Cambierò

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«Dove stiamo andando?»
«Mica te lo dico, paperotta»
Abbiamo fatto pace, dopo una sera a litigare. Non è facile per me accettare la sua sessodipendenza, né lo è per lui accettare i miei limiti. Abbiamo dormito insieme, dallo stesso lato del letto, aggrovigliati come le mangrovie, e adesso siamo in aeroporto, pronti ad imbarcarci sul jet privato. Destinazione sconosciuta.
«Mica stiamo andando a Dubai?»
«Perché, non ti piacerebbe?»
«Certo che no! Che schifo» dico disgustata, mentre aspettiamo l’imbarco.
«Lo sai che non ti porterei mai a Dubai» ride
«Lo voglio sperare»
«Fidati…» mi sorride
«Ci provo»
«Lo so che faccio schifo»
«Per lo meno ne sei consapevole»
«Cosa dovrò fare per farmi perdonare?»
«Vedremo, vedremo» dico seria, ma mi sciolgo alla vista del suo sorriso. Lo amo. Lo amo anche se non ha il minimo rispetto di me e della relazione. Lo amo e basta. Puro autolesionismo. Aiutatemi. Ci imbarchiamo, il jet tutto per noi è la cosa più bella che mi sia mai accaduta. Siamo solo noi e l’assistente di volo, su un divanetto, con il servizio food.
«Ci vuole molto?» chiedo, mentre gli accarezzo il viso
«Un paio d’ore» mi sorride
«E poi?»
«Poi prendiamo l’elicottero» ridacchia
«L’elicottero? E chi lo guida?»
«Io. Ho un brevetto da pilota» anche pilota. Sa fare tutto, com’è possibile?
«Sei bravo? Non rischiamo di schiantarci?»
«Sono bravissimo»
«E dopo?»
«Dopo andiamo a prendere il tuo regalo» mi dà un piccolo bacio sulle labbra
«Ma non era meglio farlo arrivare direttamente a Berlino?» scoppia a ridere
«Diciamo che, logisticamente parlando, era impossibile»
«Non vedo l’ora di sapere di cosa si tratta»
«Non ne resterai delusa» mi stringe a sé, teneramente.
«Till…»
«Che c’è, amore?»
«Scusami se non riesco a farlo…»
«Scusami? E di che? Scusami tu se non riesco a tenerlo nei pantaloni più di quanto vorrei»
«È colpa mia…»
«Amore no, non è vero. La colpa è solo mia» mi accarezza i capelli e mi abbraccia, mentre piango contro il suo corpo.
«Piccola mia non piangere, ti prego» mi sussurra, asciugandomi le lacrime con le sue dita enormi
«Meriti di meglio»
«Merito te»  sorrido dolcemente a quelle parole
«Io non voglio perderti» sospiro
«Non ti lascerò, puoi stare tranquilla» mi sussurra, prima di baciarmi. Ha un tono dolce e sincero. Gli credo.
Il volo sembra durare pochissimo e ci ritroviamo ad atterrare in aeroporto. Appena sbarcati, mi rendo conto che ha ragione: fa caldissimo.
«Dove siamo?» chiedo, mentre prendiamo i bagagli
«Atene» mi sorride
«Atene?» chiedo stupita
«Credevi davvero ti avrei portata a Dubai?» ride forte
«Sì» rispondo ingenuamente
«No tesoro. Ho scoperto da Khira che le avevi confidato che il tuo sogno era una vacanza in Grecia»
«E tu realizzi i sogni» sorrido
«Sono il tuo genio della lampada personale» ride e mi abbraccia
«Oddio sono emozionata» ridacchio
«Adesso mandiamo i bagagli, ce li consegneranno più tardi. Noi andiamo a prendere l’elicottero» dice, mentre camminiamo mano nella mano verso la pista degli elicotteri
«Sei sicuro di saper volare?» gli chiedo
«Tesoro, non potrei mai farti rischiare la vita» mi bacia la mano. Siamo arrivati. Entra e si sistema al posto di guida, poi mi fa salire e mi aiuta ad indossare la cuffia antirumore e a legare le cinture, ho le mani che tremano.
«Fa molto Cinquanta Sfumature Di Grigio, lo sai?» ridacchia
«Lo so, amore. Ma io sono più bello di Christian Grey?» mi chiede, mentre si sistema.
«Decisamente» sorrido «Non siete nemmeno paragonabili»
«Resta rilassata, sarà un viaggio brevissimo» mi sorride, mentre iniziamo ad alzarci in volo. Dio, mi sembra un sogno. Inizia a parlare con la torre, io mi rilasso guardandolo così concentrato.
«Lo avresti mai immaginato?» mi chiede
«No. È una cosa stupenda» sorrido. Ho il cuore colmo di gioia fortissima
«Sei la cosa più bella e preziosa della mia vita»
«Ti amo, Till. Ti amo da impazzire»
«Ti amo, piccolina»
«Stiamo già atterrando?» chiedo, sentendo l’elicottero calare
«Te l’ho detto che ci sarebbe voluto poco» sorride. Finalmente atterriamo. Mi fa scendere, tendendomi la mano. Fa un caldo pazzesco.
«Benvenuta a Mykonos» mi sorride
«Addirittura??» mi porto le mani al viso
«E ancora non hai visto il tuo regalo» mi abbraccia
«Voglio vederlo!» piango di gioia
«Andiamo allora, prendiamo il taxi». Ne chiama uno e parla con l’autista sottovoce. Saliamo.
«Adesso tu indossi questa» dice mostrandomi una benda nera
«Addirittura?» chiedo
«Non voglio rovinarti la sorpresa» sorride, mentre me la allaccia. Ho il cuore a mille.
Scendiamo dal taxi e camminiamo un po’, gli stringo dolcemente la mano. Sospira, è agitato anche lui. Chissà perché.
«Sei pronta, piccola?» mi dice, con le mani sulla mia benda. Annuisco, poi me la sfila. Davanti a noi uno yatch, enorme. Una scritta capeggia su una fiancata. Isabelle. È il mio nome. Quella barca… è mia.
«È… mia?» chiedo a bocca aperta
«Sapevo ne desiderassi una» mi risponde mentre gli salto addosso e lo riempio di baci fino a tossire.
«Non mi aspettavo tutto questo entusiasmo» ridacchia
«Ti amo! Ti amo cazzo! Ti amo Till Lindemann, ti amo da impazzire e ti amerò tutta la vita» strillo, mentre ci avviciniamo e finalmente saliamo, i nostri bagagli stanno per arrivare.
«Abbiamo una cucina, una camera da letto, un soggiorno, praticamente un mini appartamento» mi fa vedere. Il letto è bellissimo, ha un ottimo gusto.
«Non vedo l’ora di farmi una nuotata» sorrido
«Anche io. Ne ho davvero bisogno» mi sorride. Finalmente possiamo salire a bordo, i bagagli sono arrivati. Till parla con il timoniere, poi viene da me in camera da letto, mentre decido quale costume indossare.
«Ti stanno bene tutti, per me è indifferente» mi sorride. Ne scelgo uno nero e mi spoglio per indossarlo. Till mi guarda come se mi volesse mangiare.
«Non rimetterlo subito, prima fatti guardare» dice accarezzandomi i fianchi e la vita. Il suo tocco mi manda in estasi. Sospiro delicatamente.
«Isa, lasciami fare qualcosa, te ne prego. Ti desidero troppo» mi sussurra, la voce carica di desiderio. Respiro profondamente, poi annuisco, pur tremando. Mi prende delicatamente e mi sdraia, le gambe al bordo del letto. Si inginocchia, senza smettere di guardarmi, le mie gambe sulle sue spalle. Chiudo gli occhi, mentre sento arrivare la sua bocca tra le mie cosce. Tremo leggermente, ma l’ansia diventa eccitazione nel giro di pochi secondi. Me lo aspettavo bravo, ma non così bravo. I miei gemiti riempiono l’aria, mentre afferro il lenzuolo, travolta da un piacere che avevo dimenticato. Si alza in piedi con il sorriso beffardo di chi ha ottenuto ciò che voleva e il viso sporco dei miei umori, va a lavarsi e mi lascia lì, tremendamente felice.
Certo che se questo è l’antipasto, voglio tutto il buffet. Voglio sentirlo nelle mie ossa, tra le mie vene. Voglio sentirlo urlare il mio nome. Lo desidero come non ho mai desiderato nessuno. Mi alzo e apro il suo borsello, trovando il portapillole.
«Quanto ci mette a fare effetto?» mi guarda sconvolto ed eccitato insieme
«Un’ora» mi sorride
«Prendilo» gli dico con un filo di voce
«Ne sei sicura?»
«Sì amore» gli sorrido. Butta giù una pillola senza acqua, mi guarda quasi intenerito. Le mie gambe tremano di nuovo.
«Beh nel frattempo possiamo fare qualsiasi altra cosa»
«Il bagno?» propongo con un sorrisetto
«Sì! Ma non in costume» sorride, togliendosi i vestiti. Nuda come lui e con lo stesso sorriso, ci tuffiamo. Prendo fiato e mi immergo con lui, sotto la superficie. Mi bacia, mi bacia fortissimo, i pesci danzano intorno a noi. Torniamo in superficie, a riprendere fiato.
«Hai visto che fondale bellissimo?» mi dice sorridendo
«Ho la testa solo ai tuoi occhi, non al fondale» mi bacia ancora
«E io ai tuoi» ridacchia
«Proviamo ad andare più giù?» mi chiede
«Certo». Non ho una grande capacità polmonare, non ai suoi livelli. Un po’ mi preoccupo.
«Tesoro, respira con me. Restami sempre vicino e andrà bene» mi rassicura. Prendiamo fiato insieme e scendiamo, lentamente, mano nella mano. È tutto così meraviglioso che non vorrei più risalire. Credo sia il paradiso. Dopo qualche minuto inizio a sentire il bisogno di respirare ma non voglio rovinare tutto, mi sforzo di trattenere il respiro. Till se ne accorge e mi fa cenno di risalire ma non voglio. L’aria esce da me, senza che io possa controllarla. Lo guardo terrorizzata, ma resta tranquillo. Preme le sue labbra contro le mie e soffia delicatamente il suo respiro in me, mentre risaliamo. Non appena arrivo in superficie tossisco forte. Lo abbraccio, non è arrabbiato.
«Respira amore, respira a fondo. Dio, te l’ho detto che non devi preoccuparti, se non ce la fai più risaliamo.» dice abbracciandomi forte. Lo guardo languida.
«Solo che è così bello… vederti nuotare» sussurro. Risaliamo in barca, nudi e stanchi. Ci asciughiamo e ci sdraiamo a letto, stretti stretti. Inizia a baciarmi il collo, le spalle, l’addome. Sono parecchio tesa ma non gli sfugge nulla, mi accarezza il viso.
«Ci siamo desiderati dal primo istante, amore. Confesso che sono emozionato anche io». Arrossisco un po’.
«Isa, non farò nulla che non ti piaccia, sappilo» annuisco dolcemente. Si sposta su di me, con delicatezza, salendo sul mio corpo, mentre scivolo sotto di lui. Le mie gambe si attorcigliano intorno alle sue anche. Sono talmente rigida che si piegano con difficoltà. Till mi bacia, dolcemente, a lungo. Respiro a fondo ma mi manca l’aria.
«Amore mio, che c’è? Sei rigidissima» mi sussurra, accarezzandomi il collo e le spalle. Sospiro, non riesco quasi a respirare dall’angoscia, trattengo una lacrima. Non dovrei sentirmi così. Non è giusto.
«Amore, guardami negli occhi» solleva il mio mento con una mano, mentre mi guarda negli occhi «non farò nulla, è dico nulla, che non ti faccia stare bene. Ci possiamo fermare in qualsiasi momento. Sto al tuo passo. Io ti amo da impazzire e vederti terrorizzata da me è la cosa più straziante della mia vita, perché non potrei mai e poi mai traumatizzarti come le bestie che hai conosciuto. Isa, sei l’unica per la quale cambierei.» annuisco, mentre le mie gambe si fanno meno rigide e lui lo sente, sente che premono di meno contro le sue anche. Riprende a baciarmi, delicatamente, mentre si fonde con me. L’unica per la quale cambierebbe. Che bella bugia. Beh, è quasi convincente. Lo sento muoversi, dentro e fuori da me, ci muoviamo insieme, mentre gli accarezzo la schiena muscolosa, esplodendo in piccoli timidi gemiti al suo orecchio, mentre mi bacia il seno continuando a darmi piacere. Lo sento ansimare contro la mia pelle, quasi grugnire in maniera ancestrale, ma le sue mani non sono mai troppo pesanti, le sue spinte non sono mai dolorose, sembriamo combaciare perfettamente come se fossimo creati per essere l’uno il completamento dell’altra. Mi guarda e sorride, paonazzo, mentre non riesco più a controllarmi e inizio a urlare, contro il suo orecchio, mentre il mio cuore fa a gara con il suo e le mie unghie affondano nella sua carne, poi con un gemito roco sento il fiotto caldo del suo seme in me. Lo guardo estasiata, completamente imbambolata.
«Scusami, dovevo…»
«No, tranquillo. Non ho il ciclo da anni. Non posso avere figli» sussurro, mentre cerco di realizzare.
«Isa…» mi bacia teneramente
«Lo facciamo ancora?» chiedo, speranzosa
«Più tardi tesoro» sbadiglia, poi esce da me. Si mette su un fianco, mentre mi guarda con gli occhi semichiusi. Ho una voglia di fumare che mannaggia a me perché ho smesso. Mi accarezza dolcemente, assonnato.
«Sei già stanco?» chiedo
«Ho quasi 60 anni. Le energie sono quelle che sono» rantola, poi chiude gli occhi. Pochi secondi dopo inizia a russare come un trattore. Mmh, benissimo questo post sesso. Davvero benissimo. Ho bisogno di parlarne con qualcuno. Mi alzo e vado in bagno, chiamando Khira.
«Ciao, festeggiata!»
«Ciao Khira» mormoro
«Hey, che sta succedendo?» mi chiede stranita
«Niente, è che… è successo.»
«Gliel’hai data?» strilla
«Beh si, non è che potevo negargliela in eterno» ridacchio
«E perché non siete a letto a farvi le coccole?» apro la porta del bagno affinché senta
«AH. E vabbè che ci vuoi fare» ridacchia
«Si ma ora mi annoio» ridacchio
«Ma almeno…?»
«Da morire. Davvero, non me lo aspettavo»
«Si ma lo sai. Lo sai che non sarà mai davvero solo tuo»
«Ha detto che cambierebbe per me»
«Lo diceva anche a Paul. Isa, Till non cambierà. Ti tradirà. Ti spezzerà l’anima.»
«Lo so, ma sembrava sincero»
«Lo immagino, ma devi capire che non cambierà. Non lasciarti abbindolare».

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