CAPITOLO 13

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A due giorni dall'incontro avuto con Massimo, mi ritrovo ad affrontare il penultimo esame. Non ho difficoltà nello svolgere gli esercizi e nemmeno emozione, terminato il compito lo consegno e mi allontano dall'aula dirigendomi verso l'uscita. Inaspettatamente trovo fuori ad attendermi Francesco con la piccola Sara.

«Ciao Sara, come stai?»

«Non c'è male, grazie», risponde saggiamente.

«Io sto bene», replica Francesco.

«Mi fa immensamente piacere», ironizzo.

«Ti va di mangiare con noi?» propone Francesco.

«Sì, volentieri, dove andiamo di bello?»

«Pensavo di mangiare sushi, oggi c'è un'offerta particolare dove abbondano con le porzioni.»

«Ma papà, non avevi detto che mi avresti portato al McDonald's», protesta Sara.

Guardo accigliata Francesco, che sa perfettamente che non amo il sushi, poi sorrido a Sara «Tesoro tuo padre ha una certa età, dimentica le cose.»

«Dipende dalle cose», continua in tono scherzoso.

Salgo in auto con loro, mi siedo davanti di fianco a Francesco, ho una gonna di media lunghezza che con la seduta si accorcia notevolmente, gli occhi di lui ricadono immediatamente sulle mie gambe.

«Manca un pezzo di stoffa a questa gonna.»

«Probabilmente si tratta del pezzo che hai strappato tu, mentre salivo in auto.»

«Il compito è stato difficile?», cambia discorso.

«Non per me» sintetizzo.

«Sei più brava a risolvere esercizi impossibili che a nascondere file importanti.»

«Decisamente sì», dico secca.

Arriviamo al McDonald's e noto che Francesco possiede una certa esperienza con il tab per ordinare e con i menù. Probabilmente verrà con la figlia spessissimo. Ci sediamo per mangiare e Sara aprendo il suo menù rimane male per il giochino uscito.

«Già c'è l'ho questo peluche, prendilo tu Desirèe.»

«Mi dispiace, magari andiamo a cambiarlo». suggerisco.

«No, non importa, te lo regalo.»

«Grazie allora, esattamente cos'è una carota con il cappello?»

«Sì, è una carotina piccola.»

Noto con disappunto il sorriso idiota che Francesco si sforza di nascondere.

«La cosa ti diverte?»

«Affatto!», ride.

Mi accosto al suo orecchio e sussurro piano in modo che Sara non possa sentire.

«Sei uno stronzo.»

«E tu sei la persona più suscettibile che conosca.»

Finito il panino, Sara si precipita sugli scivoli situati nel giardino, Francesco si siede su una panchina e con il viso rivolto verso il sole socchiude gli occhi.

Resto ad ammirarlo, non c'è che dire è proprio carino, e la chiara demarcazione squadrata della mascella lo rende virile.

Ma chi sei veramente, mi chiedo studiandolo, di me conosci tutte le identità, io di te so poco o nulla. Da dove sbuchi? Che rapporti hai con Filippo? Chi è la madre di tua figlia? Cosa provi per me, ammesso che provi qualcosa, mi viene da sorridere.

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