Vernice

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"PERIRETE PER MIA MANO, INFIME CREATURE!"

stava urlando la Bestia che Viene dal Mare, che stava esitando sul bagnasciuga muovendo gambe e braccia in maniera scomposta. L'illusione che ne alterava le forme rendeva diverso a tutti lo spettacolo, ma di certo un mostro che si muoveva scompostamente stava pietrificando tutti a fissarlo imbambolati.

Era un'illusione davvero ben fatta si ritrovò a pensare Crowley. Il ragazzo aveva solo diciassette anni e solo da sei aveva iniziato a manifestare i suoi poteri, eppure riusciva a creare e sostenere abilità che anche demoni di alta gerarchia faticavano a manifestare. Adam l'aveva presa come un gioco il dono di una corona d'oro, ma in verità Crowley non era del tutto convinto che quella corona non gli spettasse: aveva il sangue di Satana, ma molta più lucidità mentale e prontezza. Se l'Inferno poteva avere qualche speranza, di certo giaceva nella mano artigliata che al momento stava sventolando nel cielo mentre minacciava con parole vuote ed eccessive, in una teatrale farsa di un attacco.

Dopo una reale parentesi di preoccupazione -sia mai che avesse dato davvero di testa e fosse impazzito sul serio- al momento tutti si stavano davvero godendo l'apparizione mostruosa sulla riva, ridacchiando e rispondendo alle sue minacce con minacce ancora più grosse. Ad un certo punto, aveva afferrato Virginia e la stava portando di peso in giro, quasi lui fosse King Kong e lei Ann Darrow, facendo risuonare una serie di risate scomposte e facendosi piovere una raffica di pugnetti sulla spalla.

Una scena deliziosa, che spinse Aziraphale a volerla vedere da un po' più in là, come volesse inquadrarla nella sua interezza. Si sedette sulla spiaggia, e pochi istanti dopo Crowley andò a sederglisi accanto. Vederli seduti vicini era sempre uno spettacolo: l'angelo tutto preciso, mentre si lisciava il panciotto per sbarazzarsi delle grinze e aggiustava il papillon, il demone sbracato e riverso all'indietro, gli abiti ancora bruciacchiati dallo scontro e i capelli vagamente scomposti, anche se affascinantemente scomposti.

"Non eravamo così tranquilli, all'ultima soglia di Apocalisse, mh?" spezzò il silenzio Aziraphale, il tono adorabilmente timido, mentre scintille della sua gioiosa purezza brillavano nel buio della notte.

"Beh, è diverso. Stavolta non dovrebbe essere la fine di niente. Solo un inizio."

"Sai, io non credo che sia davvero così. Io credo che... che siamo noi che stiamo dando questa impronta. Avrebbero potuto esserci morti e guerra, e dolore... Avrebbero potuto iniziare questa purificazione nel caos e nella distruzione, se lo avessimo lasciato in mano a chiunque. Il Piano dopotutto sarebbe stato rispettato ugualmente, anche se macchiato di sangue. Ma magari, chi lo sa, il fatto di far partire questa fase non nel sangue, ma nelle risate... potrebbe essere un buon presagio, no?"

"Pensi che non sia il Suo piano, Angelo? Che Lei possa arrabbiarsi? Sei preoccupato per questo?"

"Mh.. non saprei dirti con esattezza ma.. Non credo proprio. Io non credo che la si possa effettivamente deludere o irritare, finché si segue quel ch..."

Ma Crowley lo zittì un po' bruscamente, abbassandosi appena gli occhiali e fissandolo con i suoi occhi rettili, decisamente eloquenti. "Oh, DICI? A me sembra di averla delusa ed irritata un gran bel po', senza poi fare nulla di particolarmente terribile"

A questo, Aziraphale effettivamente si zittì, a disagio, intrecciando le dita di fronte al petto e cominciando a torcersele. Crowley ne percepì il disagio, e sbuffò appena per il senso di colpa. "Scusami, Angelo. So che è un discorso... ngh... e poi anche un po'... gha... Lo so che non sai darmi spiegazioni, né le voglio - nè da te nè da nessun altro. Accettiamo di trovarci nel centro pensando che il suo Piano sia..." "Ineffabile?" propose Aziraphale, e Crowley si limitò ad annuire appena.

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora