Capitolo quindici

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Gabriela e Alejandro giunsero all’abitazione e lei approfittando dell’assenza di Julieta che era uscita con la figlia, preparò una piccola cena. Poi, salirono subito in camera, dove si mise comoda in pigiama. Quando anche la nonna fosse tornata, si sarebbe affacciata dalla scala e le avrebbe dato la buonanotte, fingendosi davvero tanto stanca.

Si sentiva in colpa per aver mentito alla sua abuela in questi giorni. Non lo aveva mai fatto prima d’ora. Ma, riflettendoci, cosa le avrebbe potuto dire?
«Ciao, lui è morto, tuttavia non lo è; resterà e poi sparirà. È qui solo perché è finito il suo ritratto sull’ofrenda per sbaglio. Sai, l’ho disegnato dopo averlo visto al cimitero, perché era bello.»
L’avrebbe presa come minimo per una delle sue storie fantasiose, se non per matta.

Alejandro interruppe i pensieri di Gabriela, pulendosi la bocca dalle briciole: «Secondo te sparirò all’alba? In fondo, la festa a quell’ora sarà finita.»
Lo chiese con innocenza e tranquillità. Non aveva mai pensato che quello sarebbe stato un regalo eterno. Inoltre, sapeva che non sarebbe dovuto essere lì; era stata solo una serie di strane, fortunate e incredibili coincidenze. E lui, in vita, era stato tutto tranne che fortunato.

«Non lo so. Credo di sì», rispose Gabriela. Non ne era affatto felice; si era ormai abituata alla sua presenza. Sembrava quasi che lo conoscesse da sempre, come se fossero sempre stati insieme.

«Non mi hai ancora detto se ti mancherò», sorrise sornione.

«Un po’.» Gabriela cercò di rimanere sul vago. Non gli avrebbe mai dato soddisfazione.

Alejandro si sedette accanto a lei, le diede un colpetto spalla contro spalla e la canzonò.
«E dai, ammettilo che ti mancherò tantissimo.»

Gabriela ripensò alle due giornate appena trascorse, a tutti i loro battibecchi, snervanti e divertenti allo stesso tempo. Guardò quegli occhi neri, che la prima sera aveva cercato per tutta la piazza, quando credeva che fosse andato via. Occhi che aveva fissato per due giorni, perdendosi dentro di essi. Si rese conto che mai prima di allora si era sentita viva come quando lui la guardava, con quella faccia insolente e quel suo modo di fare.

Si era sentita viva con un ragazzo morto. Il bianco e il nero dello stesso cerchio che si completava. E a breve avrebbe dovuto dirgli addio senza nemmeno averlo davvero conosciuto a fondo. Le assurdità del destino.
«Sì. E va bene, sì lo ammetto! Sei fastidioso e irritante, ma... Mi mancherai tantissimo. Però se tornerai ogni anno, mi mancherai un po' meno.»
Gli buttò le braccia al collo, in un abbraccio spontaneo e lo strinse forte, come se avesse potuto non lasciarlo andare via e, con quel gesto, volesse imprimere dentro di sé tutto quello che aveva provato in quei due giorni pazzeschi.

Un segreto solo loro, che nessuno dei due, per motivi diversi, avrebbe mai potuto raccontare a qualcuno.
Arrossirono entrambi e Alejandro pensò che sarebbe morto di nuovo in quell'istante, ma che sarebbe stata una gran bella morte. Di certo, meglio che affogare. L'abbracciò a sua volta e respirò il profumo dei suoi lunghi capelli sentendosi perduto.

«Mi vida, se potrò tornare, ti garantisco che non mancherò un anno. E se invece non ci vedremo più, beh, grazie per tutto ciò che hai fatto, nessuno aveva mai fatto niente per me. E perdonami se sono stato fastidioso.»

Quell'abbraccio, saldo come se fosse stata un'ancora di salvezza in mezzo al mare, cominciò a perdere forza e si accorsero che, poco a poco, mentre la notte cominciava a schiarire, anche il corpo di Alejandro cominciava a perdere solidità.

«Non sei stato troppo fastidioso.» Gabriela gli sorrise e cominciò a parlare alla velocità della luce.
«E ora scusa, devo fare una cosa, prima che sparisci, perché poi forse non ti vedrò più e allora io...»

Alejandro si mise a ridere perché lei continuava a parlare e a non arrivare da nessuna parte.
«Ehi rallenta, ti si intreccerà il cervello, mi vida.»
Cominciava quasi a vedere attraverso le mani con cui teneva le sue. Non avrebbe voluto sparire ma stava accadendo e non poteva farci niente.

Così Gabriela smise di parlare e gli stampò un bacio sulle labbra, che produsse un piccolo schiocco, leggero come un battito d'ali. E lui rimase impalato, con la sua faccia da schiaffi e un sorriso di beatitudine mista a tristezza in volto.
L'avrebbe baciata con passione se solo il suo corpo non fosse stato ormai quasi del tutto evanescente. Realizzò che, ironia del destino, non si era mai sentito così vivo come con lei. Si era sentito vivo, da morto.

«Ho solo un ultimo desiderio prima di sparire del tutto. Lo vedo che sei stanca anche se cerchi di resistere. Posso restare seduto sul letto e guardare mentre ti addormenti?»  Sorrise con l'aria di chi è certo di essere preso per un pazzo o un maniaco.

«Oddio che cosa sconveniente» si dipinse sul viso un'aria davvero sconvolta, tanto che lui cominciò a scusarsi, parlando in maniera compulsiva e veloce, finché lei scoppiò a ridere e gli ripeté le sue stesse parole.
«Ehi rallenta o ti si intreccerà il cervello.»

Alejandro si rese conto di essere stato preso in giro e rise anche lui. Così Gabriela seppur reticente, quasi sconfitta dalla stanchezza, si mise a letto. Non voleva addormentarsi, non voleva perdere gli ultimi istanti in sua compagnia. Ma si arrese e gli fece spazio.
«Solo se ti metti accanto a me, così che possa guardarti ancora un po' mentre mi addormento.»

Alejandro non se lo fece ripetere due volte. Di certo non l'avrebbe vista per chissà quanto tempo o forse mai più e voleva imprimere il suo volto nei ricordi.  Ricordi di un morto, è vero. Ma pur sempre ricordi.
Continuarono a fissarsi, stesi uno accanto all'altra, le mani a breve distanza, con quella sensazione di freddo ogni volta che si avvicinavano troppo, e a parlare ancora un po'.

«Promettimi che ci rivedremo.»

«Prometto che ci proverò.»

E così due occhi ambrati e lucidi di tristezza si chiusero, vinti dalla stanchezza, fissando per gli ultimi istanti, due occhi neri, più neri del buio della notte.

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🥺🥺🥺 Stavolta non so cosa dire. Sono triste con loro. A presto.

Hailey

Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora