iniziò ad urlare il suo nome.
"Cosa c'è?! Basta urlare!" Disse Fiona mentre scendeva le scale.
"Posso aiutarvi?" Chiese vedendo i due.
"Siamo i genitori di Derek, il ragazzo di Debbie. Vorremmo parlare del bambino" Spiegò la donna.
"Quale bambino?" Chuese confusa Fiona.
"Quello di Derek e Debbie."
"Oh cazzo, che altro mi sono perso?" Rise Carl.

Rebecca Gallagher. SHAMELESS STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora