«Controlliamo se hai la febbre» dico avvicinandomi.
«Non ho la febbre, ho avuto soltanto un colpo di calore, mi ha già visitata un medico che sicuramente ne sa più di te.»
Porca miseria che lingua lunga che ha. «Quanti anni hai?» le chiedo dolcemente.
«Sei.»
«Cavolo, sei una signorina», esulto per gratificarla.
«No, in realtà sono solo una bambina, infatti vado in un campo scuola per piccoli come me. Li ci sono tutti bambini con i genitori sempre a lavoro, ed hanno già il cellulare.»
«E tu non c'è l'hai il telefonino?»
«No, papà dice che non ne ho bisogno, e se non lo uso bene potrei mettermi solo nei guai.»
Avverto l'ingranaggio della serratura della porta girare e il tintinnio delle chiavi che cozzano tra loro. Dei passi sicuri echeggiano fino alla camera, è Francesco.
«Grazie per essere stata con Sara» ringrazia garbatamente «Andiamo nel salone devo darti alcuni chiarimenti.»
Lo seguo senza proferire parola, arriviamo nel salone mi fa segno di sedere.
«Desirèe, da' un'occhiata» tira fuori un pc e inserisce una chiavetta aprendo un file. Controllo l'intera progettazione, riscontro un errore che porta inevitabilmente ad un altro errore e un altro ancora.
«Molto elaborato il progetto per degli ingegneri alle prime armi. Ho trovato, il nodo che blocca tutto» rivelo.
«OK, ascolta attentamente, domani ti verrà mostrato questo progetto a casa di Filippo da Massimo, l'ingegnere che presenziava alla festa. Ovviamente ometterai di dire che ti ho mostrato già il contenuto. Fingi di trovare difficoltà ad elaborare tutto e prendi tempo. Copia tutto il progetto una volta rimasta sola e depositalo su una chiavetta che ti fornirò. Lasciala a Clelia e lei la darà a me.»
«Perché cazzo dovrei fare una cosa simile? Lasciare la chiave con il progetto perfetto nelle tue mani...pensi che sia una stupida!?»
«Il gioco della fiducia lo hai dimenticato?»
«Il progetto rimarrà a me, finché non prenderò una decisione» dico agguerrita.
«Perché tu hai pensato che Filippo ti lasci il file!? Ho fatto un lavoraccio per prenderlo dalla cassaforte e se tu non rispetti i patti che abbiamo fatto io ti mollo, cara signorina Elena, Desirèe o come cazzo ti chiami, Ginevra» ringhia.
«Come conosci il codice della cassaforte ed esattamente di quali patti parli?»
«Il patto della fiducia.»
«Non era il gioco della fiducia, adesso lo chiami patto.»
«Patto, gioco... cosa vuoi che cambi» lamenta scocciato.
«Cambia eccome! Mio caro, un patto vuol dire stringere un accordo e seguire delle regole, tutto questo non è avvenuto fra noi» ribatto.
Francesco passa con fare nervoso la mano tra i folti capelli neri e la luce tenue del lume del salotto irradia le iridi che sfumano tra l'azzurro ed il verde.
«Le regole le detteremo oggi e nello stesso momento il nostro patto si stringerà. Filippo sta cercando di estorcerti il merito di un progetto elaborato da te, senza averne alcun diritto. Se quell'aereo militare volerà nel cielo sarà solo merito tuo, ed è giusto che lo abbia tu.»
«Come credi che possa barare sono controllata a vista.»
«Lavorerai su due file. Il primo conterrà informazioni verosimili all'originale, con una piccola variazione, che determinerà una grossa differenza. Il secondo sarà quello perfetto e lo potrai rifinire nel momento esatto in cui taglieremo la corda, ci trasferiremo negli stati uniti e lo consegneremo alla nasa.»
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Top Class!
RomanceIl mio nome è Ginevra, un nome di origine Gallese che vuol dire "bianco puro". Molte volte mi sono chiesta, cosa sarei disposta a fare per il denaro? Dopo aver provato la sensazione di annegare nell'aria, piuttosto che nelle profonde acque del mare...