Guida

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La ragazza che Crowley stava cercando era seduta ad un tavolino all'esterno di un bar, che mangiava un dolcetto croccante da cui usciva la crema da ogni dove. E lei stava ridacchiando, insieme ad un gruppetto di amici, per il pasticcio che stava combinando. Sembrava tranquilla, svagata, senza un problema al mondo mentre si godeva il sole tiepido dell'Italia meridionale, da qualche parte nel cuore della città di Napoli. Non c'era davvero niente di speciale di lei, se non che sembrò accorgersi dell'arrivo di Crowley dal primo istante. Lui era andato a sedersi ad un tavolo poco distante, chiedendo 5 caffè ristretti in una tazza grande, e lei senza alcuna motivazione aveva cominciato, di nascosto, a gesticolargli.
"Vai. Via." dicevano le sue mani e i suoi occhi. "Perché? Non ho fatto niente!" rispondevano i gesti di Crowley. Questo scambio durò un paio di battute, oscillanti fra "Ma che vuoi? Sciò" ed i "Ma ti devo parlare, vieni qui!". Una battaglia di intelletti e persuasioni giocata tutta con occhiate, gesti non sempre leciti e parole non dette ma assolutamente pensate.

A quanto pare, la battaglia era stata vinta da Crowley, nonostante non fossero state messe sul piatto le regole. Lei infatti si congedò dal suo gruppo di amici, con grandi abbracci e sorrisi, prima di spostarsi al tavolo di Crowley e, con uno sbuffo pesante, farsi sedere sulla sedia di fronte a lui.

"Non accetto altre segnalazioni, per ora. Ne ho appena finita una doppia che è stata.. una meraviglia. Almeno un mese prima che io accetti di rimettere piede in quel disastro". Aveva una voce vivace e vitale, che lasciava trasparire i pensieri e le ansie, come non avesse alcun disagio a mostrare la parte di sé che normalmente si nasconde dietro alle costruzioni verbali. Doveva avere meno di venti anni, ampi occhi castani, pelle ambrata e una mortalità più che evidente.

"Bello. Niente presentazioni, né perdite di tempo. Mi piace. Cosa ne dici se.. Non so, mi lasci almeno parlare?"

"Se posso evitare di avere troppe interazioni con i segnalatori, è meglio. Riempiono di pregiudizi, ed io ho bisogno di valutare la persona senza nessun condizionamento. Già ora sapere che il nome sta venendo segnalato da un demone è.. Meh. Originale, certo, ma non mi fa molto ben presagire per l'avvenire del poveraccio in questione. Soprattutto con il totale casino in cui sta l'inferno ultimamente."

Tra una parola e l'altra, non si sa come, era riuscita ad ordinare al barista un qualche impiastro a base di caffè e panna, che ora aveva preso a bere da una cannuccia. Crowley non ebbe bisogno di dire nulla, perché lei ricominciò a parlare immediatamente dopo aver sorbito una bella quantità di caffè. "Però sono curiosa. Quello che fa la mia famiglia da.. beh, da sempre, è portare la gente alla scoperta di sé stessa attraverso la catabasi. Chi mai un Demone vorrebbe far illuminare?"

"Beh, sono un demone. Di chi altro potrebbe importarmi se non me stesso?"

E qui, finalmente, lei restò senza parole.

Poco dopo, stavano passeggiando per le stradine di Napoli. Lei aveva ancora il bicchiere in mano, peraltro di vetro e chiaramente non da asporto. "Non ti preoccupare, sanno che torno" aveva detto, alla prima occhiata perplessa di Crowley, sventolando la mano in maniera noncurante. "Dunque.. Per quale motivo avresti bisogno di una guida? Di certo non c'è nulla che io possa dirti di inferno e paradiso che tu non abbia già visto con i tuoi occhi. E toccato con mano. Ed occasionalmente anche annusato, assaggiato e palpato."

"Restiamo sul generico e diciamo solamente che non posso permettermi di passare dall'ingresso principale."

"Non sono vincolata o obbligata a portarti, non è che mi puoi usare per fare qualche disastro in Paradiso, non è così facile, altrimenti avrebbero già fatto a tocchetti la mia famiglia da almeno 30 generazioni, cioè da quando quella rana dalla bocca larga di Dante ha cominciato a cianciare a destra e sinistra della possibilità."
"Di quello non ti devi preoccupare. Diciamo che sto andando per... per un salvataggio."
"Un salvataggio." "Esatto." "Dal Paradiso." "Esatto." "E cosa gli stanno facendo? Oh no, mi stanno massaggiando i piedi e rivestendo a puntino! Aiuto, mi offrono cibi troppo deliziosi! E non sto nemmeno ingrassando, ahh!"

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora