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𝐌𝐚𝐟𝐢𝐚 - 𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞
Los Angeles. Ares è il maggiore di tre fratelli e primogenito della potente famiglia mafiosa Torre, appartenente alla terza dinastia.
24 anni di puro peccato, omicidi, vendette e crudeltà...
You got me down on my knees. -Meddle About ~Chase Atlantic
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A r e s
«Portatelo nel seminterrato.» Ordino ai miei uomini pulendomi un angolo della bocca insanguinato.
Appena faccio la mia entrata nella camera da letto, mi tolgo i vestiti ormai sporchi di sangue, scaraventandoli sul pavimento ed entrando nel bagno.
Ho bisogno di una doccia per togliere la quantità di sangue secco sul mio corpo.
Aziono il rubinetto dell'acqua fredda, la quale inizia a bagnarmi il corpo intorpidito.
Come piccoli vetri appuntiti che mi si scagliano sulla pelle scottante.
Poi, l'immagine di Deva tra le mie braccia mi riaffiora alla mente, provocandomi un affluenza di sangue per tutto il corpo, fino al membro ora eretto al solo pensiero della mia ragazzina.
Porto una mano su esso, iniziando a donarmi piacere, facendo movimenti circolari che lo percorrono da sopra e da sotto.
Il suo viso, le sue labbra sempre colorate di un rosa acceso, le sue gambe scoperte.
Niente in lei mi disgusta.
È tremendamente eccitante in ogni suo gesto.
D e v a
Afferro la maniglia della grande porta della stanza, venendo immediatamente inebriata da un forte profumo maschile di colonia.
Avanzo a passi lenti verso il letto, ai piedi del quale noto con orrore dei vestiti sporchi di sangue lasciati sul pavimento.
Sgrano gli occhi.
«Va tutto bene lì dentro?» Lo chiedo d'istinto, poggiata alla porta del bagno, e quando essa di spalanca, mi sento il cuore ovunque tranne che nel petto.
La figura robusta di Ares, con indosso un solo panno tenuto stretto sulla vita.
I capelli bagnati gli ricadono sulla fronte e piccole goccioline gli percorrono il volto ed il petto marmoreo, ora completamente nudo.
«Dove sei stata?»Mi chiede dispotico, mantenendo il mio sguardo perplesso.
«Alla palestra... a consegnare i soldi della vincita.»
Ares mi sorpassa, lasciando dietro di sé una lunga scia di fragranza che mi confonde le pareti della mente.
«Cosa hai fatto?» Chiedo indicando con la testa l'ammasso di vestiti insanguinati sul pavimento.
