Parte 21

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                                                                    CAPITOLO 21

La prossima missione della mia vita è rivelare a Francesco che sono riuscita a tirarlo fuori dai guai e, sono dell'idea, che la cosa sarà piuttosto facile. Vado spedita a casa sua e con una convinzione disarmante suono al citofono.

«Chi è?» si informa, con tono scocciato.

«Sono Ginevra», esulto.

«Va' via, non ho nulla da dirti, né tantomeno voglio sentire la tua voce», ribatte.

«Accoglienza garbata e simpatica, oserei dire, ma nonostante tutto ho una notizia che ti interesserà ascoltare.»

Il suono ronzante del cancello mi lascia intendere che posso entrare. Arrivo all'uscio di casa e lo trovo appoggiato con il braccio contro il muro e lo sguardo accigliato.

«Beh, ciao, uomo estremamente antipatico e stronzo», ironizzo.

«Ok, se la conversazione prende questa piega, può anche terminare qui», avverte con fare spazientito.

«In realtà la conversazione potrebbe protrarsi in modo oltremodo interessante, ho immaginato la prima visita che potrei farti in carcere e a tal proposito pensavo, chissà quale prelibatezza ti farebbe piacere riceve, pollo disossato, arance fresche...»

«Non sei per niente divertente, lo sai?», mi interrompe innervosendosi.

«Però, sarebbe più utile farti avere oggetti contundenti con cui potresti scavare una galleria ed evadere», continuo atteggiando le labbra a monella.

«Basta così, è evidente che tu non hai nessun rispetto per la mia situazione, pertanto ti pregherei di uscire», con il braccio mi indica il corridoio del palazzo.

«Credo che mi sia impossibile uscire dalla tua casa, visto che non sono ancora entrata, non ti hanno insegnato cos'è l'ospitalità da piccolo?» passo sotto il suo braccio e mi intrufolo in casa.

«Ascolta Ginevra, io sono tanto arrabbiato e deluso e...»

«Ho venduto il brevetto a Filippo», dichiaro fissandolo negli occhi.

«Pe-perché? Che significa?»

«In cambio mi ha promesso che ritirerà le accuse nei tuoi confronti.»

«Perché c'è qualcosa che non mi convince?» afferma sospettoso.

«Non saprei, la tua diffidenza mi offende, io non ho preteso soldi, lo sai?»

«Perché lo hai fatto?»

«Perché tengo a te, Francesco», dichiaro.

«Non c'è altro che devo sapere?» s'informa titubante.

«Beh, una cosa in effetti c'è.»

«Sarebbe?»

«Ho detto di Elena a Filippo e lui era commosso...»

«Che cosa hai fatto!? Sei impazzita, come ti è venuto in mente una cosa simile» mi aggredisce verbalmente.

«Lui le vuole bene e...»

«Cosa ne sai tu? Elena si nasconde dal padre da anni, poi arrivi tu e la dai in pasto a lui senza il minimo rispetto. Adesso sai cosa succederà verrà a sapere di Sara e farà di tutto per portarmela via.»

«No, non lo farà, Francesco, io non gli ho detto di Sara», cerco di difendermi.

«Tu progetti aerei, riesci a calcolare cifre incredibili, ma della semplicità della vita non hai capito nulla, dici di tenerci a me e spifferi tutto a Filippo mettendo in pericolo Sara, ti rendi conto di quello che hai fatto? Oppure sei così stupida da pensare che lascerà libera scelta ad Elena, le affiderà l'azienda e lascerà crescere sua nipote con me», inveisce duramente, lasciandomi interdetta.

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