CAPITOLO 20.
Prossimo obbiettivo della mia vita: salvare il culo a Romeo. Sarebbe un peccato far marcire in gattabuia uno splendido esemplare di maschio, dalle caratteristiche fisiche, direi, superdotate e capacità sessuali superiori alla media. Quindi mi alzo dal divano carica di entusiasmo, vado in camera da letto, sfilo via il pigiama, niente male! Apprezzo me stessa riflessa nello specchio, ottima tenuta, la pancia non trasborda da nessun lato, le gambe sono affusolate, non ci sono smagliature sui fianchi, il seno è bello sodo, i glutei...beh, quelli sono sempre stati piuttosto timidi non ne hanno mai voluto sapere di esporsi più di tanto. Certo bisogna capire su quale punto di vista si può far forza ed escludendo il lato B, direi sembra ombra di dubbio, che il lato A, è quello di maggior rilevanza, dove in cima troneggia perfino un cervello straordinariamente intelligente. Esco di casa riversandomi nelle strade milanesi poco assolate che non mi scoraggiano dall'indossare gli occhiali da sole importanti sull'immagine che voglio dare, il moto sinuoso delle gambe sotto la gonna nera del tailleur sono accompagnate dalle decolté scure. Il soprabito ondulato dal vento si muove in modo vorticoso, la mano destra regge fieramente l'iconico bicchiere di Starbucks, contenente il cappuccino con sopra il mio nome. Arrivo nell'azienda dei Ferrara, porto con me ancora i documenti falsi, con leggiadria attraverso l'ingresso arredato da specchi e dettagli metallizzati in argento, una guardia giurata tenta di fermarmi. «Signora, dove va? Non può entrare.»
«Sono Elena Ferrara», dichiaro senza fermarmi, esibendo il documento come fanno gli agenti di polizia. L'uomo sbigottito fa un passo indietro e mi lascia passare, giro i corridoi del primo piano per ben due volte, poi finalmente trovo la stanza dove si trova Filippo. «Ciao papà!» dico a gran voce nella stanza piena di uomini in giacca e cravatta, credo che siano in riunione, questo non l'avevo previsto, purtroppo, ma non è il momento di scoraggiarsi. «Salve a tutti, i-io sono l'ingegner Elena Ferrara» sorrido sistemandomi la gonna per bene alle ginocchia, istintivamente mi gratto la testa, poi sviolino il dito sotto al naso. Filippo è scioccato, gli trema un sopracciglio e gli altri uomini seduti mi fissano increduli.
«Mi rendo perfettamente conto, che siate un po' tutti sorpresi, spero, piacevolmente sorpresi, però vi assicuro che il mio papino è d'accordissimo con me», con le braccia compio un impacciato movimento verticale leggermente ondeggiante, con i pugni saldi, quasi a voler tenere ben serrato l'imbarazzo che sto provando. Filippo sbruffa in aria un sorso d'acqua che stava bevendo, con occhi furenti. Intorno al grande tavolo rettangolare, sorrisini riflettono sul lucido piano color noce che troneggia negli arredi.
«Bene!» esulto «Dopo questa breve ma intensa presentazione, verrò al dunque», apro la borsa da lavoro e tiro fuori il pc, poggiandolo sul tavolo in direzione del posto dove siede "il papino". Non avrei voluto scalzarlo, ma siccome sembrava inchiodato al pavimento con uno scatto deciso del fianco lo colpisco per farmi posto. Alzo lo schermo e noto una bustina color lavanda decorata di fiorellini che è nel bel mezzo della tastiera...si tratta di un assorbente ripiegato, lo faccio sparire subito ficcandolo in tasca, con l'età dei maschi presenti forse non hanno nemmeno capito cosa fosse l'oggetto misterioso. Filippo però, sembra aver carpito difatti bisbiglia nel mio orecchio «Porca putta... cosa cazzo stai facendo.»
«Tranquillo, non è uno di quei giorni, non avrò crisi emotive», rassicuro.
«Adesso signori, ho il piacere di presentarvi l'ultimo modello di F35 combat», il display si illumina e scorrono le immagini del mio progetto. Strabuzzano gli occhi, fissandosi l'un l'altro, il general Ferrara sempre più confuso, zittisce.
«Questo modello è in grado di garantire supremazia aerea sull'avversario ed operando in modalità autonoma, si interfaccia attivamente con droni da combattimento, finalizzando lo spettro dei propri sensori.
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Top Class!
RomanceIl mio nome è Ginevra, un nome di origine Gallese che vuol dire "bianco puro". Molte volte mi sono chiesta, cosa sarei disposta a fare per il denaro? Dopo aver provato la sensazione di annegare nell'aria, piuttosto che nelle profonde acque del mare...