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𝐌𝐚𝐟𝐢𝐚 - 𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞
Los Angeles. Ares è il maggiore di tre fratelli e primogenito della potente famiglia mafiosa Torre, appartenente alla terza dinastia.
24 anni di puro peccato, omicidi, vendette e crudeltà...
'Peccato è tutto ciò che oscura l'anima.' -André Gide
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D e v a
Mi scanso velocemente dal tocco sporco dell'uomo che mi si è appena avvicinato.
Porta un completo elegante firmato, il quale mi fa subito intuire appartenga alla categoria che frequenta Ares ed i suoi affari illegali, e la schiena leggermente inclinata verso l'esterno mi fa intendere la sua mezza età avanzata.
«Andiamo bellezza, seguimi e-» Non lo lascio terminare di parlare, poiché gli sferro un gancio in pieno volto facendolo indietreggiare all'istante.
«Che razza di puttana!» Impreca l'uomo massaggiandosi il naso, ora sanguinante.
Gli uomini sono fatti così: prima ti usano come un oggetto, pensano di poterti possedere, di poter avere tutto di te e di renderlo completamente alienato dal tuo essere.
E poi, quando provi a ribellarti, per loro rimani un oggetto nato per essere posseduto.
Un fottuto oggetto che non può replicare.
«Levati dai piedi, lurido bavoso.» Rispondo a tono, voltandogli le spalle.
Poi, sento il mio vestito sollevarsi sulle natiche, mentre l'uomo mi placca con un braccio nel tentativo di pormi vicina a sè.
Ma con un movimento felino gli allungo un calcio direttamente sugli stinchi, per poi colpirlo sul volto con due rispettivi pugni in faccia.
L'uomo cade a terra sanguinante, imprecando tra se e se.
Cerco di scappare a gambe levate verso quella che ricordo essere l'uscita del pub, quando il mio naso si scontra contro una superficie dura e marmorea.
Sollevo lo sguardo, trovando con sorpresa il volto di Ares corrugato in un'espressione infastidita.
Cazzo.
La mascella serrata, le labbra arricciate in due linee sottili e le vene del collo perfettamente in vista.
Deglutisco.
Cerco di sorpassarlo, ma, prima che io ci riesca, le sue grosse mani mi afferrano per le spalle, spingendomi di nuovo di fronte a lui.
Socchiudo gli occhi, forse posso ancora salvarmi, dico tra me e me.
I suoi occhi si chiudono pian piano in due piccole fessure che sputano tutto l'odio e l'avversione di questo mondo, mentre digrigna i denti.
