04- Big mistakes

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"La mente è come un paracadute.
Funziona solo se si apre."

D e v a

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D e v a

Arriccio il naso stropicciandomi gli occhi non appena i raggi del sole attraversano le tapparelle della mia camera.

Ho uno strano sapore in bocca, quasi amaro.

Cerco di mettermi a sedere sul materasso morbido del letto nonostante lo sfiancante mal di testa e la schiena che, per qualche strano motivo, mi provoca un dolore lancinante.

Impreco, poggiando gli indici alle tempie.

Volto la testa verso il comodino.

7 e 36 minuti.

Al mio fianco vedo Alex, ancora avvolto tra le lenzuola azzurre.

Sollevo un angolo della bocca.

Mi alzo svogliatamente dal letto, infilandomi un paio di pantaloncini neri ed un top grigio sportivo.

Ho ancora i granuli di mascara secco sotto gli occhi, e questo mi fa intuire il fatto che ieri sera sia completamente crollata sul letto.

Mi strucco in fretta e furia e lego i capelli in una coda bassa.

«Avanti Jackson, uno, due, tre!» Ripeto ad alta voce.

«Ricorda, non è solo potenza, è precisione.»
Sorrido a Jackson, il ragazzo che sto allenando da circa una mese.

Boxare con rabbia ti prosciuga il doppio: il vero nemico sul ring sei te stesso, la persona con cui si devono fare i conti tutti i giorni, e se cerchi solo di uccidere l'avversario non fai altro che scoprirti.
Lo scopo della boxe è protezione.

D'un tratto, la porta della palestra si spalanca.

Due uomini vestiti eccessivamente eleganti, accompagnano un tipo che la mia vista non riesce bene ad inquadrare. Tutti indossano degli smoking total black che li rivestono in un'aria seria e quasi temibile.

Luke va incontro a quest'ultimi, stringendo loro la mano.

Tolgo i guantoni lanciandoli sul tappeto del ring.

«Per oggi può bastare, Jackson, continua così.»

A r e s

THE PERFECT DUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora