Quasi

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"Oh, sei tornato!" esclamò Virginia, balzando in piedi quando percepì Crowley avvicinarsi. Se n'era accorta con parecchio ritardo, e il demone capì perché solo quando con un gesto la ragazza si sfilò un paio di oggettini dalle orecchie: qualche nota ritmata ed un sottofondo pop sgorgava dalle cuffiette. Nel luogo concordato per l'attesa, aveva costruito un piccolo accampamento, un piccolo bivacco incluso di giaciglio di soffice polvere e c'erano residui di un qualche tipo di pasto consumato.

"Credevo non avessi bisogno di mangiare e dormire, quando sei qui. Quanto sono stato via?"

"Ho perso un po' il conto del tempo, ma direi sui quattro o cinque giorni. Ma non è... non è colpa tua. Ho fatto un giro, mentre non c'eri. Come ti ho detto, ho anche io i miei contatti, qui all'Inferno, e sono emersi un po' di dettagli interessanti. Una bella serie di casini dopo la sparizione di Lord Beelzebub, certo, anche perché ai piani bassi non si è ancora capito perché - e no, io non l'ho detto in giro. Comunque, un altro grosso problema è che... il tempo sta scorrendo in maniera confusa, nei Cerchi. Ci sono aree in cui il tempo sembra essere rosicchiato via, e pur standoci dentro pochissimo, in realtà all'esterno passano le ore." aveva pronunciato tutte queste informazioni quasi di getto, come se si fosse ripetuta il discorso in testa per ore ed ore, migliaia di volte, in modo da pronunciarlo senza ritardi e sbavature. "Te lo sto dicendo per un motivo specifico: secondo i miei amici, il Tempo scorre in questa maniera perché in Paradiso ne stanno rubando. Ad occhio, se qui il tempo è velocizzato, potresti trovare aree del Paradiso in cui il tempo è stato rallentato a dismisura. Tienilo in considerazione, mh?"

"E' una grande informazione, Virginia. Hai fatto Jackpot, ragazza." "Ah, io me la guadagno, la ricompensa, cosa credi?!" "Certo certo certo. Ora... Siamo pronti per passare dalla strada che dicevi per arrivare al Purgatorio."

Una pausa aleggiò fra i due. Entrambi sapevano cosa voler dire, ma nessuno dei due si ostinava a dirlo per primo. Guardarono indietro, osservando il cupo inferno stendersi dietro le loro spalle, in un abisso che scendeva sempre più giù fra cemento e polvere, e dunque verso la pesante porta di legno annerito che avrebbe portato alla spiaggia del Purgatorio. Infine, contemporaneamente, aprirono la bocca per confidarsi verso l'altro con lo stesso identico pensiero.

"Il Purgatorio è davvero inquietante."

Con quell'ovvietà messa sul piatto in maniera univoca e riconosciuta, ripartirono insieme, in perfetto accordo e chiaramente più leggeri.

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Altrove, in un immacolato studio bianco, Aziraphale passava giorni lenti e vuoti. Anche Saraqael aveva diminuito il tempo passato lì dentro, dopo quel discorso in cui lui aveva negato l'ovvio. Probabilmente avrebbe dovuto dispiacergli di più, ma la verità è che ormai si era abituato ad avere quella allucinazione di Crowley attorno, ed essa si manifestava solamente quando l'angelo era totalmente solo da parecchi giorni.

"Sono tornato!" sentì esclamare Aziraphale oltre la pila di fogli che aveva sul tavolo, e dopo qualche istante ecco il volto dalla cinica espressione che così bene conosceva. Lo vedeva sempre come l'ultima volta che si erano visti, come si fosse congelato nel tempo e gli si riproponesse crudelmente la stessa versione che lui aveva potuto assaggiare con le labbra, che gli era stato così vicino al cuore. Lo stesso Crowley da cui si era allontanato, ma da cui non riusciva davvero a staccarsi.

"Lo vedo." gli rispose, cercando di non mostrare troppa emozione, eppure dentro di sé scoppiettava come una bibita gassata appena versata dalla bottiglia.

"Cosa fai, Angelo?" il non-davvero-Crowley si era spinto a poggiare le mani sul tavolo, allungandosi in maniera scomoda per poter sbirciare il contenuto del foglio che stava leggendo l'altro.

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora