01- Where it all begins

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"Conta solo su te stessa."
-M

D e v a

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D e v a

Tiro l'ennesimo pugno al sacco da boxe di fronte a me.

La polvere all'interno di esso cade velocemente sotto ai miei piedi e percepisco il pavimento del ring tremare.

La pelle sudata si aderisce alla mia canotta e ai pantaloncini scuri, mentre continuo a dare pugni forti e decisi.

Continuo fino a che la vista non si annebbia, fino a quando non sento più niente. Nemmeno le mie nocche sentono alcunché, sono talmente abituate a questo dolore che sembrano quasi anestetizzate.

Quando la rabbia prende il sopravvento sul mio corpo, tutto mi sembra futile, secondario.

Avverto una scarica elettrica attraversarmi la spina dorsale, dal cervello fino alla punta dei piedi.

È una sensazione strana, ma credo di vivere esclusivamente di essa, da quando ne ho memoria.

I sentimenti non sono altro che un limite, un modo per sfuggire alla realtà malata che ci circonda, una tecnica per persone deboli.

Sono cresciuta così.

Emozioni e sentimenti non mi appartengono.

‬«Deva!» Una voce femminile arriva alle mie spalle, ma le parole mi arrivano  quasi ovattate, data la foga che avverto in tutto il corpo, nelle vene, ovunque.

Serro i denti tenendo fisso l'obbiettivo.

‬«Deva!»

Di nuovo questa voce fastidiosa.

Lentamente, porto le braccia lungo i fianchi, sospirando e buttando fuori aria a tutto spiano.

Mi giro ritrovandomi davanti a Jenna.

Jenna lavora come segretaria nella palestra e da quando è stata assunta il mio livello di pazienza si è sostanzialmente azzerato.

È una bella ragazza, oggi porta una coda alta che le risalta i lineamenti del viso, ha curve accentuate che non perde mai occasione di mostrare, con i suoi top dai colori sgargianti che mettono in risalto il piccolo accessorio che le decora l'ombelico.

È una brava ragazza, tutto sommato: silenziosa, obbediente, ma poco furba.

Mi abbasso leggermente portando le mani alle gambe sudate.

Alzo lo sguardo verso la ragazza con sguardo interrogativo.

‬«Luke. Vuole vederti.»

Luke Davis, il mio capo. Lavora nella palestra della San Louis da quasi vent'anni.

Lo stimo molto. Se non fosse per lui, adesso vivrei sotto qualche ponte nella periferia della città.

Sbuffo, sfilandomi i guantoni aiutandomi con i denti.

THE PERFECT DUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora