Parte 9

117 28 71
                                    

Capitolo 9

Il giorno dell'esame è arrivato, entro sicura, trovo posto nei primi banchi ovviamente sono quelli che si preferiscono meno, ma a me non fa differenza. Dò un'occhiata al compito.

Esercizi:

Calcolare la velocità del suono dell'elio a temperatura ambiente. R 999m/s.

Calcolare la velocità del suono dell'acqua in forma gassosa in condizioni critiche sapendo che la temperatura totale del gas è 3500 K.

Domande:

Scrivere l'espressione della spinta di un esoreattore.

Cosa si intende per spinta installata?

I miei occhi sono fissi sul foglio, inizio a svolgere i calcoli senza particolari problemi, dopo quaranta minuti ho terminato tutto. Mi alzo e sotto lo sguardo sbalordito del professore consegno il compito. Sono la prima a consegnarlo, lo esamina attentamente.

«Questo compito è perfetto!» esulta. Ce l'ho fatta.

Sono un fottuto genio, che ne sanno di quello che sono capace, mettetemi alla prova e vi lascerò a bocca aperta.

Esco dall'università trovo Angela ad aspettarmi.

«Ginevra, come stai? Finalmente ci incontriamo» mi abbraccia forte.

Ricambio l'abbraccio e chiedo subito «Come stanno i miei?»

«Se la cavano alla grande, adesso facciamo una videochiamata così li saluti.»

«Portami da loro, nessuno lo saprà.»

«Non posso farlo, se qualcuno si accorgesse che non sei la figlia di Filippo, non ti permetterebbero di entrare nel gruppo di ingegneri che lavorano al progetto. Questo significherebbe avere guai seri.»

Ci accordiamo per la videochiamata, quando il viso di mio padre mi appare nel display mi crolla il mondo addosso. Sono felice e triste di vederlo, sta bene e sorride ma quel volto incorniciato dai capelli argentei e i segni sulla pelle che evidenziano i dolori della vita mi straziano.

"Papà come stai?"

"Bene Ginevra, E tu? Come procede il lavoro, ti trovi bene?"

Il suono poco risonante della voce di mio padre sottolinea l'astenia vocale. Altro schiaffo dell'infame vecchiaia. "Sì papà, procede tutto a meraviglia" mento. Cerco di sembrare felice ma mi prende un magone allo stomaco, quando guardo i miei genitori mi si proietta dinnanzi il futuro e mi assale la gerascofobia, la paura di invecchiare, ne soffro da un bel po' di anni e ci sono volte che guardandomi allo specchio ho delle vere e proprie allucinazioni. Chiudo presto la videochiamata.

«Che ti prende Ginevra? Perché hai tagliato corto, non eri nella pelle cosa ti è successo?»

«Angela, tu hai paura di invecchiare?»

«Soffri ancora della sindrome di Dorian Gray?» dice perplessa.

«Non voglio invecchiare Angela, non voglio ritrovarmi un giorno a dover fare i conti con la frustrazione dei miei insuccessi. Ho paura di arrivare alla fine e pensare di non aver vissuto davvero quello che volevo.»

«Tesoro, non avresti dovuto interrompere le sedute dalla psicologa. Lo sai vero che questo è un sintomo correlato ad altri disagi.»

«Certo che lo so. Tu invece non sai che c'è stato un periodo che non avevamo nemmeno i soldi per fare la spesa, pensa un po' se i miei potevano pagare mensilmente la psicologa.

Top Class!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora