Quella mattina presto, Gabriela, mentre apriva gli occhi, fu accolta dal caldo abbraccio dei raggi del sole che filtravano attraverso la finestra di quella che ormai era la sua stanza.
Il letto, in legno e minimale, era l'elemento principale e dominante. Intorno, facevano bella mostra cuscini di ogni forma e colore, poggiati in terra su alcuni tappeti. Al muro, un quadro da lei dipinto anni prima, raffigurante Frida Kahlo.
Si poteva supporre che ogni casa avesse, senza ombra di dubbio, un riferimento a quella donna, artista tanto amata.
Anche Gabriela a modo suo era un'artista. Adorava dipingere ed era anche piuttosto brava soprattutto nei ritratti che, spesso, faceva su commissione. Inoltre le piaceva recitare e quello era il motivo per cui era così brava a raccontare le storie ai bambini tenendoli incantati nella piazza.
Con un sorriso sul volto, si alzò in maniera energica dal letto e iniziò a prepararsi. Dopo aver fatto una doccia ed essersi vestita con un semplice abito nero, scese a preparare la colazione.
Una delle cose che adorava fare era proprio cucinare. Tirò su le maniche, legò i capelli, mise il grembiule bianco che stava appeso accanto alla cucina e cominciò a preparare il caffè.
Prese dal frigo una bottiglia di spremuta d'arancia, tolse due uova dal cestino in paglia e preparò due porzioni di huevos rancheros. Impiattò così delle uova fritte, in salsa piccante, adagiate su una tortilla di mais; era un piatto povero della tradizione, ma a lei sapeva di casa e famiglia.
Il profumo riempì subito la cucina e non appena ebbe terminato di apparecchiare, la sua abuela comparve dal nulla, come attirata da una magia.
In realtà, Julieta la sentiva trafficare in cucina già da un pezzo, ma sapeva quanto la nipote tenesse a quella piccola sorpresa mattutina, così fingeva sempre di dormire e compariva solo quando tutto era pronto.
«Buongiorno, abuela.» Le poggiò davanti il piatto di terracotta smaltato di blu, colmo di cibo fumante, e le regalò uno smagliante sorriso.
«Buongiorno a te, cara», le rispose la donna prendendo la tazza di caffè nero che la nipote le stava porgendo.
Entrambe si dedicarono al cibo senza parlare; poi, mentre ritiravano piatti e tazze, Gabriela col suo solito entusiasmo le ricordò che giorno fosse.
«Oggi è giorno di mercato, non te lo sei scordata, vero?» ammiccò sbattendo le lunghe ciglia.
«No che non l'ho scordato, mi hai preso forse per un'anziana?» La donna si finse offesa.
«Non oserei mai.» Le schioccò un bacio sulla guancia rugosa riempiendosi le narici del profumo che usava sempre, un misto di lavanda e ambra, sempre lo stesso.
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La piazza dove il giorno prima Gabriela raccontava la storia ai bambini, durante il giorno del mercato scompariva e diventava irriconoscibile. Bancarelle di ogni grandezza e colore facevano bella mostra di loro e delle loro mercanzie.
Dai tappeti tessuti da mani sapienti, ai fiori, passando per distese di peperoncini rossi e piccanti, cibi colorati di ogni tipo e natura, dalle verdure alla frutta, dalle caramelle alle spezie. Spandevano nell'aria il loro profumo e tutto aveva l'aspetto di una paradisiaca tentazione.
Fu mentre giravano tra le bancarelle che Gabriela lo notò e, ancora non vista, sollevò gli occhi al cielo. Cercò, senza esagerare, di tirare la nonna per un braccio fingendo di voler guardare delle stoffe poco più avanti.
Ma si sa, più cerchi di passare inosservato e più il destino accende colorati led luminosi che puntano nella tua direzione, rendendoti appariscente come un faro nella notte.
«Gabriela!» La profonda e suadente voce si udì in maniera distinta e lei non poté fare ovviamente a meno di voltarsi.
«Ciao, Fernando.» Sorrise e, in cuor suo, sperò che non sembrasse una paresi.
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Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale
FantasyUn villaggio colorato nel cuore del Messico. Una festa, due giovani che si conoscono, Gabriela ed Alejandro, due anime che si trovano pur venendo da mondi diversi. Ma niente è come sembra e il loro legame si trasforma in un amore impossibile. © Oper...
