Till non si aspettava che ci presentassimo tutti insieme da lui e ci fissa quasi intimidito dalla nostra presenza. Il living è in buono stato, se non fosse per qualche bottiglia vuota qua e là. Scuoto la testa. Tipico di Till buttarsi sul bere senza pensarci troppo. Prendiamo posto sui divani, mentre aspettiamo il delivery.
«E siamo di nuovo punto, bis, da capo. Decidono sempre loro» infuriò Flake. Alla porta, intanto, era arrivata la signorinella, con un Richard che avrebbe preferito morire piuttosto che stare ancora con lei. Si siede rigidamente su una sedia, in silenzio.
«Io non ho alcuna intenzione di accettare qualcuno che non sia Isabelle nella band» dice Paul
«Chiaro. Tutte le altre sono state imbarazzanti» annuisce Doom
«E se non lo faranno?» chiedo a bassa voce
«Lo faranno. Non credo vogliano una rivolta» risponde Richard
«Beh, ancora per poco» aggiunge sommesso Till.
«Intendi per…» inizia Olli, Till annuisce
«Ne sono arrivate altre?» chiede Flake
«Siamo a otto» risponde Till sospirando
«Otto sono troppe» reagisce Doom
«Se solo la prima ritrattasse…» mugugna Till
«Convincerebbe le altre a farlo, secondo te?» chiedo
«Non lo so, ma potrebbe essere un buon tentativo» risponde
«Beh, credo che dovresti provare a parlarle» lo invito
«Mi ha scatenato contro il suo avvocato» ribatte con lo sguardo carico di dolore
«Olga, tu la conosci. Perché non ci parli?» chiede Flake. La gallina inizia a ridere spavaldamente.
«Ma sai che cazzo frega a me!». Tutti sono agghiacciati.
«Così impari ad infilare il pisello ovunque!». No, è troppo. Troppo da tollerare. Mi alzo in piedi.
«Tu però puoi prendere tutti i piselli che ti capitano a tiro, vero Olga?» urlo
«Isabelle, non esagerare» mi ammonisce Richard
«Scegli da che parte stare, Richard. Ma attento, perché ogni azione ha delle conseguenze» rispondo
«Si tratta di una minaccia, Isa? Non sei ancora entrata e già cerchi di metterci gli uni contro gli altri?»
«Cos’è, quando non c’è lei la sparli e davanti la difendi?» rispondo. No, non mi lascio intimorire da nessuno, perché nessuno ha il diritto di far star male Till.
«Attenta a come parli» ringhia Richard
«Attento tu. Perché c’è qualcosa che dovresti ascoltare» dico, mentre faccio cenno a Till di accendere la cassa. In meno di un secondo la connetto e lascio partire la registrazione. Il volto di Richard diventa pallido come la camicia che sta indossando.
«Olga…Olga che cazzo significa?» ripete
«Sono settimane che avrei voluto fartelo ascoltare, Richard. Aspettavo il momento giusto» aggiungo. Richard non riesce a parlare, è sconvolto. Guarda Olga con l’inferno nello sguardo.
«Ti giuro che le cose non stanno così» si difende la stronza.
«Hai tre secondi per spiegarmi» sibila Richard
«Certo che detto da una che per lavoro faceva la puttana ha molto senso. Perché non racconti come sei arrivata in Germania?». Scacco matto, Olga. La testa mi gira talmente tanto che non riesco a rispondere. Tutti mi fissano. Ecco che il mio segreto, improvvisamente, non è più un segreto. Due lacrime mi scorrono sulle guance.
«Olga, hai rotto il cazzo!» urla Paul
«Stai zitto, avanzo di psichiatria!» risponde Olga. Paul resta congelato, gli occhi fuori dalle orbite.
«Olga, hai superato ogni limite. VIA IMMEDIATAMENTE!» urla Till. Mandata via la gallina, cala il silenzio. Paul trema, non riesce a muoversi. Io non ho la forza di guardarli in faccia.
«Isa, stai tranquilla» mi sussurra Doom «Non è successo nulla»
«Io non…non volevo che venisse fuori» singhiozzo
«Tesoro, pensi forse che qui siamo tutti stinchi di santo?» mi chiede Flake. Paul si siede sul pavimento, la testolina contro le ginocchia.
«Siamo andati avanti tutti a rubare» aggiunge Richard, che si siede dolcemente vicino a Paul. Prova a sfiorarlo ma Paul rialza il capo e lo guarda male.
«Non mi toccare!» digrigna i denti
«Paul…»
«Paul niente! Nessuno di voi ha mai preso la cosa seriamente! Nessuno! Tu ci ridevi, ci ridevi dei miei crolli mentali!» singhiozza.
«Lo so e me ne vergogno tantissimo» sussurra Richard
«Tutti con una salute mentale di ferro, ah. Tutti!» sbraita
«Paul, è passato. Nessuno di noi ha intenzione di…» inizia Till ma viene interrotto da Paul che alza la voce «Tu sei il primo che deve stare zitto, Till! Tu mi hai fatto avere un cazzo di TSO! È solo e solamente colpa tua!»
«Paul…ti giuro che non sono stato io» sussurrò Till
«Sei l’unico che avrebbe potuto farmi questo!». Richard si alza e si appoggia al muro, sbiancando, «Till ha ragione» borbotta.
«Che cazzo significa, Richard?» alza la voce Oliver
«Che non è stato lui. Sono stato io. Pensavo di fare la cosa giusta. Non volevo che ti uccidessi, Paul. Non avrei potuto sopportarlo». Tratteniamo tutti il respiro.
«TU? SEI STATO TU???» Paul scatta in piedi e si avventa come un toro contro il chitarrista, colpendolo con una testata furiosa contro lo stomaco, più e più volte. Richard lo prende per i fianchi e lo stacca da sé, mentre il più basso continuava a prenderlo a pugni sulla schiena, facendolo cadere in ginocchio, seguito proprio da sé stesso.
«Ti odio! ti odio Richard!» singhiozza tra le lacrime
«Mi odio più io, Paul. Non ho mai potuto sopportare il senso di colpa per quello che ti ho fatto» piange Richard. Paul smette di prenderlo a pugni e i due finiscono per abbracciarsi, sotto i nostri sguardi sorpresi. Il cibo arriva e Flake e Oliver mettono la tavola insieme a Till, mentre Doom abbraccia i due chitarristi. In quel momento mi sento ancora più fuori dal mondo, fuori da tutto. Che ci faccio lì, in mezzo a loro? Mi mancano da morire Nikki e Sarah.
«Non avrei mai dovuto farlo» sospira Richard
«Eppure, non riesco ad odiarti. Non ci riesco. Hai mandato via quella strega. Non posso non essere fiero di te» singhiozza Paul
«Per quello devi ringraziare Isabelle, se non mi avesse fatto sentire quell’audio…» entrambi si voltano a guardarmi, arrossisco violentemente.
«Beh, ha salvato il gruppo. Merita sicuramente di farne parte» sorride Doom
«Ne fa già parte» aggiunge Oliver
«Ho portato una bottiglia di champagne proprio per questo» dice Flake
«Iniziate a mangiare, noi veniamo dopo» dice Richard, stringendo Paul. No, dal divano non ho nessuna intenzione di schiodarmi.
«Vorrei che ci buttassimo tutto questo alle spalle» sussurra abbastanza forte da farsi sentire da noi. Gli occhi di tutti sono puntati su di loro.
«Vorrei che non mi avessi trattato così» risponde Paul
«Paul, io sono un idiota. Mi piace essere maltrattato»
«Beh, allora non credo ti possa piacere la mia compagnia perché non ho alcuna intenzione di maltrattarti»
«Ma me lo merito» singhiozza il chitarrista
«Meriti molto più di quello che ricevi» sussurra Paul, con un piccolo sorriso. Mi fissa e con un cenno del capo gli faccio capire che sì, è il momento giusto.
«Sei perdonato, Richard Kruspe. Ma ad una sola ed unica condizione…» dice Paul mettendosi di fronte a lui.
«Tutto quello che vuoi» sospira Richard
«Chiudi gli occhi» dice piano Paul. Richard obbedisce, Paul prende il suo viso tra le mani, sorride e lo bacia, con tutto il trasporto e il sentimento che ha dentro. Richard apre gli occhi sorpreso e risponde al bacio, mentre Doom fa partire l’applauso.
«Erano mesi che sognavo di farlo» commenta Paul
«Non…non l’avrei mai immaginato» sorride Richard
«Si raffreddano gli spaghetti, coppietta!» ride Till. Andiamo tutti a sederci a tavola e io prendo posto proprio accanto a Till, che mi guarda con un sorriso rassicurante.
«Quindi possiamo dire ufficialmente che è nata una coppia dentro i Rammstein?» chiede Oliver
«Una, per adesso» risponde Till. Divento tutta rossa.
«Beh potrebbero diventare due. O tre, chi lo sa» commenta Doom. Oliver smette di mangiare.
«Scusami, due lo posso anche capire, visto che è tanto che Till ed Isa non si siano ancora saltati addosso, ma tre? Tu sei sposato, Flake anche e Olli è etero» ride Richard, ma Doom e Olli si scambiano sguardi interrogativi che non passano inosservati.
«C’è qualcosa che dobbiamo sapere?» chiede Till
«Stavo semplicemente scherzando» ride Doom. Till non è dello stesso avviso e mi sussurra all’orecchio «Secondo me non stava scherzando». Ridacchio.
«Non lo sai che è maleducazione parlare all’orecchio?» irrompe Paul
«Paul, pensa a lubrificarti per bene l’ano, che Richard è messo bene». Paul smette di mangiare e Richard scoppia in una risata isterica.
«Giusto, sei una puttana. Ti sei passato i cazzi di tutti, tranne il mio» ribatte Oliver
«Beh, nemmeno quello di Doom» aggiungo io
«E chi te lo dice, Isa?» risponde il batterista, ridendo
«Pure Cristoph?» chiede Paul
«Beh si, è capitato qualche volta» ride Till
«Dopo questa, pensi davvero che potrei mai dartela?» rido
«Non solo penso che me la darai, penso anche che accadrà presto» risponde sorridendomi, con quello sguardo difficile da resistere
«Te lo scordi» rispondo ridendo
«Ultime parole famose, Isa» ribatte Paul
«Paul, come ha detto Till, pensa al tuo orifizio» ridacchio
«Vi assicuro che mi prenderò cura del suo orifizio benissimo» risponde Richard, prima di baciare Paul per l’ennesima volta.
«Direi che il momento di fare il brindisi è arrivato» dice Doom, riempiendo i calici.
«Allora. A noi, a Isabelle che è ormai il settimo membro, a Richard che ha lasciato quella stronza e alla nuova coppietta!» esclama Till, poi brindiamo. Quella sensazione di leggerezza però svanisce subito, sostituita da un peso al petto. Cazzo, l’asma.
«Isa ti senti bene?» mi chiede Till. Sorrido e gli chiedo se posso uscire a prendere un po' d’aria, annuisce e mi prende per mano, portandomi al piano di sopra, mentre afferro velocemente la borsa e la porto con me. Non appena arriviamo in terrazza, le mie gambe iniziano a tremare. Era lì, che quel porco aveva provato ad allungare le sue schifose mani su di me. Il ricordo era troppo vicino per non essere nocivo. Inizio a piangere, mentre il petto si fa sempre più pesante.
«Tesoro mio, mi spieghi cosa sta succedendo?» mi chiede Till, con uno sguardo gonfio di preoccupazione
«Andiamo da un’altra parte, per favore» chiedo con un filo di voce. Mi prende in braccio, sollevandomi da terra come se non pesassi nulla, portandomi in camera sua, quella camera meravigliosa. Mi adagia delicatamente sulle lenzuola, apre la mia borsa e tira fuori l’inalatore. Anche dopo averlo usato, due volte, la situazione non cambia. Il dolore al petto è insopportabile, mi sento sempre più soffocata, come se stessi annegando. E Till è lì, impotente, a chiedersi cosa potrebbe fare per allontanare il dolore da me.
Sento dei passi, poi la porta si apre. Sono Paul e Flake, che cambiano espressione non appena mi vedono.
«Che succede, Till?» chiede piano Flake.
«Non lo vedi? Ha un attacco d’asma fortissimo» risponde Till, trattenendo le lacrime. A quelle parole, Paul diventa più bianco di me.
«Till, non lasciarla morire. Fai qualsiasi cosa ma non lasciarla morire» inizia a balbettare. Il mio cuore triplica i battiti. Sto davvero morendo?
«Non morirà. Till, devi farle l’iniezione.» ribatte Flake. Paul mi guarda, poi fugge via, urlando come se qualcuno lo stesse inseguendo.
«Non la supererà mai» commenta Till, sospirando. Dopo l’iniezione, nulla sembra essere cambiato e la mia mente ormai è annebbiata, il petto è un macigno ed il mio respiro si sente con la porta chiusa. Le lacrime mi scorrono sulle guance.
«Till, penso che sia anche tanto agitata, ecco perché non si riprende» dice Flake. Annuisco leggermente, è come dice lui.
«Sei agitata, tesoro?» mi chiede. Faccio di sì con la testa.
«Spegni la luce, Flake» dice, mentre mi aiuta a togliere l’abitino e me lo appoggia addosso. Si mette in ginocchio sul letto accanto a me, poi si sdraia, aiutandomi a sdraiarmi su di lui, con la testa sulla sua spalla e la schiena contro il suo petto. Appoggia le sue mani enormi sul mio corpo, seguendo il ritmo irregolare del mio respiro.
«Ci siamo solo io e te, Isabelle. Siamo soli. Non devi temere nulla finchè ci sarò io con te, va bene?». Vorrei rispondere ma non ci riesco.
«Devi ascoltarmi, piccola. Chiudi gli occhi e concentrati soltanto sul suono del mio respiro» mi sussurra, poi inizia a respirare profondamente. Per quanto io cerchi di provarci, non ci riesco.
«Riprova, dolcezza. Non ti arrendere, per favore». Ma come posso lottare ancora se non ho forza?
«Isa ti prego, continua a respirare» mi dice, con la voce che trema. Mi sforzo ma l’aria sembra pesantissima.
«Respirerei al posto tuo, se potessi» dice, mentre trattiene un singhiozzo. Non riesco a fare nulla, mi sento sempre più debole e assonnata. Non sembra una brutta morte.
«Isa non puoi lasciarmi. Non puoi.» mi ripete, poi inizia a soffiare tra le mie labbra, a farmi percepire il suo respiro, la sua stessa anima. Pian piano, la morsa ai miei polmoni stanchi inizia a diminuire e l’aria sembra tornare, mentre le sue lacrime bagnano la mia pelle. Si appoggia sul mio petto, piangendo. Non mi muovo, crede che io stia dormendo.
«Come sta?» sento la voce di Richard
«Meglio, si è addormentata». Sento le sue carezze sul mio viso.
«Hai avuto paura?». Till esita. «Terribilmente. Non potrei perderla. Non questa volta che mi sono innamorato, per la primissima volta in vita mia. Credevo fosse impossibile». Sento la risata di Richard. «Beh…anche io». Si è innamorato.Till Lindemann si è innamorato.
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Stirb Nicht Vor Mir
FanficDue anime che hanno perso la speranza, due cuori aridi ed induriti, possono ricominciare a battere l'uno per l'altro? TW: questa storia contiene elementi riguardanti alcool, autolesionismo, DCA, prostituzione e violenza sessuale ego si sconsiglia la...