«L'ultimo che arriva è un chupacabra.»
Gabriela arrivò ansimando al portone e lo trovò già lì, con quell'espressione sfrontata, tipica di chi ha vinto con l'imbroglio.
Stava poggiato alla porta con quell'aria scanzonata e non pareva più arrabbiato, ma d'altronde non avrebbe proprio potuto.
Lei era andata a riprenderlo, lei provava ciò che provava lui. Al diavolo l'essere morto. L'avrebbe vissuta nell'unico modo in cui avrebbe potuto. Standole accanto. E pazienza se non avrebbe mai potuto nemmeno abbracciarla, se nella vita avrebbe sposato un'altro e pazienza se un giorno sarebbe sparito davvero. Voleva solo vederla felice.
«Sei... il solito... imbroglione» gli disse ansimando, felice di esserlo andata a riprendere.
«Puoi sempre picchiarmi... ah no, non puoi» la canzonò.
Lo guardò sollevando un sopracciglio e incurvando la bocca in un sorriso di sfida.
«Vero. Ma posso sempre passarti attraverso!»
Alejandro prese a spostarsi lesto in qua e in là invocando pietà, così rapido che lei cominciò a ridere tenendosi la pancia
«Stai svolazzando!»
Alejandro si bloccò di colpo con l'indice sollevato, e con fare serio e piccato, non perse occasione di ribattere:
"Ehi, io non svolazzo!"
Julieta pensò che la nipote, la cui voce le arrivava da fuori, ma senza capire cosa dicesse, stesse provando qualche nuova rappresentazione per i bambini in piazza e scosse la testa divertita.
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Quella sera, Gabriela, sotto insistenza del piccolo Dante venuto a bussare alla sua porta, e sotto quella di Alejandro che continuava anche lui a ripetere in coro con fare molesto - «Ti preeeeeeeego»-
decise di inventarsi una storia per i bambini.
Così, appena furono tutti seduti nella piazza dinanzi a lei, dopo averci pensato per un istante cominciò:
«Esiste un luogo dove il confine tra il mondo degli dei e quello degli umani si fa sottile, un punto d'incontro dove il destino prende forma e gli dei vigilano sull'andamento degli eventi terreni con occhi benevoli, pronti a intervenire quando necessario.»
Aveva un tono solenne e subito catturò l'attenzione di tutti i presenti.
(***) «Ohi sentite, parla di noi!» disse Pilli sporgendosi in avanti.
«Non può parlare di noi, andiamo» Xochi spostò una piuma con fare annoiato.
Gabriela proseguì:
«Immaginate un luogo maestoso, situato in un'intersezione tra il cielo e la terra, dove gli dèi aztechi si radunano per osservare e influenzare gli eventi sulla Terra. Questo luogo è un tempio celeste, un regno elevato dove gli dei possono svolgere il loro ruolo nel destino degli umani.»
(***) «Oh cacchio parla di noi!» Xochi litigò con la piuma in faccia e si sporse in avanti.
(***) «Te lo dicevo io.» Pilli batté le mani insieme con soddisfazione ed entusiasmo.
«Al centro del tempio, fatto di pietra lucente e scolpita, c'è un grande altare circondato da fiori e candele che bruciano con fiamme dai colori vivaci. Questo altare è il luogo in cui gli dèi si radunano per discutere gli affari dei mortali e prendere decisioni sul loro destino.»
(***) «Questa ragazza sa troppe cose secondo me, non credi T?»
(***) «Sarei molto grato, Yaca, se smettessi di chiamarmi T e no, sta semplicemente inventando.»
La voce di Gabriela si udiva in tutta la piazza. I bambini, immaginando questo luogo magico e da fiaba, producevano versi stupiti di diversa entità.
«Dall'altare si può ammirare uno scenario surreale: un'enorme finestra attraverso la quale gli dèi possono guardare verso il mondo terreno.
L'aria è carica di energia e il suono di canti celesti, accompagna i momenti di discussione e decisione.»
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Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale
FantasyUn villaggio colorato nel cuore del Messico. Una festa, due giovani che si conoscono, Gabriela ed Alejandro, due anime che si trovano pur venendo da mondi diversi. Ma niente è come sembra e il loro legame si trasforma in un amore impossibile. © Oper...
