Pilli tornò nella grande sala degli dèi, sù di giri come non mai. Intorno a lui splendeva un aura rossa e glitterata che si rifletteva sul lucido pavimento immacolato.
Lo osservarono tutti con curiosità per vedere quale strampalata idea gli fosse venuta in mente stavolta. Xochi si mostrava incuriosita, Yaka era divertito perché conosceva bene le stramberie del dio dell'amore e T cercava di non innervosirsi prima del tempo.
(***) «Ho trovato! Ci ho pensato e ripensato. Infine, adesso ci sono. In fondo è solo questione di tempo, anno più, anno meno. Ordunque, bando alle ciance! Ho trovato chi far morire per tenere il conta anime in equilibrio!»
Tacque e fissò gli altri con uno sciocco sorrisino aspettando che dicessero qualcosa.
Al contrario delle aspettative, fu proprio T a parlare.
(***) «Allora? Te lo tieni per te o vuoi condividerlo?»Gli altri tacquero, stupiti che T, si fosse espresso anche solo per stare a sentire questa idea.
(***) «Facciamo morire la nonna! D'altronde, mancherebbe ancora qualche anno, ma sono dettagli... E inoltre si ricongiungerebbe col suo amato. Sarebbero due coppie felici! Dai ditelo, sono geniale!»
Ci fu un attimo di completo silenzio. Persino un colibrì si era fermato dall'infastidire Xochi e restava immobile nello stesso punto, bilanciando la sua staticità col battito d’ali.
(***) «Oh, sì guarda, geniale era con esattezza la parola che stavo pensando. Ma guarda tu che idea geniale, mi sono detto, come ho fatto a non pensarci io stesso» gli rispose T spezzando quella calma apparente.
Pilli sorrise soddisfatto, non realizzando affatto che l'affermazione fosse ironica.
(***) «No, la nonna no!» esclamò Xochi.
(***) «Per dire che viene da lui, non è una così cattiva idea però. In fondo è anziana... Le manca il suo amato... Perché no?» disse Yaca spiazzando tutti i presenti.
Pilli si gasò a mille per quell'appoggio inaspettato. Accadeva di rado che qualcuno trovasse buona una delle sue idee strampalate.
(***) «Non si può fare. Lo sai benissimo. Le mancano ancora degli anni, non si può fare senza il suo benestare. Ciò significa che dovrebbe sacrificarsi in maniera del tutto volontaria. Ciò significa che dovrebbe essere messa al corrente di tutto. Che fai, ti presenti nella sua cucina con i tuoi glitter e le dici: - ehi ciao nonna, vuoi morire prima del tempo? Suvvia, muori, faresti felice tua nipote.- Sei serio?»
Come sempre T, non mancava di esprimere il suo dissenso. Il colibrì riprese a tirare le piume di Xochi.
(***) «Potremmo farglielo chiedere da Felipe, perché no? Magari accetta. In fondo è il suo amato.»
(***) «Magari ti prende a calci.» Xochi rise senza potersi trattenere ricordandosi il carattere focoso di quell'uomo.
T ridacchiò alla sola idea. Scambiò uno sguardo d'intesa con gli altri e si sistemò comodo, pregustando ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
(***) «Molto bene Pilli. Dai, stavolta vogliamo darti fiducia. Vallo a prendere, portalo qui e chiediamoglielo no?»
Come se non aspettasse altro che questo, Pilli al grido di "vado e torno" sparì dalla loro vista.
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«Mi Vida, che facciamo oggi? Andiamo a spaventare le galline?»
Alejandro non potendo fare praticamente niente, si divertiva con l'unica cosa che aveva imparato a fare; spaventare gli animali, che a quanto pareva, erano gli unici che in qualche modo avvertivano la sua fredda presenza mentre ci si agitava vicino.Gabriela rise, ancora in pigiama, seduta sul suo letto.
«No, l'ultima volta poi hanno inseguito me per beccarmi le caviglie, no, no grazie.» Alle sue parole seguì un potente starnuto.«Stai male? Sei malata?» Si soffermò a pensare a quando era stata l'ultima volta in cui, in vita, era stato male, ma non se lo ricordava più.
«No, solo uno starnuto. Però sono stanca, credo rimarrò a letto ancora un po'. Ma tu se vuoi puoi uscire anche senza di me. Però non spaventare animali che lavorano.» Gli puntò contro l'indice con aria minacciosa e divertita nello stesso tempo.
«Davvero posso? Non ti scoccia se vado un pochino fuori?» Era combattuto tra il desiderio di restare con lei e quello di uscire a cercare quel poco di divertimento che aveva scoperto essere in grado di fare.
«Certo, non sei mica mio prigioniero. Vai, su, svolazza via» e prima ancora che potesse protestare sul fatto di svolazzare, gli lanciò un bacio accompagnandolo con un gesto della mano.
Alejandro lo prese al volo, si portò la mano sul cuore e non protestò per lo svolazzamento. Dopodiché sparì.
Gabriela scese al piano di sotto, il tempo che bastava a dire alla sua abuela che non si sentiva molto bene e che sarebbe rimasta a letto se per lei non era un problema.
«Tranquilla mia cara, questa vecchia è in grado di badare a sé stessa. Piuttosto, dopo ti porto qualcosa da mangiare, vai a letto, adesso.»
Così senza sensi di colpa, Gabriela tornò a letto e si addormentò.
Alejandro cominciò a girottare per le vie del paese. Passò vicino al fornaio e si beò della visione e del profumo di tutto quel pane meraviglioso che stava in comode ceste di paglia in attesa di essere comprato.
Passò vicino al signore che vendeva della frutta e della verdura e si riempì gli occhi di colori.
Passò accanto alla signora che teneva nel giardino di casa le galline e dovette togliersi dal volto il sorrisino che gli si era formato al pensiero di farle volare per l'aia, ma si ricordò della promessa e a malincuore cercò di tirar dritto.
Finché non vide un qualcosa che gli fece perdere la testa. Nel giardino delle galline, in un giaciglio di comoda paglia, una mamma gatta con i suoi gattini. Tre per la precisione. Due tigrati e uno multicolore.
Li guardò come si sarebbe potuto guardare un oggetto prezioso. La voce gli uscì stridula, di un'ottava più alta.
«Oh, mio dio, che cosa siete? Ma quanto siete carini? Come vorrei potervi toccare, siete di sicuro morbidissimi.»
(***) «Guardatelo, sembra quasi Pilli. Non sono cariniii?" Xochi ridacchiò mentre si cimentava in una buffa imitazione continuando a seguire le vicende dallo schermo. Gli altri due presenti sorrisero, ma non dissero niente.~~~~~~~~
Dopo averli osservati a lungo mentre giocavano tra di loro e aver desiderato di averne uno, Alejandro decise che era ora di rientrare. Si incamminò, facendo il percorso inverso. Ormai conosceva il paese a memoria, come se fosse sempre vissuto qui. Si sentiva a casa. Fu distolto dai suoi pensieri da un suono dietro di lui.
Si girò di scatto, convinto di aver sentito un forte miagolio. Non poteva credere ai suoi occhi. Il micio calico era dietro di lui! Si guardò intorno, per vedere che non fosse in compagnia di qualche altra persona.
«Miao!»
Vide che non c'era nessuno. Cominciò a pensare, mentre lo guardava, che no, non era possibile che stesse seguendo lui. Nessuno poteva vederlo. Oppure no?
In effetti aveva incontrato cavalli, galline e altri animali da cortile. Ma mai un gattino. E se loro avessero avuto un sesto senso in più?Il felino cominciò a disegnare un otto intorno ai suoi piedi, facendo le fusa e cadendo a terra non appena provò a strusciarsi contro le sue gambe trasparenti. Non contento ci riprovò. E cadde di nuovo.
«Ma tu mi vedi! Potrei mettermi a piangere dalla gioia. Un gattino! E mi vede! Devo correre subito a dirlo a mi Vida!»
Il micio gli si incamminò appresso nonostante lui facesse di tutto per spronarlo a tornare indietro. E non contento, appena lo vide sparire e riapparire su, alla finestra aperta, decise di scalare con i suoi artiglietti affilati la parete, fino a trovarsi anche lui dentro la camera di Gabriela.
Lo guardò e sottovoce, per non svegliarla gli disse:
«E adesso cosa ci faccio io con te?»
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Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale
FantasyUn villaggio colorato nel cuore del Messico. Una festa, due giovani che si conoscono, Gabriela ed Alejandro, due anime che si trovano pur venendo da mondi diversi. Ma niente è come sembra e il loro legame si trasforma in un amore impossibile. © Oper...