Capitolo cinque

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Il paese cominciò ad animarsi di bancarelle, di fiori e di bandierine variopinte già dalla mattina e al tramonto tutto era, se possibile, ancora più colorato, illuminato da luci soffuse che rendevano magica l'atmosfera.

Gabriela si recò in visita al cimitero con la sua famiglia per accendere le candele. Il luogo, che fino a pochi giorni prima era spoglio e semplice, si era del tutto trasformato: fiori arancioni ovunque, che spandevano nell'aria il loro profumo e luci tremolanti per illuminare il cammino delle anime. Cibo, oggetti personali e bevande; ogni tomba era stata decorata con le cose preferite dal defunto. Tutte le famiglie erano riunite intorno alle lapidi dei loro cari. C'era chi cantava, chi mangiava qualcosa, chi parlava.

Gabriela amava l'aria magica di quel luogo che, altrove, era considerato emblema di morte, mentre per lei era pieno di sentimenti in tutto ciò che osservava. Un meraviglioso dipinto d'amore e un inno alla vita; lo avrebbe definito così se avesse dovuto riassumerlo in poche parole.

Una volta tornati a casa di Julieta, accesero le candele anche lì, tra il cibo e le foto, tra le bevande preferite di Felipe e il suo ritratto. Fu un momento intimo, da passare in famiglia, una giornata di raccoglimento e di pensieri comuni sui propri cari, senza tristezza.

«Allora abuela, mi finisci di raccontare la storia del nonno? Ti prego!» esordì non appena finirono di accendere l'ultima candela.

«Ah già, dove ero rimasta? Allora, dicevo, quell'impudente di tuo nonno mi ignorò dopo avermi presa in giro. Così, brontolando, me ne andai ancora in giro per il mercato, stando bene attenta a non farmi sorprendere di nuovo a guardarlo. Ma poi si fece tardi e, a malincuore, dovetti fare ritorno a casa, pensando che non l'avrei più rivisto. In fondo il mercato aveva già conosciuto artisti di passaggio e sapevamo tutti che, spesso, non avremmo rivisto le stesse facce due volte di fila.
Invece tornò anche la settimana successiva e quella dopo ancora. Alla terza volta in cui mi beccò a osservarlo esordì con: Potresti anche ammettere che ti piaccio; come musicista si intende.»

Il sorriso dipinto in quel momento sul viso di Julieta era qualcosa di unico. Sorrideva spesso, era una donna positiva e solare, tuttavia Gabriela sapeva che quel sorriso particolare era sempre stato riservato a suo nonno.

«Sì, non sei affatto niente male, gli risposi; come musicista si intende. Ma, a dire il vero, sono qui per il cibo delizioso di questo mercato.»

Gabriela si sistemò meglio sulla sedia, poggiando i gomiti sul tavolo e abbandonando il viso tra le mani.

Julieta proseguì il suo racconto con in viso l'aria di chi stava rievocando dei vividi ricordi.

"Ah, capisco,» mi disse, "ma sai, quando suono la mia chitarra diventa tutto ancora più delizioso. Cos'è quella faccia mi vida, non mi credi? Mettimi alla prova e vieni a cena con me." 

«Mi si avvicinò con un sorriso sornione e non potei fare a meno di accettare. In maniera ufficiale per dimostrargli che il suo ego era più grande della sua musica. Inutile dire che da quella cena non ci siamo più lasciati, tesoro. Mi fece ridere tutto il tempo, mi fece sentire viva tutto il tempo. Tornò ogni settimana e dopo un po' mi chiese di sposarlo. Eravamo lì, sotto il sole, col mercato pieno di gente. Ricordo ancora il profumo dei fiori e delle spezie posti sopra le bancarelle. Tuo nonno cominciò a suonare e a cantare a voce così alta che si girarono tutti verso di noi. Fu tanto imbarazzante e nello stesso tempo così romantico, che non potei fare altro che dire sì. Il resto lo sai, bambina mia. A dire il vero dovresti ormai saperla a memoria.»

«Sì, però non mi stanco mai di sentirla. La storia la conosco, ma non è la stessa cosa se non la racconti tu abuelita

Era lo sguardo che Gabriela notava in sua nonna, che le faceva amare quel racconto e lo avrebbe ascoltato all'infinito. Lo sguardo dell'amore che aveva sempre visto nei suoi nonni quando erano insieme e che continuava a vedere anche ora che lui non era più con loro.

Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora