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𝐌𝐚𝐟𝐢𝐚 - 𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞
Los Angeles. Ares è il maggiore di tre fratelli e primogenito della potente famiglia mafiosa Torre, appartenente alla terza dinastia.
24 anni di puro peccato, omicidi, vendette e crudeltà...
"Il destino mescola le carte e noi giochiamo." -Arthur Schopenhauer
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A r e s
Gli occhi di Deva assumono un'espressione impaurita, sorpresa.
Inizia a dimenarsi, tentando di sgusciare via dalla mia presa.
Le mie grosse dita affondano nella pelle delle sue guance bianche, lasciando sotto esse un'impronta rossastra la quale mi eccita non poco, sul suo viso angelico.
Poi, immergo il mio naso all'incavo del suo collo, impossessandomi del suo profumo vanigliato e lasciandole una scia di baci accompagnati da piccoli accenni di lingua.
«Puzzi di alcol.»Sibila la ragazzina, tentando di velare il disagio ed allontanandomi dal suo corpo, spingendosi ancor di più contro il muro dietro di lei.
Ridacchio silenziosamente.
Si sta abbandonando a me.
Di nuovo.
La scaravento violentemente sull'ampio letto, sovrastandola con il mio peso nettamente maggiore del suo, ed inchiodandole i polsi sopra la testa, godendo della sua reazione sorpresa.
Le sue mani prendono a stringermi l'avambraccio gonfio e teso dall'eccitazione che mi circola furiosamente nel sangue, quando con la mano libera prendo a sollevarle la maglietta, soddisfatto della visione della sua pelle chiara sotto le mie dita piene di inchiostro.
È chiaramente intimidita dalla mia presenza. Lo capisco dai suoi grandi occhi che vacillano sui miei e dal suo respiro che si fa sempre più agitato.
È una visione unica.
Poi, con i polpastrelli, le sfioro il tatuaggio appena sotto all'orecchio.
Sembra rappresentare una scritta, ma appena il mio tocco arriva alla sua pelle, Deva si ritrae, corrugando la fronte in un'espressione di disappunto.
«È molto bello, lo sai?»Dico, leccandomi appena le labbra, mentre lei porta una mano proprio dove l'ho toccata pochi secondi fa.
«Non sono cazzi tuoi, Torre.»Risponde.
Con un gesto fulmineo, la riporto sotto di me, serrandole i piccoli polsi sul ventre piatto.
D e v a
Sento la sua morsa stringersi ancora di più attorno ai miei polsi, non appena pronuncio una frase degna di un film comico.
