Una Firma

72 5 1
                                    

La prima cosa che noto è che ho dormito nuda. La seconda è che la mano di Till è ancora appoggiata sul mio petto. Sorrido, ricordando le sue parole. Non lo sa. Non sa che io so che è innamorato di me. Inizio a stuzzicarlo con le dita ma non si sveglia, russa come un toro. Mi siedo a metà letto e cerco di rivestirmi, ma Till apre gli occhi e mi ferma con la mano.
«Tesoro mio, buongiorno» mi sorride
«Buongiorno a te» ricambio il sorriso. Mi trascina sotto le lenzuola, senza che io possa opporre resistenza. Ha il viso segnato di chi ha pianto tanto, ma mi sorride dolcemente. Le sue mani accarezzano delicatamente la mia pelle nuda e calda. Il paradiso non sembra lontano.
«Ho temuto di perderti, piccola mia» mi sussurra
«Ci vuole ben altro per farmi fuori» rispondo
«Non potrei mai permettermelo» mi stringe a se con tenerezza, baciandomi il collo. Mi appoggio sulla sua spalla, sorridendogli.
«Sei più bella di quanto si possa raccontare» sussurra
«Naaah, smettila» rido
«Non la smetto. Non la smetterò mai» ridacchia
«Chissà come sta Paul» mi chiedo ad alta voce
«Starà meno bene se mi ha sporcato il letto o il divano con lo sperma» ride fragorosamente Till
«Dai, magari non hanno scopato»
«Beh, magari no». Cerca di baciarmi ma mi irrigidisco.
«Till, no.» dico a bassa voce
«Perché?» sembra deluso
«Non me la sento. Scusa». Non so perché, ma non me la sento davvero. Mi stringe a se, accarezzandomi.
«Va tutto bene, piccola mia». Ci alziamo e mi dà una sua maglia, che mi arriva alle ginocchia, poi vaghiamo per il piano. Flake sta ancora dormendo, Olli e Doom chiacchierano in terrazza.
«Quei due non ce la raccontano giusta» ridacchia Till. Dal divano del soggiorno fanno capolino i piedi nudi di Richard. Paul è sopra di lui, rannicchiato sul suo petto. Sono dolcissimi da vedere.
«Buongiorno gentaglia» ridacchia Till, svegliando Richard che non può muoversi senza svegliare Paul. Non appena mi vede, si alza e si lancia in un abbraccio ad orsacchiotto contro di me.
«Mammamia che spavento» ride
«Si ma sto bene, Paulchen, mi sono ripresa del tutto»
«Oggi devi andare a firmare» sorride Till
«Cioè? In che senso?» chiedo
«Non ti è arrivata la mail?» chiede Richard. Apro la casella e si, mi è arrivata. È l’appuntamento per il contratto. Questo vuol dire che…
«Mi hanno davvero presa??» chiedo sbalordita. Till annuisce e mi lascio andare ad un pianto di soddisfazione, mentre Paul mi abbraccia.
Tornare a casa Landers è estremamente strano, dopo quella serata fantastica.
«In una sera, è cambiato tutto» commento, mentre saliamo a casa sua.
«Non ho idea di come possano prenderla i miei figli» borbotta
«Beh, io me lo chiederei. Khira ed Emil arrivano oggi». Paul sbianca. «Non lo sapevi?»
«Ora come lo dico a Lily? Ma soprattutto… dove dormirai?» mi chiede, preoccupato. Improvvisamente mi rendo conto di essere rimasta senza casa.
«Troverò un modo. Tu intanto… prepara Lily» dico, mentre vado a sistemare le mie cose. Sento dei gridolini di felicità. Non l’ha presa male, per fortuna.
La nostalgia prende il sopravvento e decido di chiamare Sarah. Mi risponde dopo due squilli.
«Ogni tanto esisti ancora» il suo tono è glaciale
«Non sono io quella in torto» ribatto
«Lo so. Ma Nikki non ha cambiato idea»
«Che si fotta allora. Perché io oggi vado a firmare. Oggi divento la nuova cantante dei Rammstein e voi due dovreste essere le persone più felici del mondo»
«Penso che Nikki sia semplicemente molto risentita»
«O forse molto invidiosa perché, per una volta, riesco a fare meglio di lei»
«Isa, non è così»
«A me sembra esattamente così»
«Ti andrebbe di parlarne davanti ad un caffè?» mi chiede
«Assolutamente si. Ci vediamo tra quanto, mezz’ora? Perché questo pomeriggio ho l’appuntamento in casa discografica»
Sarah sembra essere lievemente entusiasta. E infatti non mi sbagliavo, la sua felicità è molto accennata, sembra delusa.
«Quindi fammi capire, hai passato il provino?»
«Beh si, che ti sembra, che mi abbiano fatto sconti?»
«No, non credo» sorride appena
«Non sono una raccomandata. Mi sto impegnando veramente tanto. Quella cretina che ha detto quelle cose, Olga… Richard l’ha lasciata.»
«Quelle cose che spero siano false»
«Sarah, ti giuro che non ho mai fatto nulla con nessuno di loro. Sarò probabilmente l’unica donna con cui Till Lindemann ha dormito per davvero». Sarah esita, poi ride.
«E… com’è dormire con lui?»
«Russa come una mietitrebbia» ridacchio
«E gli altri?» inizia ad essere curiosa
«È un po’ un asilo nido, con gente di 50 anni. La cosa più divertente che mi sia mai capitata»
«Ti vedo… diversa. Cioè, sembri… non lo so. Felice» e me lo dice con un gran sorriso
«Mi crederesti mai se ti dicessi che lo sono davvero?». Annuisce, sorridendo. Sapevo che avrebbe capito.
«E sono anche senza un posto dove stare» sospiro
«In che senso?» chiede preoccupata
«Stavo a casa di Paul Landers, ma adesso è tornato il figlio quindi non ho più dove dormire»
«Ah cavolo. Beh, c’è ancora la tua stanza, a casa nostra. Nikki non vuole affittarla»
«Nikki per me è morta» sbraito»
«Ha sbagliato con te, lo so. Ma cerca di capirla…»
«Io non devo capire proprio nulla, ho avuto un’occasione più unica che rara che nella vita accade solo una volta».
«Si è sentita tradita»
«Tradita dal fatto che io abbia avuto l’occasione migliore della mia vita? Non ci posso credere»
«Lo so. Mi manchi, sappilo. Mi manchi tantissimo». Sarah sembra sincera. E anche lei mi manca molto. Finiamo per abbracciarci forte, mentre il caffè si raffredda. Sento un tocco alle mie spalle.
«Non si saluta?» la voce è inconfondibile
«Khira!» esclamo, abbracciandola. Vedo anche Emil e mi lancio ad abbracciare anche lui.
«Sarah, ti presento Khira Lì, figlia di Richard Kruspe ed Emil Reinke, figlio di Paul Landers. Lei è Sarah, la mia ex coinquilina» i tre si salutano educatamente.
«Quindi stasera festeggi?» mi chiede Sarah
«Certo che festeggia. Siamo scesi apposta!» ride Emil
«Vivete ad…?»
«Amsterdam. Facciamo i DJ. Io ho un duo, il mio socio è rimasto lì» spiega Emil
«È rimasto lì perché si scopa il mio ex fidanzato italiano» sbraita Khira
«Dai, non ti è ancora passata?» ridacchio
«Smettetela. Piuttosto, ci racconti come hai fatto a liberare mio padre dalle grinfie di quella belva?». Detesto vantarmi delle mie imprese ma racconto tutto, per filo e per segno.
«Non ho capito una cosa… quindi…» inizia Emil
«Mio padre e tuo padre stanno insieme» ride Khira
«E vedessi quanto sono belli da vedere insieme» sorrido
«Non ho dubbi, ma… non me l’aspettavo, tutto qua» risponde Emil, imbarazzato
«Piuttosto… qualcuno deve darsi una mossa, eh» borbotta Khira guardandomi in faccia
«In… che senso?» chiedo imbarazzata
«Quand’è che ti deciderai a…?» insiste
«Khira, non capisco…» faccio la finta tonta
«… darla a Till?» finisce la frase Emil
«Non stiamo insieme» rido
«Si ma tesoro, sbrigati! Non è che ti aspetterà tutta la vita», io sorrido ripensando alle sue parole. Si è innamorato.
«E invece sì. Perché si è innamorato. L’ho sentito di nascosto che lo diceva a tuo padre» sorrido
«IMPOSSIBILE!» ribatte Emil
«È così invece. Ha pianto perché avevo un attacco d’asma molto forte» gongolo
«Tu sei riuscita a far innamorare Till Lindemann?» chiede Sarah stupita
«Allora… mio padre non ci è riuscito, il tuo nemmeno, Khira. Spiegaci il segreto» ridacchia Emil
«Mi sono aperta con lui… e non di gambe… gli ho mostrato le mie fragilità. Evidentemente lo ha apprezzato» mi guardano tutti sorridendo
«Questa sì che è una bella. Isabelle, non so nemmeno cosa dire ma è assolutamente meraviglioso» commenta Khira.
«E intanto stanotte dormo sotto ai ponti» rido
«Quale migliore occasione per… traslocare da Till?» aggiunge Sarah
«… ho un sacco di roba» rido. Da Till? No. Non voglio.
«Aspetta, chiamo la ditta dei traslochi» dice Emil
«Ma devo impacchettare tutto, e poi ho il contratto da firmare questo pomeriggio» prendo scuse perché no, non me la sento.
«Khira scusa, ma non può stare da te?» chiede Emil
«Piuttosto, perché non stai tu da lei mentre io cerco un monolocale?» chiedo guardando Emil negli occhi. Così avrà la sua bella scopata e io non dovrò affrontare il trasloco.
«Certo che puoi stare da me. Alla fine restiamo solo una settimana, poi tutto può tornare alla normalità, non devi andare da nessuna parte» risponde Khira con un sorriso
«Ho un’ansia per il contratto…» sospiro
«Dai, ma che ansia. Dovresti averne più per gli esami» risponde Sarah. Ricordo improvvisamente che settembre è dietro l’angolo e io non ho aperto libro.
«Comunque io adesso vado a lasciare i bagagli a casa, Emil tu vieni con me o vai con Isa, così saluti tuo padre?»
«Vado con Isa» mi sorride. Ha capito che lo sto facendo per lui. In macchina, dopo aver salutato Sarah che, commossa, mi ha chiesto di rivederci, Emil finalmente toglie il tappo dallo stomaco.
«Sei geniale! Mi stai dando l’occasione di poter dormire con Khira!» mi sorride
«Si ma adesso sarà… strano?» chiedo poco convinta
«Certo che mio padre avrebbe potuto trovarsi qualcun altro» sbraita Emil
«Ad esempio?» chiedo
«Non lo so, ma non il padre della ragazza che mi piace» ride nervosamente
«Ho una paura di fare schifo…» cerco di cambiare argomento, ma Emil lo riporta lì.
«Io spero solo che Richard sappia trattarlo come merita… meglio di Till, per lo meno» sospiro. Till. Till non sa trattare bene nemmeno sé stesso.
«Siamo arrivati» dico, mentre mi rendo conto che la macchina di Richard è lì. Ringrazio di avere le chiavi, almeno possiamo entrare senza disturbare. Apro la porta e vengo investita dall’aroma caratteristico del sesso. Emil mi lancia uno sguardo sconvolto. Sentiamo solo qualche gemito soffocato e il caratteristico rumore ritmico. Oddio, ma di tutta la casa proprio in soggiorno?
«Papà?» chiama Emil mentre ci avviciniamo. Sono contro un muro, Paul appoggiato di schiena con le gambe sulle spalle, il viso paonazzo parzialmente coperto da una mano di Richard, mentre l’altra è sulla gola ed è talmente scuro che sembra sul punto di soffocare, i suoi occhi sono riversi e mostrano solo il bianco mentre le mani sembrano quasi voler affondare nel muro dal piacere.
«Richard, ma non ti sembra un tantino estremo? Fallo respirare!» dico sconvolta, mentre Emil fugge cercando di dimenticare l’immagine stampata ormai nel suo cervello, portandosi dietro Minni, evidentemente entusiasta.
«Guarda che gli piace» sorride Richard, Paul con uno spasmo inclina il capo all’indietro e inarca la schiena, raggiungendo il climax e Richard, soddisfatto, lo lascia respirare.
«Spero non sia rimasta troppo turbata, Isa» mi chiede Richard, mentre Paul recupera fiato. Ma no, le ho fatte di ste cose.
«Più che altro, Emil» ridacchio
«Se vuoi saperlo, è stato Till ad insegnarmi» dice malizioso con l’occhiolino.
«A me non piacciono. Cioè, le facevo per lavoro…»
«Lo dici perché non hai mai fatto sesso con Till» dice Richard mentre si riveste e lancia i vestiti a Paul
«Ho fatto sesso con tantissimi uomini» dico sottovoce
«Credimi… è diverso» sussurra Paul
«Dite?» sorrido arrossendo
«Nessuno di noi può dimenticarlo» sospira Richard
«A me importa poco del sesso, onestamente» ridacchio
«Con Till non è solo sesso… è un’esperienza…» inizia Richard
«Extracorporea» completa la frase Paul «Nemmeno tu sei male, però»
«Potete evitare i complimenti post sesso davanti a me?» chiedo ridacchiando
«ODDIO MA SI STA FACENDO TARDISSIMO» urla Richard. Mi rendo conto che manca solo mezz’ora all’appuntamento all’headquarter e le mie gambe iniziano a tremare. Continuano a tremare in macchina e mentre salgono le scale, persino entrando in stanza. Arriviamo appena in tempo, Oliver e gli altri sono già tutti seduti. Till mi ha tenuto un posto accanto a sé. Quando mi siedo mi sorride dolcemente, sembra quasi che non aspetti altro. Il modulo passa di mano in mano e arriva alla mia. Sto per entrare nella mia band preferita.
Come cavolo è possibile non lo so, ma la mia vita sta per cambiare radicalmente dopo quella firma e non aspetto altro. Firmo con mano tremante e consegno. Paul fa partire un applauso caldo e incoraggiante, da parte di tutti. Till mi alza il braccio.
«Adesso veniamo a fatti meno lieti. Signor Lindemann, si è già procurato dei testimoni per il processo?». Till non risponde, nasconde il viso tra le mani.
«Sì, li ha trovati» dico, alzandomi in piedi «Io quella sera c’ero, ero al balcone adiacente quello della stanza del signor Lindemann e ho…assistito al rapporto tra lui e l’accusante. Posso affermare senza dubbio che era perfettamente consenziente» dico guardando Till
«Isabelle, no. Ti odieranno. Ti faranno a pezzi» mi dice piano.
«Io non ti lascerò finire in carcere. Non così.». Till mi sorride e trattiene le lacrime.

Stirb Nicht Vor Mir Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora