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"Becky! C'è una delle lesbiche alla porta!" Urlò Carl dal piano di sotto.
"Arrivo!" Urlai di risposta mentre mi tiravo su le mutande e tiravo lo sciacquone del cesso.
Scesi al piano di sotto e aprii la porta.
"Posso fare qualcosa per lei?" Chiesi, assumendo la voce da brava ragazza che mi preparavo.
"Buongiorno! Mi chiamo Lisa, io e mia moglie Lisa ci siamo trasferite alla fine della strada da poco. Posso chiederti una cosa?"
"Avete lo stesso nome? Deve essere una merda" Ridacchiai. A quanto pare la donna era abbastanza seria.
"Vedi, la nostra macchina è stata rigata da due ragazzini l'altro giorno, e il giardino era pieno di cocci di vetro, alcune finestre erano persino rotte. Ne sai qualcosa, per caso?" Incrociò le braccia.
"Ptf. Le persone gay in questo quartiere non sono viste di buon occhio, e io ne so qualcosa. Potrebbe essere stato qualche teppistello. Cose da tutti i giorni, qui al South Side" Spiegai ghignando.
"Si, certamente...Ti avverto ragazzina, noi non ci muoveremo da qui, il tuo è uno sforzo inutile" Disse con un tono che avrebbe dovuto essere minaccioso.
"Peggio per voi" E detto questo gli sbattei la porta in faccia.
"Carl! Mi sa che Frank dovrà alzare la posta, abbiamo ancora molto lavoro da fare!" Urlai. Che palle. Volevo solo i miei 20 dollari.

Il giorno dopo come sempre mi svegliai all'ora di pranzo, mi vestii con una cannottiera bianca larga con una stampa una foto di Snoop Dogg e degli shorts baggy, aggiungendoci un cappellino che indossai con l visiera al contrario. Scesi in cucina con tutta la calma del mondo per poi prendere una ciotola di cereali trovata sul tavolo e fare colazione.
"Buongiorno" Dissi masticando.
"Buongiorno Becky, hai qualcosa da fare oggi? Se no ti devi tenere Liam" Mi disse Fiona.
"Ahm...non posso, vado a trovare dei vecchi amici" Risposi.
"Ah, ok..." Mormorò. Tutti ci zittimmo quando un tipo con la barba scese dalle scale. Appena lo vidi io alzai subito il mento, guardandolo dall'alto al basso, posando la ciotola di cereali e assumendo un'espressione seria.
"Oh, ti sei svegliato. Famiglia, Gus. Gus, famiglia. Siamo tornati tardi sta notte e...be' lo conoscete ora. Loro solo Becky, Debbie, Carl e Liam" Ci presentò Fiona.
"Tu saresti?" Chiesi io. Non c'ero stata nell'anno passato, ma sapevo che a  Fiona non andava molto bene con i ragazzi, quindi mi proccupai subito.
"Ehi, ehi, calma. È apposto" Mi rassicurò Fiona.
"Si...Io vado, se c'è qualcosa che non va chiamatemi" Passai di fianco al ragazzo a due centimetri dal viso, guardandolo dritto negli occhi con aria di superiorità, per poi uscire dalla porta.

"Oi, ragazzi. Che si dice?" Chiesi arrivando sotto il cavalcavia dove lavoravo prima di essere carcerata.
"Black Becky? Che ci fai qua, non dovevi stare dentro un altro anno?" Disse Jerome, salutandomi battendomi un pugnetto, e così feci anche con gli altri.
"Sovraffollamento" Risposi semplicemente.
"Avete qualche lavoro per me?" Chiesi poi.
"Sempre. Là dietro c'è G Dogg, in macchina, vacci a parlare" Mi indicò l'angolo della strada.
"Vado" Stavo per andare a parlare a G Dogg, ma appena mi girai vidi qualcuno che avrei preferito non vedere.
"Carl?!!"
"Becky?"
"Ma che..." abbassai un po' la voce, avvicinandomi a lui. "Che cazzo ci fai tu qui!?"
"Io..."
"Io?!?"
"Ecco...G Dogg aveva detto che avrei potuto aiutare" Si giustificò Carl.
"...Merda" Sbottai. "Vieni" Lo presi per un orecchio, andando dietro l'angolo per parlare con G Dogg.
"Aspetta, tu lavori con G Dogg?" Chiese Carl. "Sta zitto" Dissi io di tutta risposta.
"Ehilà, G. Come va da queste parti?" Chiesi facendo l'amica, quello che ero, d'altronde.
"Woho, ma chi si vede, BB, la famosa Black Becky. Sei uscita prima, allora?" Mi salutò anche lui battendomi il pugno. Io annuii.
"Senti...G, posso chiederti una cosa?"
"Dimmi tutto"
"Perché cazzo c'è mio fratello qui!?" Domandai irritata facendo notare Carl, che tenevo ancora per un orecchio.
"Oh, è tuo fratello?"
"Si che è mio fratello! Senti, lui non può lavorare qui ok? È troppo immaturo" Spiegai.
"Nah, nah. Mi serve un ragazzino bianco, Carl andrà bene"
"No che non andrà bene, porca puttana!"
"Ei, vedi di darti una calmata" Mi avvertì, mettendo una mano vicino al freno a mano, dove molto probabilmente teneva una pistola.
"Si, scusa..." Abbasai il tono, guardandomi per un attimo le scarpe.
"Senti, mi serve un ragazzetto bianco come lui. Le persone hanno paura, non si fermano con i miei ragazzi." Spiegò dopo un po' di silenzio.
"Si, ma adesso che sono tornata può lasciar stare, vero?" Chiesi ansiosa.
"Beh, vedi...È vero che sei una ragazza, però ti sei fatta abbastanza muscoli in carcere e sei anche nera. Modestamente, fai paura lo stesso. Però, ehi, non sto dicendo che te ne devi andare. Il piccoletto potrebbe essermi  molto utile. Dai, due Gallagher mi fanno comodo" Sorrise a Carl, che intanto ascoltava la conversazione. Non potevo fare nulla contro G Dogg.
"G...Sul serio, lo sai quanto è importante la famiglia per me. Niente cazzate"
"Croce sul cuore. Mi fido di te, sei un'amica, BB, così sarà per Carl. Giusto, ragazzino?" Carl annuì. 

"Sei un idiota!" Tirai un ceffone sulla nuca a mio fratello, dopo esserci allontanati da G Dogg.
"Come ti è venuto in mente di venire  a lavorare per G Dogg, eh? Non sai con chi hai a che fare, Carl!" Alzai la voce.
"E tu si, invece?" Chiese con tono calmo, per farmi innervosire.
"Io si! È da quando ho la tua età che lavoro per G Dogg, per cosa pensi che sia andata in carcere, eh? Rapina a mano armata. Avevo fatto una cazzata e mi servivano soldi per lui. È per questo che sono finita in prigione!"
"E allora?" Continuò. Io sospirai, tentando di rispondere senza tirargli un pugno sul naso.
"Non so se capisci che in questi posti puoi arrivarci la mattina, tranquillo, dopo aver fatto una buona colazione ed è molto probabile che non torni a casa per cena" Spiegai, sospirando e cercando di non urlare. Lui non riuscì più a ribattere.
"..."
"Carl...non voglio tornare a casa e annunciare che ti hanno ficcato una pallottola nel cervello. Stai attento a come parli qui, e difendi prima te stesso, in ogni caso".

Jerome porse a Carl dei vestiti.
"G ha detto che devi metterti questi. Sembrerai più un bravo ragazzo" Carl storse il naso, e io ridacchiai.
"Ci sono passata pure io. Muoviti, i ricconi arriveranno presto" 

Quando arrivò la prima macchina diedi due piccoli colpetti sulla schiena a Carl, per incoraggiato ad avvicinarsi.
"Buon pomeriggio signore, cosa le posso portare?" Gli porsero una piccola mancia, e lui diede un saccettino da un grammo e mezzo al signore.
"Be'? Non è così difficile." Ghignò porgendomi i soldi. Io li contai velocemente.
"Carl." Lo richiamai con tono serio.
"Cosa?" Mormorò lui.
"Ti ha dato 20 dollari, che sono un quarto di grammo, e tu gli hai dato un grammo e mezzo" Spiegai.
"Ah"
"Ah un cazzo. Che problemi ha tuo fratello, Bi? Mi deve 100 dollari" Sbraitò Jerome.
"Si, si...non ti preoccupare, ti ridarò tutto io, tra un paio di giorni"
"Sarà meglio"

"Mi sa che devo spiegarti un bel po' di cose prima che inizi a guadagnare sul serio" Dissi a Carl mentre tornavamo a casa.

Rebecca Gallagher. SHAMELESS STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora